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Fare di internet un posto sicuro si può, ma non esistono soluzioni facili. Il mondo celebra il 4° Safer Internet Day

Unione Europea


“Internet offre a tutti delle formidabili opportunità, ma sono ancora molti quelli che ignorano il suo lato oscuro, quello della pornografia infantile o degli adescamenti di minori a scopo sessuale”. Il Commissario Ue ai media e alla società dell’informazione Viviane Reding è netta nel delineare pregi e difetti del media più in voga del momento, in occasione del quarto Safer Internet Day, celebrato oggi da 100 organizzazioni in 40 Paesi.

 

In tutti e 27 gli Stati membri della Ue, si sono tenute conferenze e si sono presentati progetti volti a rendere la navigazione del web più sicura per i minori.Anche l’Italia ha fatto la sua parte, impegnandosi a lanciare una campagna istituzionale di informazione ed educazione sull’uso di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione digitale

 

D’intesa con il dipartimento per l’informazione e l’editoria, la campagna coinvolgerà, ovviamente tutti i mezzi di comunicazione e sarà destinata prima di tutto alle famiglie, ai quei genitori che troppo spesso lasciano i figli da soli davanti al Pc, come prima si usava con la televisione.

 

“La sfida della rete é una delle più rilevanti dei prossimi anni”, ha spiegato il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, sottolineando che alla luce della complessità della questione “non esistono soluzioni facili, né sono possibili muraglie cinesi”.

Per venirne a capo in modo da sfruttare le potenzialità della rete e allo stesso tempo proteggere gli utenti più vulnerabili, c’è bisogno che tutti facciano la propria parte,  dalle istituzioni agli operatori, dalle web company alle ONG.

 

Il governo, da canto suo, si batterà su quattro fronti: l’introduzione dei “principi costituenti anche per Internet nella nuova direttiva europea ‘Tv senza frontiere’ e l’aggiornamento della normativa sul piano nazionale; la sensibilizzazione delle famiglie; il coinvolgimento dei provider e dei gestori di telefonia mobile affinché informino la clientela e attivino meccanismi di diminuzione dei rischi; la repressione, nel caso di comportamenti perseguibili penalmente”.

Il problema di non poco conto, ha concluso Gentiloni, è che bisogna “trovare un equilibrio tra una tutela sempre più mirata ed efficace e la libertà del sistema”.

 

In occasione del 4° Safer Internet Day, la Commissione ha pubblicato i risultati di una valutazione su 30 software e servizi di filtraggio attualmente disponibili sul mercato. Lo studio dimostra che già disponiamo di buoni strumenti per filtrare i contenuti pornografici, ma sono comunque necessari dei miglioramenti per altri tipi di contenuti magari meno espliciti ma altrettanto nocivi.

 

La Commissione ha chiesto dunque un maggiore impegno delle imprese che operano nel mondo digitale, chiamate a redigere dei codici di autoregolamentazione – da affiancare a pratiche di co-regolamentazione – per contribuire a rendere la navigazione più sicura. La Ue ha tuttavia presentato a questo proposito anche uno studio realizzato dall’Istituto di ricerca sui media Hans-Bredow dell’Università di Amburgo, secondo cui l’industria ha bisogno di incentivi per aderire ad un regime di questo tipo.

“L’autoregolamentazione, con la quale l’industria si regola da sola, e la coregolamentazione che associa regolamentazione statale e non statale, contribuiranno ad affrontare il rischio crescente di insuccesso delle strategie tradizionali, e riattribuiranno la responsabilità alla società e, laddove opportuno, alle parti interessate”, ha spiegato la commissione in una nota.

 

Il commissario Reding si dice comunque convinta che l’impegno di tutti i decisori – nel settore pubblico e in quello privato – contribuirà a rendere la rete un posto sicuro.

“Viviamo nell’era digitale – ha spiegato – e sapere evitare i pericoli della navigazione è una competenza utile che tutti i giovani dovranno acquisire. Per questo il nostro messaggio deve riuscire ad arrivare fuori dalle scuole e dalle famiglie per arrivare fino ai ragazzi”.

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