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Grande soddisfazione per Sky Italia che si appresta a chiudere questo 2006 con la soglia dei 4 milioni di abbonati, 12 milioni di spettatori, e un primo profitto da 32 milioni di euro.
Questi i risultati dei primi tre anni di attività e la società è subito pronta a lanciarsi in nuove sfide e traguardi sul fronte della produzione, battezzando la fiction ‘made in Sky Italia‘ con il premio oscar Gabriele Salvatores. A lui il gruppo ha affidato il ruolo di direttore artistico per un produzione di una miniserie di 6 puntate basata sul film ‘quo vadis baby’, tratto dall’omonimo libro di Grazia Verasani, che sarà girata tra Bologna e altre città italiane. A gennaio il gruppo annuncerà altre produzioni e intanto si gode i risultati realizzati.
In conferenza stampa a Milano, Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, ha detto: “…Quattro milioni di abbonati significa che circa dodici milioni di italiani hanno accesso a Sky nelle loro case, senza contare i molti milioni in più che guardano Sky nei bar o in altri luoghi pubblici”.
Quota 12 milioni di spettatori “…è una pietra miliare per Sky – ha detto – ma abbiamo raggiunto questo risultato solo grazie al supporto degli italiani che hanno mostrato un grande desiderio di avere più alternative in televisione. Per questo desidero ringraziare i nostri abbonati, aggiungendo che il nostro obiettivo è di continuare a servirli al meglio, mantenendo l’elevato livello qualitativo dei programmi attuali, aggiungendo nuove scelte ogni anno e garantendo la qualità del servizio clienti. Se riusciremo a raggiungere questi risultati, sono sicuro che il numero degli abbonati continuerà a crescere”.
Mockridge non azzarda cifre, ma fa notare che “…Sky Italia è già la terza pay- Tv in Europa, dopo BSkyB in Gran Bretagna e l’azienda nata in Francia dalla recente fusione tra CanalPlus e TPS. Stiamo rapidamente diminuendo il gap con la Francia e il nostro obiettivo è di emulare gli Azzurri al Mondiale di Germania e batterla!”. Cioè superare 4,6 milioni di clienti.
“Questo – ha sottolineato – è un grande mercato Tv e c’è molto spazio di crescita per Sky e per le altre Pay TV, così come per le Tv generaliste di continuare ad avere successo”.
Ben si comprende, quindi, la soddisfazione di archiviare il primo profitto da 32 mln di euro e di dare lavoro a 4mila dipendenti di Sky e altri 4mila tra collaboratori, call center e installatori.
“…Sky – ha spiegato Mockridge – non può ritenere di avere successo fino a quando non diventerà più forte finanziariamente. Siamo consapevoli del fatto che, anche se nell’anno fiscale che si è chiuso il trenta giugno abbiamo registrato il primo profitto mai raggiunto da una piattaforma di Pay TV in Italia, con 32 milioni di euro, questa cifra è solo una frazione dell’utile generato dai nostri competitor e niente rispetto ai miliardi investiti nella Pay TV in Italia da quando è iniziata 17 anni fa e da Sky dopo la fusione”.
Si va avanti, dunque, potendo contare già ora su un pubblico composto principalmente dalla popolazione attiva del Paese.
“Moltissime – ha spiegato nel corso della conferenza stampa il Direttore Marketing Andrea Zappia – sono famiglie con bambini: Il 42% dei nostri clienti ha un figlio con meno di 14 anni verso una media in Italia del 22%. Mediamente ogni famiglia abbonata è composta da 3,2 componenti, contro i 2,6 della media delle famiglie italiane. Tendenzialmente, chi sottoscrive è parte della popolazione più attiva e giovane: per il 77% hanno un’età tra i 25 e i 54 anni, contro una media italiana del 53%. Sono poi fortemente attratti dalla possibilità di avere una televisione che non li delude, e dal fatto che ogni volta che accendono la Tv possono trovare qualcosa di interessante da vedere. Crescono infine le donne: sono il 30% gli abbonamenti intestati a loro”.
Questi significano che la società è riuscita a modificare le consuetudini del passato ma anche, cosa fondamentale, è riuscita ad arginare la pirateria, grazie ai nuovi sistemi di criptaggio molto più efficienti e con il supporto attivo della polizia italiana e delle autorità.
“…Quattro anni fa – ha detto Mockridge – la pirateria era dilagante, oggi non esiste praticamente più”.
E non è cosa da poco se pensiamo che, stando ai dati dell’Aepoc (Associazione europea per la protezione delle opere e dei servizi criptati), il volume d’affari diretto della pirateria satellitare in Europa ammonta ad almeno 1 miliardo di euro l’anno.
Il fenomeno ha conosciuto forse la sua massima diffusione nel 2001, con l’introduzione del cosiddetto simulcrypt, cioè la possibilità per ciascun cliente di ricevere le offerte di entrambi gli operatori satellitari, Stream e Tele+, con lo stesso decoder. In un mercato di circa 6 milioni di famiglie con parabola, gli abbonati alle due Pay TV non superavano i 2 milioni, mentre la diffusione delle smart card pirata cresceva a ritmi vertiginosi.
Si calcola che, tra il 1998 e il 2001, Tele+ e Stream abbiano accumulato perdite per 2.450 milioni euro (1.366 Tele+ e 1.080 Stream).
Si stima che una ripresa del fenomeno della pirateria in un mercato come quello italiano, che nel frattempo ha visto la proliferazione degli operatori a pagamento su varie piattaforme trasmissive (cioè satellite, digitale terrestre con Mediaset in prima linea, IPTV, DVB-H), avrebbe effetti devastanti non solo sul mercato pay, ma anche su quello della produzione di questi contenuti.
Ma tra le scelte vincenti di Sky Italia c’è anche quella di aver saputo scegliere programmi di forte appeal, diversificando l’offerta.
“..Quattro anni fa – ha detto Mockridge – si diceva che gli italiani avrebbero pagato la Tv solo per il calcio. Eppure, anche se il calcio è molto importante, la percentuale dei nostri clienti che compra il cinema è molto più alta e le nostre ricerche sui nuovi abbonati dimostrano che la motivazione principale per abbonarsi a Sky è la scelta straordinaria tra molti, molti canali”.
Secondo l’amministratore delegato l’aspetto più importante del garantire la scelta “…è quello di fornire diverse opzioni di programmazione e per questo Sky cerca costantemente di espandere la sua offerta”. Da qui la decisione di puntare la prua sul fronte della produzione di film, rovesciando il classico passaggio della pellicola dalla sala cinematografica alla Tv: prima la Tv, prima Sky Italia.
“…Sono molto felice – ha sottolineato – di annunciare il nostro nuovo accordo con Gabriele Salvatores, grazie al quale lui farà una serie Tv di sei puntate da novanta minuti l’una che trasmetteremo su Sky Cinema e che poi rivenderemo alla Tv terrestre e in Dvd”.
“…Questa – ha detto – è la prima di molte iniziative simili, e questo dimostra che, finalmente, l’Italia ha una industria Pay TV credibile dove ci sono nuove opportunità per produttori e registi”.
“…E’ la prima volta che accetto un impegno di questo tipo – ha commentato Salvatores – sia per la direzione artistica sia per un racconto seriale”.
“…A convincerlo – ha spiegato – è stata la possibilità di sperimentare in Italia la produzione di fiction del livello di Lost o Doctor House”.
“…Ho 56 anni e non ho figli, ora vorrei proteggere qualcuno da padre, perciò – ha confessato il premio Oscar – la direzione artistica diventa un modo per lanciare anche nuovi talenti, anche se di fronte alla macchina da presa sono come un bimbo con il pallone, può darsi che qualche ciak – ha scherzato – me lo riserverò”.
Ma l’offensiva del gruppo non si fermerà alla fiction.
“…Sky – ha detto Zappia – non è un operatore solo satellitare. Basta ricordare gli accordi già raggiunti con Fastweb, per la IPTV, con Vodafone, 3 (H3G) e Telecom Italia per la televisione sui telefonini. Siamo i primi inoltre – ha sottolineato – ad aver creato canali appositamente per il mobile, con contenuti brevi e curiosi”.
Senza dimenticare Internet: “…è nata Sky Life, uno dei pochi siti che già oggi abbina contenuti video di qualità prodotti da SKY Sport, SKY TG 24 e SKY Cinema, ad altri, proposti dalla community dei navigatori che in poche settimane ha già raggiunto i 250 mila iscritti“.
Mockridge ha commentato che Sky “…non si considera un’azienda satellitare, ma un’azienda Pay TV digitale. Siamo già distribuiti su IPTV, broadband e telefonia mobile, così come sul satellite ed è nostra intenzione estendere le opportunità di distribuzione in altre direzioni”.
Quanto al futuro del digitale terrestre, l’amministratore delegato ha detto che “…entro il 2012, se non prima, ogni casa italiana riceverà la Tv digitale in una forma o nell’altra e per i telespettatori questo significa ancora più scelta e per Sky e la Tv terrestre, più competizione. Ci sarà posto per tutti e la nostra sfida sarà di fornire una televisione eccellente alle persone in modo che continuino a scegliere noi”.
Quello che chiede Sky e solo maggiore libertà d’azione: “…La posizione di News Corporation è la stessa in ogni Paese: crediamo che i mercati debbano essere liberalizzati per incoraggiare la concorrenza. Qui in Italia crediamo che sarebbe meglio, invece di limitare qualsiasi azienda televisiva, pay o terrestre, ridurre le regole europee che impediscono a Sky di competere sulla TDT”.
“…Nel mercato italiano – ha aggiunto – abbiamo subito molte limitazioni da parte di Bruxelles”.
Spiegando che le difficoltà nascono dal fatto che l’Europa continua a sostenere che Sky non è in diretta competizione con Mediaset, Rai e La7, mentre “in Italia c’è una concezione più ampia del mercato satellitare”.
“Ovviamente – ha sottolineato – pensavamo che i sussidi alla TDT fossero discriminatori nei riguardi delle altre tecnologie e, dopo aver fallito, per oltre un anno, nella richiesta al Governo di togliere i sussidi, abbiamo protestato di fronte alla Ue che rapidamente si è mossa per fermarli”.
“…Nessuno di noi sa quali saranno i prossimi passi“, in ogni caso ha detto l’Ad di Sky, “…L’Autorità ha confermato la valutazione che i finanziamenti all’acquisto del decoder per il digitale terrestre erano discriminatori, ma non c’è ancora una decisione formale, perciò è opportuno aspettare un pronunciamento formale”.
Insieme alla decisione dell’Europa, Sky attende anche la sentenza del tribunale di Milano che dovrebbe pronunciarsi sulla possibilità per la Pay TV di pubblicare i dati sugli ascolti.
“…Appena sarà possibile pubblicare i dati Auditel, saremo felici”, ha commentato Mockridge. “..Sono convinto che ci sia un forte desiderio degli operatori di avere dati accurati per la Tv satellitare“.
Smentite invece le voci secondo le quali Sky avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di acquisire Fastweb.