Unione Europea
Non si è fatta attendere la risposta della Commissione europea in merito alle critiche rivoltegli dal vicepresidente Franco Frattini dopo l’esclusione della lingua italiana dal sito destinato a promuovere il 50° anniversario del Trattato di Roma e le diverse manifestazioni che si terranno nel mondo per celebrarlo.
A Frattini, che si definiva “deluso e amareggiato” per la scelta di utilizzare solo le tre cosiddette ‘lingue di lavoro’, (inglese, francese e tedesco), più lo spagnolo, risponde il portavoce Ue per le Relazioni istituzionali e la Comunicazione, Mikolaj Dowgielewicz, il quale ha assicurato oggi che sarebbe “impensabile” avere una pagina web dedicata a questo evento non disponibile in italiano.
Sarebbe impensabile ma è stato fatto, con una mossa che per Frattini indicava il voler quasi ignorare deliberatamente “aspetti del proprio passato e del presente decisivi nell’alimentarne la memoria collettiva”.
“Ovviamente tutti i siti diretti a cittadini Ue sono in tutte le lingue disponibili” ha affermato Dowgielewicz, il quale chiarisce che esiste un sito ufficiale per i 50 anni del Trattato di Roma in 19 lingue realizzato dalla direzione generale Comunicazione.
Il sito che ha scatenato le ire di Frattini è invece un link della sezione “relazioni esterne” del sito internet della Commissione europea, che ha stabilito di utilizzare queste 4 lingue data l’importanza particolare dello spagnolo nelle relazioni internazionali, soprattutto con l’America Latina.
Sulla vicenda è intervenuto anche il portavoce della Commissione al Multilinguismo, Pietro Petrucci, il quale ha sottolineato che “non esistono regole scritte in proposito, ma solo consuetudini”.
Petrucci ha inoltre affermato che il fatto che il Trattato sia stato firmato a Roma “è prevalentemente una questione geografica”.
“Possiamo capire che per gli italiani sia motivo di rammarico, ma la decisione presa è questa”, ha infine risposto a chi gli chiedeva se non sarebbe stato comunque più ragionevole tradurre anche in italiano almeno il link specifico sul Trattato di Roma.
Non è la prima volta che il mondo politico e l’opinione pubblica italiana lamentano una certa discriminazione della lingua italiana in ambito Ue: nel 2005, infatti, la nostra lingua, forse troppo colta e sintatticamente complessa per essere compresa dai più, venne esclusa dalla rosa delle cosiddette lingue stabili dell’Unione alla quale appartengono invece il francese, l’inglese e il tedesco.
Allora, il presidente Barroso aveva addotto le famose motivazioni ‘tecniche’, la difficoltà – in pratica – di tradurre il materiale in 20 lingue e aveva ribadito che non c’era “alcuna intenzione di discriminare una lingua così importante e significativa come l’italiano”.
Oggi, la risposta odierna è sullo stesso tono: “la questione sollevata dal vicepresidente è di grande importanza e noi vi prestiamo la massima attenzione”, ha detto ancora Dowgielewicz, sottolineando che il giorno prima del Consiglio straordinario del 25 marzo a Berlino, dedicato ai 50 anni del Trattato, proprio a Roma si terrà un vertice straordinario della gioventù europea sul futuro dell’Ue, “che sottolinea il ruolo molto importante che svolge l’Italia”.
La firma del Trattato di Roma nel 1957 ha segnato la nascita della ‘grande famiglia’ europea, con l’eliminazione dei dazi doganali tra gli Stati Membri, l’istituzione di una tariffa doganale esterna comune, l’introduzione di politiche comuni nel settore dell’agricoltura e dei trasporti, la creazione di un Fondo Sociale Europeo, l’istituzione della Banca Europea degli Investimenti e lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati Membri.
Come in ogni famiglia che si rispetti, ovviamente si litiga e ci si accapiglia soprattutto nei momenti di festa e la ricorrenza per il 50esimo anniversario del Trattato non ha fatto eccezione!