Italia
Le licenze WiMax saranno assegnate entro l’estate, ma il governo intende impegnarsi a tutto tondo sull’estensione della copertura della banda larga, favorendo la realizzazione di un “quadro di certezze per il ritorno degli investimenti sulle reti di nuova generazione” e accelerando il percorso avviato dall’Agcom per la definizione delle regole di accesso alle reti.
Lo ha dichiarato Paolo Gentiloni nel corso della visita alla sede milanese di Fastweb, che è stata anche occasione per il ministro delle Comunicazioni di ribadire alla società di Silvio Scaglia l’impegno del Governo verso l’apertura del mercato della telefonia mobile agli operatori virtuali (MVNO).
Un passo molto atteso da Fastweb che, come ha sottolineato l’ad, “è pronta a cogliere le nuove opportunità ed è la prima a poter guardare al WiMax e agli operatori virtuali, avendo peraltro già investito 3 miliardi per il completamento, già avvenuto, della propria rete di nuova generazione”.
Una strada, quella della convergenza fisso-mobile e dell’accesso ubiquo a internet, irta di ostacoli per le compagnie che operano in Italia: Fastweb infatti ambisce non tanto a diventare il quinto operatore mobile del paese, ma a trasformarsi in un vero ‘quadruple player‘, in grado di offrire servizi voce, di accesso internet, di servizi video e di servizi mobili.
E nella situazione della società di Scaglia si trovano molte altre compagnie, le quali però si vedono preclusa la possibilità di offrire questi servizi ai cittadini, che pure chiedono con forza maggiore trasparenza e concorrenza sul mercato, perché l’Italia si allinei finalmente al resto d’Europa.
Gentiloni ha dunque ribadito che la priorità del governo è quella di estendere la copertura della banda larga all’intero territorio nazionale entro la fine della legislatura, garantendo la possibilità di connettersi a internet veloce anche al 10-12% di popolazione che ancora non può farlo, attraverso il Wimax e una serie di accordi con Regioni e operatori locali.
Per favorire la concorrenza sul mercato poi, Gentiloni ha ribadito l’impegno – di concerto con l’Agcom – nel determinare le regole di accesso alla rete entro la fine di quest’anno.
Entro il 2008, inoltre, dovrebbe essersi concluso anche lo scorporo dell’ultimo miglio della rete fissa di Telecom Italia, al quale sta lavorando una task force di coordinamento istituita lo scorso settembre dall’Authority.
Un percorso la cui realizzazione, ha sottolineato il presidente della società Guido Rossi, richiederà diversi mesi e che nasce soprattutto dall’esigenza “di garantire al regolatore la trasparenza nelle transazioni fra la componente di rete locale d’accesso e il resto dell’azienda”.
La società sembra ispirarsi al modello della Gran Bretagna, dove l’Ofcom – nell’ambito di una rivalutazione generale del settore che ha coinvolto tutti i player e le parti interessate – ha caldeggiato la creazione di ‘Openreach‘, un’unità separata all’interno di BT Group.
La divisione che si occupa di tutte le operazioni legate all’ultimo miglio – quello cioè che va dalla presa in casa degli utenti fino alla centrale telefonica più vicina dove il cavo di rame può entrare in un server dell’ex monopolista o in quello di uno dei suoi concorrenti – è controllata da BT al 100%, ma è gestita da un board indipendente che comprende anche membri dell’Authority.
“La scelta di un’effettiva condizione di uguaglianza nell’accesso – ha spiegato Tom Kiedrowski di Ofcom – è stata preferita a una completa deregolamentazione perché contraddittoria con le funzioni dell’Autorità e alla separazione proprietaria perché valutata eccessivamente lunga e tortuosa”.
L’innovazione, ha ribadito anche il sottosegretario alla Funzione pubblica Beatrice Magnolfi, “deve essere il filo rosso dell’attività di governo”. Per questo nella finanziaria è stato introdotto un punto molto importante: utilizzare almeno il 50% delle risorse che provengono dalla confisca per attività contro la Pubblica Amministrazione, per l’informatizzazione”.
La volontà politica di fare dell’Italia un Paese in grado di viaggiare sulle autostrade digitali, competere e innovare al ritmo del resto d’Europa sembrano finalmente esserci, e i fondi anche: 6-700 milioni di euro dovrebbero essere stanziati dagli enti locali e a questi vanno aggiunte le iniziative statali, la dotazione Infratel e altri fondi, che portano il totale a oltre 1 miliardo di euro.
Basta ora aspettare e vigilare tutti perché queste del ministro non restino solo promesse ma si trasformino in atti concreti che consentano all’intero Paese di diventare protagonista della rivoluzione digitale e non semplice consumatore.