Vodafone Casa: Tar Lazio sospende le sperimentazioni, ma la società ribatte ‘test già effettuati con successo’

di Alessandra Talarico |

Entrano in vigore, intanto, le misure sull’abolizione dei costi di ricarica e della scadenza del credito.

Italia


Vodafone

Il Tar del Lazio ha disposto la sospensione del decreto con il quale, lo scorso 7 dicembre, il ministero delle Comunicazioni ha autorizzato Vodafone a sperimentare per due mesi il nuovo servizio Vodafone Casa numero fisso presso 15 mila utenze domestiche.

Accogliendo un’istanza presentata da Telecom Italia il 16 gennaio, i giudici della III Sezione Ter, presieduta da Francesco Corsaro, hanno altresì disposto l’acquisizione di alcuni documenti che dovranno essere depositati dall’Agcom entro i prossimi 60 giorni.

Il decreto contestato da Telecom Italia prevede, tra le altre cose, l’avvio di una consultazione pubblica di 30 giorni che interessa diversi aspetti della questione quali la disciplina regolamentare applicabile a questa tipologia di servizi; l’eventuale necessità di riesame delle analisi di mercato e la possibilità di prevedere obblighi relativi all’accesso alle reti degli operatori mobili da parte di operatori mobili virtuali.

La decisione del Tar, comunica tuttavia Vodafone in una nota – “non ha influenza sulla consultazione aperta dall’Agcom il 29 dicembre sui servizi integrati fisso-mobile la cui valenza viene, anzi, rafforzata”.

Per quanto riguarda poi il periodo di test disposto dal Ministero sul servizio Vodafone Casa numero fisso, “è già stato effettuato con esiti pienamente soddisfacenti”.

Spetterà ora all’Agcom, prosegue la nota, “concludere il procedimento di consultazione pubblica già avviato e definire in modo conclusivo la regolamentazione del servizio e la portabilità del numero fisso”.

Il ministero delle Comunicazioni, che aveva emesso il decreto di autorizzazione della sperimentazione, da canto suo fa sapere che il pronunciamento del Tar “non determinerà sostanziali conseguenze”, perché ”il test del servizio, teso a verificare sia la struttura della rete coinvolta, sia l’assenza di interferenze radio, a circa tre quarti del suo corso ha prodotto esiti sostanzialmente favorevoli”.

Il ministero ricorda poi che ”l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nelle prossime settimane, all’esito della consultazione pubblica che aveva avviato, risponderà ai quesiti avanzati dal Tar e, successivamente, d’intesa col ministero delle Comunicazioni assumerà le ulteriori decisioni per l’autorizzazione”.

Per i legali di Vodafone, dunque, il servizio Vodafone Casa numero fisso è perfettamente legittimo “perché svolto in base ad autorizzazioni esistenti e il ministero si è limitato a certificare questo fatto. Il provvedimento del ministero, quindi, non produce alcun danno a Telecom”.

L’offerta Vodafone Casa numero fisso era infatti già stata al centro di un ricorso da parte di Telecom al Tribunale di Roma, il quale – lo scorso 30 novembre – aveva deciso di bloccare la commercializzazione e la pubblicizzazione del servizio, in particolare per quanto riguarda la parte che richiama alla possibilità di portare il numero fisso dalla rete di Telecom Italia sul telefonino.

Secondo quanto stabilito dal giudice, il servizio pubblicizzato da Totti e Gattuso costituisce infatti un ‘illecito concorrenziale’. Secondo Vodafone Italia, tuttavia, la decisione ha di fatto “confermato la legittimità del servizio”, mentre resta aperta “la questione sollevata dal Giudice del Tribunale di Roma sulla possibilità di portare il numero dalla rete Telecom alla rete Vodafone”.

Il contenzioso tra le due società è iniziato a luglio dell’anno scorso, quando Vodafone aveva reclamato alla Corte d’Appello di Milano di imporre tempestivamente misure in grado di garantire il “ripristino di condizioni di effettiva concorrenza” sul mercato italiano, chiedendo a Telecom un risarcimento danni di 525,2 milioni di euro e una serie di misure volte a inibire il prosieguo di attività illecite e lesive della concorrenza. A novembre, poi, Vodafone ha citato in giudizio l’ex monopolista italiano presso il Tribunale Civile di Milano per concorrenza sleale dopo che la società guidata da Guido Rossi aveva sospeso la negoziazione con Vodafone riguardo l’apertura dell’interconnessione tra la propria rete e quella della società d’oltremanica.

Oggi, intanto entrano in vigore le “misure urgenti per la tutela dei consumatori, e la promozione della concorrenza” che includono anche l’abolizione dei costi di ricarica per la telefonia mobile, contenute nel decreto legge sulle liberalizzazioni approvato dal governo il 25 gennaio.

Il decreto è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del primo febbraio, già disponibile su Internet, e gli operatori hanno ora trenta giorni di tempo per adeguare sia le loro offerte commerciali, sia i contratti già stipulati.

Il decreto prevede il divieto da parte degli operatori di telefonia mobile di applicare costi fissi e contributi extra rispetto al traffico telefonico richiesto, anche quando la ricarica viene effettuata via bancomat o in forma telematica, quindi via internet, nonché l’abolizione della scadenza delle ricariche: anche se si decide di non utilizzare una scheda per un anno, dunque, il traffico telefonico residuo resterà utilizzabile, e non azzerato come avvenuto finora.

In nome della trasparenza, inoltre, il Dl prevede che le offerte dei differenti operatori mobili debbano evidenziare tutte le voci che compongono l’effettivo costo del traffico telefonico, per consentire un adeguato confronto delle tariffe.

Il business dei costi di ricarica lo scorso anno ha fruttato a TIM, Wind, Vodafone e H3G, ricavi per circa 1,7 miliardi di euro, corrispondenti ad oltre il 15% degli introiti complessivi delle schede prepagate.

Il termine di un anno – del tutto ingiustificato – per l’utilizzo del credito residuo è costato invece agli utenti mobili circa 5.600.000 euro: secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori, infatti, circa 800.000 utenti all’anno perdono in media 7 euro di traffico a causa di questo limite temporale imposto dai gestori non si sa per quale motivo.

Secondo i calcoli delle associazioni, le nuove misure relative all’abolizione dei costi di ricarica consentiranno ai consumatori di risparmiare 38 euro l’anno a persona, 76 euro per le famiglie che possiedono due telefonini. Alla voce telefonini si potranno inoltre aggiungere i 68 euro legati alla trasparenza tariffaria: voci più chiare in bolletta e parametri confrontabili faciliteranno la scelta dell’operatore, mentre le nuove norme sui contratti faranno sì che rescindere un contratto con un provider telecom, internet o una Pay Tv non sia più un’odissea.

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