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ICT e Innovazione: imminente il Piano del Governo sui distretti economici. Nicolais, ‘Modelli flessibili che si adattino alle specificità’

Italia


Il prossimo 22 febbraio, il Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica amministrazione Luigi Nicolais presenterà il Piano del Governo sui distretti economici assieme al Ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani e al Ministro dell’Università e della Ricerca Fabio Mussi.

Ad annunciarlo è stato lo stesso Ministro in occasione del Convegno, organizzato a Milano dalla Fondazione Cotec, per la presentazione del libro “I distretti del futuro“, scritto da Giovanna Bossi, Paolo Bricco e Giuseppe Scellato.

 

Il volume, con la prefazione di Ferruccio de Bortoli e la postfazione del Ministro Nicolais, ripercorre le vicende che negli anni hanno caratterizzato l’intervento regionale a favore dei distretti industriali e mette in luce il successivo avvio di esperienze distrettuali fondate su di un nuovo approccio, che vede la centralità dell’Innovazione e del trasferimento tecnologico come leve per la competitività dei sistemi economici territoriali.

 

Ict in Piemonte, biotecnologie in Lombardia, nanotecnologie in Veneto, meccanica avanzata in Emilia Romagna e aerospazio nel Lazio. Sono alcuni casi eccellenti di una nuova classe di distretti, quelli tecnologici, protagonisti da questo libro, che illustra l’evoluzione e le prospettive dei distretti industriali italiani, riportando un’ampia analisi di riferimenti concreti, in vista delle sfide che attendono l’organizzazione del tessuto industriale italiano e alla luce delle dinamiche economiche emergenti.

 

E nel volume gli autori tracciano inoltre un quadro di linee guida per lo sviluppo di politiche territoriali per l’Innovazione. In particolare propongono interventi mirati a generare grandi collaborazioni per la ricerca, a sostenere il settore del capitale di rischio, a diffondere la cultura dei diritti di proprietà intellettuale e promuovere efficaci sistemi di governance.

 

Distretti che secondo il Ministro rappresentano “…un modo per mettere insieme Imprese e università per produzioni di eccellenza a livello locale”.

Il piano, come ha spiegato Nicolais, avrà al centro della sua azione la filosofia del modello aperto: “…Non un modello unico valido per ogni contesto ma diversi modelli adatti ognuno alle esigenze del territorio”.

Il Ministro ha, quindi, fatto un esempio: un modello può essere costituito da servizi di alta qualità alle Imprese locali; un altro quello del corporate business center, cioè mettere insieme più Imprese di grandi dimensioni che si affiancano alle università e agli enti pubblici di ricerca su argomenti specifici; in altri casi è quello di aggregare molte Imprese per farle lavorare sinergicamente tra di loro con un supporto collaterale dell’università e della ricerca.

 

In altre parole, ha commentato, non si può “…lavorare solo secondo un modello top-down di grandi progetti, ma serve una serie di modelli flessibili che si adattano alle specifiche esigenze”.

Tenendo conto di quello che oggi è l’economia della conoscenza, quindi basata molto sulla ricerca, sull’Innovazione, sull’interazione tra diverse discipline 

 

Nicolais ha poi ricordato che con Industria 2015, “…il Governo ha scelto 5 aree di intervento, made in Italy, beni culturali, energia, logistica e biotecnologie escludendone altre 500 e ora sta elaborando un modo per mettere in rete università e Imprese in poli di eccellenza locale”.

Secondo Nicolais, poi, “…non ci dobbiamo mettere nelle condizioni di credere che tutto il mondo cambia e solo l’Italia sta ferma”.

Una rappresentazione che “…non è più vera, perché l’export delle piccole Imprese è ripartito, perché sono passate dalla produzione a basso costo alla produzione di qualità”. Un obiettivo da raggiungere, secondo Nicolais, riducendo il ‘time to market’, ossia il “tempo necessario per passare dalla produzione di conoscenza alla sfida del mercato“.

 

Nel suo intervento, Riccardo Viale, Docente di Politica della Ricerca e dell’Innovazione presso la Scuola Superiore della PA di Roma (SSPA) e direttore generale della Fondazione Cotec, ha dichiarato che “…La conoscenza è difficile da trasferire, penso alle Imprese, alle difficoltà che incontrano nel recepire l’Innovazione che si realizza nei centri di ricerca, ma penso anche il contrario, cioè alla conoscenza che può essere prodotta dalle Imprese. Così se la Stanford ha sul suo territorio la Silicon Valley e il Mit il Parco tecnologico del Massachusset, anche in Italia diventa cruciale rafforzare i distretti tecnologici”.

 

Viale ha aggiunto che “…I distretti sono attualmente localizzati geograficamente in territori ben delimitati all’interno di una regione, ma ormai si guarda avanti, si guarda ai meta-distretti”.

“…Penso, ad esempio, – ha detto ancora Viale – al meta-distretto aerospaziale che si sta fisiologicamente formando tra Lazio, Abruzzo, Puglia e Campania e che rappresenterà un polo fortissimo di trasferimento di conoscenza oltre che di scambio e attrazione di Innovazione”.

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