Italia
Telecom Italia dovrà risarcire a Fastweb oltre 60 milioni di euro per non aver osservato, senza giustificazione tecnica plausibile, gli obblighi relativi all’accesso all’ultimo miglio della rete che collega la centrale telefonica direttamente all’utente finale, impedendo di fatto ai clienti che ne facevano richiesta di usufruire dei servizi dell’operatore alternativo.
Il Collegio arbitrale presieduto dal professore Guido Alpa ha riconosciuto che tra il 2001 e il 2004, la negligenza dell’ex monopolista ha causato il mancato collegamento di circa 11 mila clienti Fastweb all’ultimo miglio della rete telefonica, un’infrastruttura essenziale per la fornitura di servizi di telefonia e a banda larga. Per altri 4 mila casi circa il Collegio ha ritenuto improcedibile la domanda di Fastweb perché presentata dopo l’avvio dell’arbitrato.
La società di Silvio Scaglia aveva provato a risolvere la questione avviando un tentativo di conciliazione con Telecom Italia davanti all’Authority per le tlc, ma, si legge nella nota del gruppo, “di fronte ad un atteggiamento di totale chiusura di Telecom Italia, ha instaurato il giudizio arbitrale previsto dal contratto di accesso disaggregato”.
In base alla regolamentazione comunitaria, Telecom Italia è obbligata ad affittare agli operatori alternativi il doppino che collega la centrale telefonica direttamente all’utente. Un obbligo oggetto anche di precisi interventi da parte dell’AGCOM.
Fastweb, si legge ancora nella nota “prende atto con soddisfazione dell’accoglimento delle proprie ragioni e del riconoscimento del danno sofferto sia in termini patrimoniali sia di immagine” e, riservandosi di richiedere i danni per i casi giudicati improcedibili, si augura “che le nuova dirigenza di Telecom Italia favorisca un clima di sviluppo concorrenziale del mercato”.
Una speranza condivisa da tutti consumatori, i quali auspicano una decisa inversione di tendenza dopo anni di strapotere Telecom sul mercato del fisso, che ha di fatto azzoppato la concorrenza e penalizzato i clienti con un servizio di qualità discutibile e che sa ancora di monopolio.
La notizia del risarcimento dei danni causati da Telecom ha fatto volare il titolo Fastweb che a metà pomeriggio guadagnava il 2,94% a 41,36 euro, dopo aver segnato un massimo intraday di 41,48 euro. A favorire la società anche la notizia che Vodafone si è finalmente resa disponibile a concludere entro il 31 marzo 2007 un accordo per la fornitura di servizi di accesso wholesale alla propria rete mobile.
Il gruppo britannico, fa sapere l’Antitrust, “sta attualmente coltivando trattative commerciali, aventi ad oggetto l’offerta di servizi di comunicazione mobile mediante l’accesso a risorse di rete di Vodafone”, con imprese interessate “già operanti nell’intero mercato italiano delle telecomunicazioni su rete fissa e imprese della grande distribuzione generale o specializzata in possesso di reti di punti vendita che coprono l’intero territorio nazionale”.
Sono in molti a credere che tra le compagnie che stanno trattando diventare operatori mobili alternativi ci siano proprio Fastweb – che con Vodafone ha già siglato un accordo per la fornitura di servizi fisso-mobile – e Tele2.
Gli accordi economici stipulati con queste imprese, precisa Vodafone, “consentiranno alla controparte di essere in grado di proporre una propria offerta competitiva al mercato e di avere adeguati ritorni economici”, nonché di essere pienamente autonoma per quel che riguarda la scelta dei propri marchi, dei prezzi e delle proprie strategie promozionali, senza alcun vincolo di offerta commerciale “a tipologie di clientela residenziale o business, in modalità pre o post pagata”.
L’impegno formale di Vodafone aprirà dunque la strada all’ingresso degli operatori virtuali anche sul mercato delle comunicazioni mobili italiane. Tale ingresso, spiega l’Antitrust, “sarà idoneo ad avviare una dinamica competitiva che presumibilmente comporterà l’entrata nel mercato di altri operatori, attraverso accordi di cooperazione con
Gli operatori alternativi potranno competere attivamente con gli operatori mobili eliminando – sottolinea ancora l’Agcm – ogni problematica concorrenziale relativa alla replicabilità di determinate offerte nel mercato retail e facendo cadere anche le preoccupazioni in ordine a possibili distorsioni della concorrenza “derivanti da abusi della posizione dominante individuale riscontrata dall’Autorità con riferimento all’offerta di terminazione da parte degli operatori di rete mobili”.
Una svolta, quella di Vodafone, che mira a ottenere la chiusura, senza accertamento di infrazione, dell’istruttoria avviata il 23 febbraio 2005 dall’Antitrust per comportamento anticoncorrenziale nei confronti dei tre operatori mobili italiani in seguito alle denunce di TELE2 Italia, Trans World Communication Italia, Startel International e ReteItaly, e dall’istanza dell’associazione di consumatori CODACONS.
Da esse risulta che i tre principali operatori mobili italiani avrebbero posto in essere comportamenti ritenuti lesivi della concorrenza in materia di fornitura di servizi di accesso e di terminazione alle reti mobili, con l’effetto di ridurre il grado di concorrenza sia in questi mercati che in quelli finali dei servizi di comunicazione mobile e fisso-mobile.
Entro l’estate, dunque, sapremo se sarà Fastweb il primo operatore mobile virtuale italiano. Quel che è certo è che la società, come ha sottolineato l’ad, “è pronta a cogliere le nuove opportunità ed è la prima a poter guardare al WiMax e agli operatori virtuali, avendo peraltro già investito 3 miliardi per il completamento, già avvenuto, della propria rete di nuova generazione”.