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Corecom Lazio. Antenne radioTv: compito delle istituzioni, rispettare e far rispettare le regole

Italia


Gli articoli 9, 21 e 36 della Costituzione Italiana tutelano rispettivamente: il paesaggio e il patrimonio storico e artistico; il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione; la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

 

Compito delle istituzioni democratiche e di chi le rappresenta deve essere quello di rispettare e far rispettare le regole che sono dettate nell’interesse di tutti e di ciascuno, e da qui si deve partire nell’apprestarci a ragionare sull’annoso e penoso problema delle istallazioni delle antenne su Monte Cavo nel nostro Comune.

 

La collettività dei cittadini di Rocca di Papa da decenni convive forzatamente con l’ingombrante presenza di questi “eco-mostri” e nessuno può negare che essa abbia pagato per lungo tempo un enorme contributo per “garantire il diritto costituzionale di manifestare liberamente il proprio pensiero … con ogni altro mezzo di diffusione”.

 

Però arriva il momento in cui ci si deve necessariamente chiedere, soprattutto in quanto rappresentanti della comunità locale, quando potremo iniziare a vedere rispettati su Monte Cavo anche gli altri due diritti costituzionali fondamentali sopra citati: la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico e la tutela della salute.

 

Come è noto limitrofo al centro abitato di Rocca di Papa è il sito di  Monte Cavo Vetta, sul quale decenni fa furono installate numerosissime antenne in totale illegalità, sorte senza le necessarie autorizzazioni e/o concessioni edilizie e amministrative necessarie. La situazione di degrado che ne è derivata è devastante.

 

Questo sito è ritenuto determinante per le installazioni di impianti di emittenza radiotelevisivi in quanto si trova in un punto strategico, per altezza e posizione, per l’intero bacino di utenti radiotelevisivi della Capitale.

Queste sue caratteristiche “tecniche” hanno fatto sì che per lungo tempo non si considerasse che il posto è pure di grande pregio ambientale (vi si gode un panorama mozzafiato su Roma stessa e la sua intera provincia) ed è un sito di estremo valore storico e archeologico (era il centro politico religioso dei Latini sul quale realizzarono il tempio di Giove Laziale, dove si svolgevano annualmente le Feriae Latinae. Ai tempi dei Romani sul Monte si recavano i condottieri vittoriosi dopo le imprese militari per celebrare le “ovationes”. Nel 1700 il Vescovo di Frascati, della famiglia York, fece rimuovere le ultime rovine del tempio ed eresse un monastero. Nel 1889 il monastero si trasformò in albergo che ospitò personaggi illustri quali Adenauer, i principi Windsor, De Gasperi e Pirandello che qui scrisse “l’esclusa”. Attualmente sono presenti antenne di trasmissione radio e TV anche sull’antico convento!)

 

Inoltre gli impianti di emittenza radiotelevisivi sono notoriamente sorgenti di radiazioni ad alta frequenza; al fine di permettere una buona ricezione e trasmissione del segnale anche a notevoli distanze, i suddetti impianti radio e TV trasmettono con potenze piuttosto elevate (da alcuni Watt a 10.000 Watt). La dimostrazione della reale pericolosità dell’esposizione ai campi elettromagnetici, che si manifestano a livello cellulare e nucleare, sta ancora impegnando il mondo scientifico, sebbene ancora non si sia pervenuti a conclusioni condivise e accettate da tutti. Non è stata accertata infatti la soglia di un eventuale rischio. La difficoltà nell’individuare dati epidemiologici certi nasce dalla complessità di isolare il singolo fattore di rischio nelle popolazioni oggetto dell’indagine. Ma, di sicuro, non è neppure stata esclusa completamente tale pericolosità.

 

Presa coscienza di tutto quanto sopra, negli ultimi anni l’amministrazione comunale ha promosso varie iniziative, per chiedere a tutti gli Enti e le istituzioni cointeressate e/o controinteressate alla questione di assumere ciascuno la sua parte di responsabilità e portare il proprio contributo al fine di trovare una soluzione che smetta di far pagare ai cittadini di Rocca di Papa il caro prezzo che finora hanno versato per far vedere agli abitanti di Roma la televisione e far ascoltar loro la radio. 

 

Nell’aprile 2001 una deliberazione del Consiglio comunale di Rocca di Papa istituì il divieto assoluto di installare nuove antenne radio-telecomunicazioni e telefonia mobile su tutto il territorio, e il divieto di ampliare gli impianti esistenti, consentendo di sottoporre gli impianti in essere soltanto ad opere di manutenzione previa l’approvazione di ARPA, Ministero Beni Culturali e Ambientali, Ente Parco, CFS, ASL. Con la stessa deliberazione fu predisposto anche il primo censimento degli impianti radio TV esistenti in località Monte Cavo Vetta, terminato nel gennaio 2002 (sono presenti più di 90 emittenti).

 

Sempre nell’aprile 2001 il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato il Piano Territoriale di Coordinamento per la localizzazione degli impianti di emittenza televisiva che delocalizzava gli impianti attualmente operanti in località Monte Cavo Vetta individuando siti alternativi, quali Capranica Prenestina.

 

Nell’agosto 2003, in seguito alla mancata attuazione del suddetto Piano regionale di delocalizzazione degli impianti di emittenza televisiva, fu emessa un’ordinanza sindacale che intimò lo sgombero del sito Monte Cavo Vetta e la demolizione, entro il temine di novanta giorni, delle opere abusive relative agli impianti di trasmissione radio televisivi ivi presenti.

L’ordinanza è stata impugnata da alcune società interessate che hanno notificato al Comune ricorso davanti al TAR. Lo stesso si esprimeva chiamando in causa i competenti organi regionali.

 

Il Comune di Rocca di Papa in seguito si appellava al Consiglio di Stato che ordinava alla Regione Lazio di depositare presso la segreteria della Sezione la documentazione relativa agli adempimenti attuativi del Piano di Coordinamento Regionale con specifico riferimento alla delocalizzazione degli impianti attualmente operanti nella località Monte Cavo Vetta.

Anche negli ultimi tempi si sono tenute varie conferenze e incontri in Regione per l’attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento per la delocalizzazione degli impianti di emittenza televisiva; è stato nominato un gruppo di lavoro finalizzato alla costituzione del tavolo tecnico con i Ministeri, l’Autorità regionale ed i Comuni che ha il compito di valutare le proposte di modifica al PTC vigente proposte dai Comuni e verificarne la fattibilità. Carlo Lunghi , Sindaco del  Comune di Capranica Prenestina, nel cui territorio è stato individuato dai tecnici il nuovo sito (lontano dal centro abitato e non sede di importanti reperti storici artistici) per gli impianti oggi insistenti su Monte Cavo,  si dichiara “d’accordo sul sito di Colle Sterparo” e, ribadisce, “Al momento ciò che è stato deciso è il trasferimento di un  terzo delle antenne  di Rocca di Papa e Monte Mario su Colle Sterparo, previa bonifica dei Monti Prenestini“.

 

Nel novembre 2004 un grande risultato dell’Amministrazione comunale è stato quello di spostare la stazione ripetitrice ACEA dalla Fortezza in località Costarelle.

La Fortezza è un sito di rilevante interesse storico ed archeologico (si elevava il collegio dei Sacerdoti cabensi) ed al Comune di Rocca di Papa furono accordati finanziamenti per la ristrutturazione del Museo Storico di Geofisica proprio presso la sede della Fortezza e per la riqualificazione dell’intera area. Nelle more dell’individuazione di un sito unico per razionalizzare e ridimensionare al massimo l’uso indiscriminato dei ponti radio, gli apparati dell’ACEA sono stati spostati in località Costarelle, in un’area non accessibile ai cittadini, fuori del centro abitato, senza civili abitazioni nelle immediate vicinanze, già utilizzata per l’installazione di altri ponti radio, con un manufatto e un tronco di traliccio di sostegno già esistente.

 

Pertanto, nel dichiararci convinti che verrà presto il momento in cui finalmente potremo tornare ad ammirare le bellezze del magnifico panorama di cui si può godere da Monte Cavo Vetta, libero da impianti e tralicci, continuiamo a lottare e batterci per far valere le nostre sacrosante ragioni nell’interesse dei nostri concittadini che, giustamente, sono stanchi di pazientare ancora per vedere riconosciuti i loro diritti.

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