Italia
No ai “libertari” e no anche ai “neocodini”. Riflettere, invece, e guardare ai nuovi scenari che le tecnologie avanzate fanno intravedere, comprendendone i rischi e individuandone le potenzialità positive.
E’ l’appello che Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante della privacy, ha lanciato in apertura dei lavori del Convegno promosso dal Comitato per il Welfare della Comunicazione sul tema “Un nuovo assetto della comunicazione”.
Ha deciso, invece, di non partecipare all’appuntamento Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha inviato un messaggio di saluto preferendo, “…per rispetto al Parlamento…”, non pronunciarsi prima di essere audito dalle Commissioni Trasporti e Cultura delle Camera sul Ddl Gentiloni di riforma del sistema radiotelevisivo.
Nel suo intervento, il presidente della Privacy ha sottolineato che nella comunicazione ormai si è di fronte a settori che necessitano di “…nuovi ripensamenti” ed evidenziano anche c’è esigenza di “…proposte di nuove iniziative”.
Con un’attenzione “significativa” per internet e tutte quelle forme di comunicazione che impiegano nuove forme di tecnologia.
Pizzetti ha aggiunto che c’è da chiedersi in che misura sia accettabile che “…i mezzi di informazione diano notizie o pubblichino foto di persone che non hanno responsabilità pubbliche o cariche istituzionali, ovvero quale è il limite alla tutela della riservatezza”.
La protezione dei dati “nasce in quanto legata ai mezzi di informazione“. Solo che da una parte c’è il diritto alla riservatezza, e dall’altra il diritto a sapere, e l’Authority “…in questo scenario diventa protagonista obbligata – ha aggiunto Pizzetti – è in prima fila a porsi nuovi problemi. Il diritto alla riservatezza deve infatti fare i conti con le nuove tecnologie, che dilatano problematiche esistenti”.
Per il Garante della privacy è questa “una frontiera che non può non portare a interrogarci. Noi, come Autorità, siamo nati con la missione di conciliare l’uno e l’altro diritto”.
Ricordando i numerosi interventi del Garante in tema di stampa, Pizzetti ha sottolineato l’urgenza di “…ritarare le regole per adattarle a un nuovo orizzonte ricco di possibilità”.
L’obiettivo, naturalmente, è sempre quello di far convivere “…la libertà a informare ed essere informati” con “il diritto alla tutela della riservatezza”.
“..Credo – ha detto Pizzetti – che Parlamento e Istituzioni debbano fare in generale una riflessione approfondita su come assicurare sia la possibilità di fruire di queste nuove opportunità, sia il diritto alla riservatezza”.
Di fronte all’esigenza di garantire la riservatezza, ha osservato il Garante, la risposta non può essere “la censura“, soprattutto per un orizzonte, come è quello di internet, “globale“: “…Non possiamo pensare di fare come in Cina o in India, non è così che si risolvono i problemi legati alla comunicazione. E’ invece problematica da affrontare in modo adulto”.
E “…non fra libertari che esaltano la libertà di internet, e non – al contrario – fra ‘neocodini’ che immaginano che questa libertà sia troppo pericolosa e la risposta sta, quindi, nel fermarla”.
“..Non si possono esaltare le nuove tecnologie, come internet, senza armonizzarle con l’uomo, ma non si possono neanche fermarle”, ha commentato Pizzetti.
E ha aggiunto: “…Occorre riflettere e guardare ai nuovi scenari tecnologici, comprendendone i rischi e individuandone le potenzialità positive”.
Ma anche la seconda posizione è altrettanto errata, perché “…è ingenuo operare con le forme repressive. Non c’è mai stato futuro per il luddismo, non è spaccando le macchine che si ferma quello che non si vuole ci sia in giro”.
In definitiva, “uscire dall’inutile dilemma”, cioè se riflettere su internet significhi limitarne la libertà o esaltarne i pericoli. Si tratta invece di voler e saper esaminare i nuovi scenari che si profilano, senza preconcetti.
Importante piuttosto, ha precisato il Garante, “…ritirare le regole che già abbiamo sull’uso delle foto o quelle contenute nel codice deontologico dei giornalisti per adeguarle rapidamente ai nuovi orizzonti tecnologici”.
Altro aspetto da considerare è la violenza sul web. Che la tecnologia ormai la faccia da padrona negli episodi di bullismo è un dato assodato, anche per questo il Ministero della Pubblica istruzione, nella sua campagna nazionale per arginare il fenomeno, ha pensato di dichiarare battaglia anche ai cyberbulli, osteggiando, così, le “…nuove frontiere della prevaricazione“.
Intervenendo alla presentazione della campagna “antibullismo”, Pizzetti ha sostenuto l’importanza di “…vigilare e ancora vigilare per capire meglio come funziona internet, perchè il bullismo non riguarda solo l’ambito della tradizionale violenza, ma aspetti nuovi che passano per le tecnologie”.
“…Quando si mettono in rete comportamenti e immagini forse non si è consapevoli del danno che si fa alle persone coinvolte. Spesso entrate in un mondo che vi sfugge”, ha detto Pizzetti rivolto agli studenti presenti in rappresentanza degli alunni di tutte le scuole italiane. Il punto, ha affermato è che “…i dati in internet cambiano il significato delle cose. Quello che a voi sembra uno scherzo può cambiare la vita di un’altra persona“.
E proprio a questo fine, secondo il Garante, è “…necessario capire meglio come funziona la rete, rendere i ragazzi consapevoli, spiegare loro come si protegge la propria dignità e la libertà propria e quella dei compagni, senza rinunciare alle nuove tecnologie. Siamo di fronte a fenomeni del tutto nuovi – ha perseguito – per cui bisogna ripensare le regole e la pedagogia. L’iniziativa assunta dal dicastero della Pubblica Istruzione è importante perché parla ai giovani e carica la scuola di un compito fondamentale che deve essere supportato dalla società”.
Per Pizzetti, “…oggi l’informazione circola senza limiti, viene prodotta e consumata dalle stesse persone. C’è un lavoro pedagogico e di cultura da fare e poi bisogna ragionare – ha concluso – su come queste nuove tecnologie possono essere tollerate, accettate, utilizzare mantenendo le regole di convivenza civile”.
Nella sua direttiva alle scuole, il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha scritto: “…Uno strumento insostituibile per affrontare questi fenomeni è lo studio delle materie curricolari, che fornisce agli studenti le capacità per una decodifica approfondita della realtà, insieme alla proposta di attività strutturate e coerenti con il percorso di formazione”.
Tra le misure della campagna nazionale contro il bullismo, presentata ieri dal Ministro Fioroni, compare anche la realizzazione di un sito internet che fungerà da “…punto di raccordo, di raccolta e divulgazione delle informazioni utili provenienti dagli osservatori e dagli operatori del numero verde”, nonché da “vetrina per le azioni e le campagne promosse dalle scuole”.
Senza voler demonizzare la rete e i nuovi mezzi di comunicazione e di intrattenimento, il Ministero sosterrà una serie di iniziative volte a educare a un corretto uso del web e dei videogame, focalizzando in particolare i suoi sforzi sull’acquisizione di un “utilizzo critico e competente” di questi strumenti e sull’esigenza di “far acquisire agli studenti il significato e il rispetto del diritto alla privacy propria e altrui”.