Unione Europea
Insensibile alle proteste degli operatori, la Commissione europea sta procedendo alla definizione di nuove regole per ridurre i costi del roaming, che potrebbero essere adottate entro l’estate.
In quest’ottica, la presidenza tedesca della Ue ha preparato un documento che potrebbe essere adottato già il prossimo 15 marzo, in occasione di un incontro tra gli Stati membri ad Hannover, con l’obiettivo di adottare il nuovo regolamento entro il mese di maggio.
I deputati europei – dopo le divisioni emerse nelle scorse settimane – sembrano ora determinati a giungere al più presto a un accordo, a dispetto delle rimostranze degli operatori, che hanno tentato di evitare una nuova regolamentazione apportando ‘volontariamente’ una serie di tagli alle tariffe, che però non sono bastati al Commissario ai media e alla società dell’informazione, Viviane Reding, agguerrita proponente delle nuove misure.
Attualmente le tariffe per chiamare dall’estero verso il proprio Paese e viceversa sono da tre a dieci volte superiori a quelle praticate nei singoli Paesi: secondo i dati di Eurobarometro, che ha condotto un sondaggio subito dopo le scorse vacanze estive, per una chiamata di 4 minuti in roaming, un utente paga ancora tra i 4 e 6 euro, per superare in alcuni casi i 12 euro.
Il nuovo regolamento comunitario prevede riduzioni fino al 70% rispetto alle attuali tabelle con una tariffa massima di 49 centesimi al minuto per chiamate dall’estero e di 33 centesimi al minuto per le chiamate nazionali effettuate.
Oltre alla riduzione delle tariffe, la Ue chiede agli operatori anche maggiore trasparenza, attraverso la fornitura agli utenti di informazioni complete sulle tariffe praticate al momento della sottoscrizione del servizio e l’aggiornamento costante sulle variazioni delle tariffe. Alle autorità nazionali di regolamentazione il compito di seguire da vicino l’andamento delle tariffe applicate ai servizi di trasmissione dati come i messaggi SMS e MMS.
Si tratta comunque di misure ancora al vaglio degli europarlamentari che hanno ugualmente proposto soluzioni alternative, quali la realizzazione di una ‘Borsa’ di scambio dei minuti di roaming e la creazione di una tariffa standard, indicativa, battezzata ‘eurotariffa’, destinata ai consumatori che non hanno voglia di districarsi nella selva delle proposte tariffarie.
Quest’ultima formula è stata particolarmente apprezzata dal Bureau européen des consommateurs (BEUC) che preferirebbe che gli operatori applicassero questa tariffa transeuropea di default, lasciando ai consumatori la possibilità di sceglierla o di preferire una formula più adatta alle proprie esigenze.
Il mercato del roaming vale all’incirca 8,5 miliardi di euro, per un servizio utilizzato da circa 147 milioni di utenti: secondo le cifre in mano alla Commissione, da marzo a giugno 2006 – nonostante le proposte degli operatori – i costi del roaming sono rimasti invariati nell’80% dei casi, mentre sono addirittura aumentati nel 6% dei casi esaminati.
Il problema delle tariffe elevate di roaming praticate ai clienti che viaggiano in Europa è stato individuato per la prima volta a metà del 1999, quando la Commissione ha deciso di condurre un’indagine sui servizi di roaming nazionale e internazionale. Tale indagine ha indotto la Commissione ad avviare procedimenti nei confronti di determinati operatori mobili nel Regno Unito e in Germania, accusati di abuso di posizione dominante per aver imposto tariffe eccessivamente alte per l’uso in roaming delle loro reti in Gran Bretagna.
Nel 2001, secondo l’allora Commissario alla Concorrenza Mario Monti, le tariffe applicate agli operatori stranieri erano pari a circa un euro al minuto, tanto che a volte, i prezzi di accesso all’ingrosso erano superiori di quelli al dettaglio.
A ottobre del 2005, la Ue ha anche creato un sito web sui prezzi del roaming. Dai dati presenti sul sito emerge che, di fronte alla minaccia di una normativa comunitaria, alcune compagnie di telefonia mobile hanno iniziato ad offrire speciali pacchetti tariffari a determinati gruppi di clienti. Per la maggior parte dei consumatori che paga tariffe standard, tuttavia, non si è registrato alcun reale progresso.
A oggi, la situazione non è molto cambiata e il Commissario Reding ha ingaggiato una difficile battaglia contro i costi eccessivi del servizio, culminata con una proposta di regolamentazione osteggiata dalla maggior parte degli operatori mobili, molti dei quali hanno proposto l’autoregolamentazione o un’altra forma di regolamentazione.
Anche gli stati membri si sono dimostrati abbastanza ostici in un primo momento, con Italia, Germania, Irlanda ed Estonia convinte della necessità di un nuovo regolamento. Francia e Gran Bretagna con altri 15 Stati chiedevano invece un periodo di transizione di almeno sei mesi, mentre Grecia e Malta si sono strenuamente opposte a nuove norme.