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I leader e gli esperti dell’economia digitale – da Eric Schmidt di Google a Nandan M. Nilekani di Infosys – condividono le loro idee sulle sfide e le opportunità del 21° secolo, su un esclusivo forum lanciato dal BT Group.
Lo spazio di confronto virtuale lanciato da BT – Big Thinkers – ospiterà alcuni tra i pensatori più stimolanti dell’attuale scenario hi-tech, intervistati dalla visionaria del cyberspazio Esther Dyson e da un panel di senior leader su una serie di argomenti di stretta attualità – dalla gestione di compagnie che rappresentano esse stesse l’economia del 21°secolo, agli investimenti nelle piccole aziende dalle grandi idee, che magari dall’India reinventeranno il mondo come iniziò a fare Microsoft poco più di 30 anni fa.
Questa serie di incontri, iniziati a settembre con Eric Schmidt, Ceo di Google, vuole rappresentare un’evoluzione dei media partecipativi, permettendo ai manager di confrontarsi con colleghi ed esperti comodamente seduti nel loro ufficio e a chi è interessato di guardare o scaricare il video.
Eric Schmidt ha analizzato la crescita di Google da semplice concetto nella mente di due giovani intraprendenti studenti, ad azienda all’avanguardia quale è oggi e ha inoltre spiegato le difficoltà di gestione e le fide giornaliere della società, alle prese – da cittadino del mondo – con gli usi, i costumi e i sistemi legali di Paesi completamente diversi tra loro. Un esempio su tutti: la Cina e le polemiche provocate dalla decisione della società di sottostare alle rigide censure imposte dal governo di Pechino.
Gestire Google, ha spiegato Schmidt, è come stare “con tre ruote fuori strada”: ancora oggi, molti guardano meravigliati a questo ‘miracolo’ dei nostri tempi che riesce a intrigare utenti, advertiser, investitori, concorrenti. La chiave del successo – ha aggiunto – sta tutta nella creatività, la collaborazione e in un processo decisionale basato sul consenso.
Ma le sfide che il gruppo deve affrontare sono molte: dallo scarso entusiasmo verso i servizi supplementari alla ricerca, ai governi che vogliono controllarlo, agli investitori che si chiedono quanto ancora durerà il suo periodo d’oro.
La serie di interviste include anche l’evento “L’economia Indiana: clienti e competitor”, con ospiti 4 business leader impegnati in una discussione sul ruolo del paese nell’economia digitale globale.
L’economia indiana è cresciuta mediamente del 7% negli ultimi tre anni, con aspettative di crescita futura ancora più alte. Ma anche se la maggior parte della crescita (oltre il 60%) arrivi dal settore privato, il Paese deve ancora affrontare la sfida dello sviluppo. Per esempio, l’agricoltura contribuisce al 25% del PIL ma impiega il 70% della popolazione.
Il panel ospitato da BT discute dunque in che modo dunque il Paese affronterà la questione della preparazione delle giovani generazioni ai nuovi modelli di business posti in essere dall’economia digitale.
Economia digitale che ci pone tutti di fronte al ‘paradosso della scelta’, condizione che viene esaminata in un’altra sessione del forum.
Perché le persone non si sentono più felici quando hanno più alternative? La domanda ha disorientato per anni gli psicologi in erba, e nel saggio intitolato proprio ‘il paradosso della scelta’, Barry Schwartz, dello Swarthmore College ha tentato di darci una risposta. La sua tesi, qui molto semplificata, è che la troppa scelta non solo rischia di confondere, ma attua anche un meccanismo per cui – proprio perchè abbiamo più scelta – non abbiamo più un capro espiatorio a cui dare la colpa della nostra insoddisfazione. Non possiamo, in sostanza, dare la colpa delle cose al fato, alla fortuna o a potenti forze ostili.
Il panel, raggruppato da BT, analizza le implicazioni sul business di questo paradosso.
“Il lancio di questa serie di tavole rotonde innovative, interattive e virtuali è una pietra miliare per BT e per l’industria”, ha dichiarato Julie Woods-Moss, vice president marketing di BT Global Services.
“La convergenza – ha aggiunto – è il cuore dell’economia digitale ed è molto di più che astratta tecnologia. Riguarda infatti industrie che si incontrano, nuovi modelli di business e nuovi modi di pensare”.
Il format prende spunto dalla convinzione che anche il punto di vista dei consumatori e dell’industria debbano convergere: “come MySpace incontra il Truman Show – ha concluso – vediamo un cambiamento nel modo in cui i manager ottengono le loro informazioni, forse guardando i loro ragazzi discutere nelle chat o nei forum su internet”.