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Corecom Lazio: regole certe per garantire piccole e medie emittenti e stretti controlli sull’inquinamento elettromagnetico

Italia


La prima mozione approvata dal Consiglio regionale in questa legislatura è stata proprio quella per l’attuazione del Piano territoriale di coordinamento per la localizzazione degli impianti di emittenza. E’ una vicenda che la precedente Giunta regionale non ha mai affrontato, nonostante le ripetute sollecitazioni delle Comunità locali e dei Sindaci in prima persona. Sull’elettromagnetismo c’è stato negli anni passati un vuoto legislativo regionale molto grave, che ha impedito ai Comuni di poter realizzare anche i Piani regolatori della telefonia e i regolamenti per dettare norme precise. La Giunta di centrosinistra ha voluto da subito accelerare i tempi per uscire da una situazione divenuta intollerabile.

 

La mozione dello scorso anno, presentata da me e sottoscritta da diversi consiglieri ds, prevedeva l’istituzione di una Conferenza  presso la presidenza della Giunta regionale per dare piena attuazione al Piano predisposto dalla Giunta Badaloni e mai reso operativo dalla Giunta Storace.

Lo strumento della Conferenza fu scelto proprio per promuovere la più ampia condivisione circa le migliori soluzioni da adottare insieme a tutte le istituzioni e i soggetti privati interessati.  Del resto i Sindaci hanno sempre dato prova di grande senso di responsabilità e disponibilità a dare il proprio contributo per risolvere i problemi, a fare ognuno la propria parte accettando nel proprio territorio una parte delle emittenti. Certamente nessuno si è più dichiarato disponibile ad andare avanti a colpi di ordinanze per cercare di liberarsi delle antenne.

 

Tale mozione, dicevamo, fu approvata all’unanimità e dava chiare indicazioni sulle problematiche da affrontare:

 

Alla base di quel documento c’era e persiste tuttora la convinzione che il pluralismo, l’obiettività, la completezza e l’imparzialità delle informazioni, nonché l’apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche, sociali e religiose rappresentino principi fondamentali e irrinunciabili di un sistema radiotelevisivo, che si realizzi con il concorso di soggetti pubblici e privati e che pertanto debba essere salvaguardata, in particolare, l’attività delle emittenti locali.

 

D’altra parte riteniamo che l’attuazione del Piano debba in ogni caso offrire migliori garanzie del rispetto delle esigenze della salute della popolazione esposta a campi elettromagnetici e del rispetto delle esigenze di carattere urbanistico e ambientale dei territori interessati. 

Dopo cinque anni di immobilismo della Giunta Storace si è cominciato ad affrontare, dunque, con grande senso di responsabilità la questione dell’inquinamento elettromagnetico nella sua complessità ed unitarietà e sento di potere affermare che l’attuazione del Piano finalmente non è più una chimera.

 

A un anno di distanza dall’approvazione di quella mozione, infatti, sono state  istituite la Conferenza per l’attuazione del Piano e la Commissione tecnica inter-istituzionale, che hanno lavorato con impegno alla verifica di tutti gli aspetti logistici e socio-ambientali dei siti, della concreta fattibilità del Piano e delle eventuali modifiche da apportare.

 

Grazie all’impegno assunto in prima persona dall’Assessore all’Urbanistica Massimo Pompili è stata portata avanti un’azione politica importante di condivisione del Piano attraverso il confronto tra le istituzioni, le amministrazioni locali e i soggetti privati, che, a diverso titolo, sono coinvolti ed  interessati alla soluzione del problema. Finalmente si è arrivati alla condivisione del Piano da parte delle Amministrazioni locali, scegliendo il metodo della concertazione con le Comunità locali, che hanno dato un contributo fondamentale alla proposta.

L’obiettivo, che come Regione stiamo portando avanti con determinazione per l’attuazione del Piano, è quello di ridare un quadro di certezze ai cittadini del Lazio ripristinando uno stato di diritto. Dare certezze, come ho già detto, significa garantire l’impatto ambientale, significa garantire soprattutto le piccole e medie emittenti, significa prevedere controlli 24 ore su 24 sull’inquinamento elettromagnetico.  

 

Noi crediamo che un Paese civile, una democrazia avanzata, debba dare un quadro di certezze e di regole in un settore strategico come la comunicazione, nel quale si devono coniugare le esigenze formative, ambientali e di salvaguardia della salute.

Sentiamo di avere a questo proposito una responsabilità etica, ancor prima che politica e  non vogliamo che i cittadini abbiano mai più la sensazione che le Istituzioni siano forti con i deboli e deboli con i forti, come è accaduto in passato. Non è più accettabile, come è stato negli scorsi decenni, che in spregio ad ogni regola questo settore non sia regolamentato.

C’è già un accordo condiviso con i territori interessati ed entro i primi mesi del 2007, insieme all’assessore Pompili, ci auguriamo di poter portare in Consiglio regionale la proposta di modifica al Piano, che porrà fine ad anni di incertezze e di assenza di un quadro normativo: un risultato importante per i cittadini, per i territori e per gli operatori del settore.

 

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