Antitrust: Telecom Italia contesta il pagamento di 23 mln di interessi e presenta ricorso al TAR

di Alessandra Talarico |

Italia


Telecom Italia

Sembrava una vicenda chiusa con il pagamento di 115 milioni di euro, ma il confronto tra Telecom Italia e l’Antitrust sulla multa inflitta all’ex monopolista nel 2005 per abuso di posizione dominante proseguirà ancora in tribunale.

 

La compagnia telefonica è stata condannata lo scorso febbraio dal Consiglio di Stato a una multa di 115 milioni di euro per abuso di posizione dominante sui mercati dei servizi di telecomunicazioni su rete fissa all’utenza affari.

 

Ora, però, il gruppo contesta il pagamento dei 23 milioni di euro di interessi e ne chiede l’annullamento al TAR del Lazio.

La società – si legge nel ricorso depositato al tribunale amministrativo – chiede il “riconoscimento dell’inesistenza del credito” e una sua sospensione urgente in via cautelare.

 

La multa a Telecom Italia era stata comminata nel novembre 2004 dall’Agcm per abuso di posizione dominante a danno di concorrenti e consumatori tra il 2001 e il 2003, in seguito alle segnalazioni di aziende concorrenti – tra le quali Albacom (ora BT Italia), Tiscali, Wind e Fastweb – secondo cui le offerte di Telecom erano generalmente più basse rispetto al costo dell’affitto dell’ultimo miglio imposto dall’incumbent.

Condotta che impediva di fatto alla concorrenza di praticare offerte competitive nel settore business e imponeva condizioni contrattuali vincolanti per buona parte dell’utenza, e che costò alla società una multa di 152 milioni di euro.

 

A marzo dello scorso anno, Telecom aveva fatto dunque ricorso al TAR che decise di accoglierlo ‘in parte’, ritenendo “non rinvenibile l’intento chiaramente volto all’illecito, che costituisce l’indispensabile presupposto soggettivo della sanzione” e “sproporzionata” la multa di 152 milioni di euro.

In appello, tuttavia, il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza, confermando la sanzione, che però venne ridotta a 115 milioni di euro.

 

“Il Consiglio di Stato – si leggeva nel dispositivo – in sede giurisdizionale accoglie in parte l’appello principale dell’Agcm, l’appello principale di Albacom, Colt Telecom e Tiscali, nonché gli appelli incidentali di Wind e Fastweb’ e respinge l’appello incidentale di Telecom Italia”.

 

La sanzione pecuniaria è stata dunque ridotta, ma il Consiglio ha riconosciuto la condotta abusiva dell’operatore sui mercati dei servizi di telecomunicazione su rete fissa all’utenza affari, confermando senza ombra di dubbio che in questi ultimi anni il mercato delle tlc è stato influenzato da una posizione di monopolio che ha impedito il libero sviluppo del mercato.

 

Il nuovo scontro sugli interessi nasce ora da una diversa interpretazione dei termini di pagamento: Telecom ha formalizzato il pagamento a giugno e sostiene di essere in regola con quanto stabilito dal TAR che aveva interrotto la scadenza in attesa della decisione del Consiglio di Stato.

 

L’Antitrust sostiene invece che il ricorso al TAR non implicava nessuna sospensione dei termini di scadenza della sanzione.

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