Ddl Gentiloni: mercoledì parte l’iter di riforma. Criticità e punti di forza

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

Parte mercoledì 24 gennaio, con l’audizione alla Camera del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, l’iter della riforma radioTv, per quanto riguarda la parte dedicato alla nuova tecnologia di trasmissione in digitale terrestre, che consentirà di abbandonare il segnale analogico.

Dopo il rinvio della scorsa settimana, per la richiesta di Forza Italia di accorpare il Ddl con quello sulla Rai, dovrebbe seguire anche l’appuntamento con le relazioni dei due presidenti delle Commissioni, Michele Meta della Commissione trasporti e Pietro Folena della Commissione cultura della Camera.

Inizierà, quindi, la serie di audizioni previste nell’indagine conoscitiva che potrebbe prendere più tempo del previsto. Saranno diversi i soggetti ascoltati, compresi i Commissari Ue competenti in materia.

 

Il Ddl Gentiloni, approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri lo scorso 12 ottobre, prevede innanzitutto di aprire il mercato di pubblicità e frequenze; fissare un quadro di regole per il passaggio alla Tv digitale entro il 30 novembre del 2012; dare nuove garanzie sulla rilevazione degli ascolti; rimuovere gli elementi della legge Gasparri che sono superati, come il Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) e la privatizzazione della Rai.

 

Proprio per quanto riguarda il Sic, le nuove disposizioni non prevedono più i limiti fissati dalla Legge Gasparri (il 20% dei ricavi del Sic, che scendeva al 10% per Telecom Italia) e viene introdotto un nuovo tetto alle risorse pubblicitarie, il 45% (Mediaset attualmente ha una quota del 66,38%, la Rai è al 28,79% e La7 al 2,11%).  

Chi supera la soglia, è in posizione dominate e dovrà ridurre la quota di pubblicità trasmessa in un’ora di programmazione, dall’attuale 18% (per le Tv commerciali, mentre la Rai è al 12%) al 16%. Le telepromozioni tornano ad essere conteggiate sotto tale limite.

 

Per il digitale terrestre, lo switch-off è previsto per il 30 novembre 2012, ma entro 15 mesi dall’approvazione del Ddl, Rai e Mediaset dovranno trasferire una rete (Rai2 e Rete4) sul digitale terrestre, liberando così le frequenze che verranno ridistribuite.

Quelle acquistate in base alla legge 66 del 2001 saranno vendute con criteri stabiliti dall’Agcom; quelle già usate precedentemente, saranno restituite allo Stato che le metterà all’asta. Intanto, il ministero ha già avviato con l’Authority un censimento delle frequenze, atteso per la fine di gennaio.

 

Dopo il passaggio definitivo alla Tv digitale terrestre, sarà obbligatoria la separazione societaria (e non proprietaria) tra fornitori di contenuti e operatori di rete. Nessun editore potrà superare il 20% della capacità trasmissiva totale, pari, secondo le stime del ministero, a 10-12 canali nazionali.

 

Grosse modifiche previste anche per il sistema di rilevazione degli ascolti. Maggiori garanzie pubbliche sui meccanismi e su Auditel, rendendo più trasparenti i risultati e la loro diffusione.

Verranno, inoltre, rafforzati i poteri dell’Agcom. Previste, infatti, sanzioni più severe, multe più elevate e meccanismi più rapidi. Mentre scompare l’oblazione.

Alla Rai sarà, invece, dedicato un Ddl specifico, dopo la consultazione pubblica sulle guidelines del Ministro.

 

Per quanto riguarda, invece, i provvedimenti per le connessioni a banda larga, Telecom Italia dovrà offrire l’accesso broadband a tutti i soggetti autorizzati che lo chiedano, per favorire lo sviluppo della Tv via Internet.

 

Come sappiamo, dal 1° marzo  2007 a Cagliari e Provincia verrà avviato  il digitale terrestre.

I canali che andranno sulla TDT saranno Rai2, Rete4 e Mtv (Telecom Italia Media) visibili solo se dotati di apposito decoder.

Gli utenti saranno i primi in Italia a poter disporre di interi palinsesti nella nuova tecnologia. La decisione, presa da Italia Digitale, il comitato istituito dal Ministro Gentiloni, rientra nella fase sperimentale per la realizzazione dello switch-off nazionale.

 

Una decisione che, come abbiamo visto nei gironi scorsi, ha suscitato molte polemiche, in particolare intorno a Rai2, sia dalla parte dei consumatori che dagli addetti ai lavori.

L’Adiconsum è tra quelli che non condividono il provvedimento. “…Abbiamo ribadito alla Rai – ha dichiarato Paolo Landi, segretario  generale Adiconsum – la necessità di avviare il digitale terrestre con il vincolo per di trasmettere in chiaro sul satellite i canale 1 2 3, cosicché, chi non potrà vederli sul digitale terrestre potrà almeno vederli sul satellite. Se non c’è la garanzia di trasmettere in chiaro tutti i programmi è evidente che non ci sarà la garanzia per i sardi di vedere il secondo canale come previsto dal servizio pubblico”.

“…Ora come ora – ha spiegato Landi – chi ha il decoder può vedere dal satellite, ma ogni sera la Rai cripta i programmi, a volte quelli di Rai Uno, a volte quelli di Rai Due, a volte Rai Tre, a volte tutti e tre”.

 

Per domani, 23 gennaio, l’associazione dei consumatori ha organizzato una conferenza stampa nella quale verrà illustrato il problema e verranno annunciate le eventuali azioni che verranno intraprese a difesa dei cittadini.

Dalla Rai, il Cdr del Tg2 ha proclamato lo stato di agitazione chiedendo “…un incontro urgente con il direttore generale per la decisione presa dalla Rai di trasmettere Rai2 e il Tg2, dal primo marzo nella provincia di Cagliari, solo attraverso la piattaforma del digitale terrestre”.

“…Si tratta di una decisione – ha sottolineato il Cdr – non comunicata né concordata con i sindacati dei lavoratori della rete e della testata. Una decisione che priva gli abbonati della Rai della provincia di Cagliari, tranne i pochi possessori di un decoder digitale terrestre, di una delle più importanti voci del giornalismo televisivo italiano”.

 

Sulla vicenda è intervenuto anche il portavoce di Alleanza Nazionale, Andrea Ronchi.

“…La decisione della Rai di ‘spegnere’ Rai2 e Tg2 per Cagliari e provincia dal prossimo mese di marzo – ha detto l’esponente di An – è un gravissimo e inaccettabile blitz, figlio dell’approssimazione della sinistra”.

“…Da un lato, in poche settimane – ha detto Ronchi – si promette di distribuire gratis decine di migliaia di decoder, dall’altro, di fatto, si impedirà la visione in chiaro di un canale del servizio pubblico a tutti i cagliaritani che pagano come gli altri il canone Rai (oltretutto appena aumentato) per tre canali e non per due”.

 

Per quanto riguarda il progetto di Cagliari e provincia, la Rai si è impegnata a lanciare molto presto un canale interamente dedicato ai bambini, Mediaset un canale all news più uno dedicato alla serialità televisiva e Telecom Italia Media un progetto editoriale multipiattaforma interattivo.

E se i gruppi televisivi nazionale si stanno attrezzando per lo sbarco nel digitale anche alcune emittenti locali non sono rimaste a guardare. Tra queste, Videolina che, in collaborazione con il comune di Cagliari, ha realizzato un progetto di tLearning, con il quale sono stati e si potranno formare a distanza i dipendenti dell’amministrazione cagliaritana.

In particolare il personale del comune ha potuto seguire un corso di sei puntate sul mobbing, accompagnate dai testi, da un’ampia bibliografia e il profilo docenti.

 

Alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti anche il presidente del Consorzio Sardegna digitale, Andrea Ambrogetti e il direttore di RaiUtile, Angiolino Lonardi. Quest’ultimo in particolare ha ricordato il programma della Rai ‘Non è mai troppo tardi’.

“…Allora – ha detto Lonardi – nessuno poteva immaginare che la gente tornata a casa dal lavoro, anziché a un programma di varietà e di mero intrattenimento potesse guadare quel programma. E invece fu un successo. Come sarà oggi un successo la formazione a distanza ovviamente per formazione ad alto livello e specialistica, grazie proprio ai canali digitali che moltiplicano l’offerta e trasmettono conoscenza”.

 

Andrea Ambrogetti ha confermato la larga diffusione del digitale in Sardegna, “quasi un record“, che ha determinato la decisione dello spegnimento delle trasmissioni analogiche di Rai2 e Rete4 nell’area vasta di Cagliari, un primo passo importante per il passaggio definitivo al digitale nel 2008.

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