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Web e imprese: per l’Istat bene l’eGov, ma ancora scarso l’uso di banda larga ed eCom rispetto alla media Ue

Italia


L’Istat ha diffuso i principali risultati della rilevazione sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nelle imprese con almeno 10 addetti, riferiti al 2005 per quanto concerne il commercio elettronico e al 2006 per l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Dalle rilevazioni emerge che a gennaio 2006, le imprese che dispongono di almeno un personal computer rappresentano il 96,4% del totale di quelle con almeno 10 addetti, mentre si conferma il livello di saturazione raggiunto già nei due anni precedenti ed una crescita legata alla diffusione del fenomeno nelle imprese di dimensioni più contenute (10-49 addetti).

Rispetto al 2005, è aumentato l’utilizzo di personal computer: gli addetti che utilizzano il computer almeno una volta a settimana rappresentano il 39,8% del totale contro il 38,4% dell’anno precedente.

A segnare livelli di utilizzo più elevati con valori superiori al 43,0%, sono le imprese di maggiore dimensione (250 addetti e oltre) e quelle localizzate nel Centro e nelle regioni del Nord-ovest.

 

A livello settoriale – dice l’Istat – permane ancora un forte divario fra l’industria (35,2%) e i servizi (45,4%), dovuto all’uso limitato del computer tra le imprese che esercitano attività economiche a basso contenuto tecnologico, come le industrie conciarie (20,6%), quelle del legno (24,1%) e del tessile (26,9%).

A livello territoriale si conferma il ritardo delle imprese localizzate nel Mezzogiorno (19,1%) rispetto a quelle delle altre ripartizioni del Paese.

Il tipo di attività economica esercitata dall’impresa e la sua dimensione discriminano sensibilmente l’utilizzo di Internet come strumento per lavorare fuori dalla propria sede (da casa, presso altri partner o clienti, da altre sedi dell’impresa, durante i viaggi di lavoro) pur rimanendo comunque connessi ai sistemi informativi dell’impresa. Appena il 4,4% delle imprese informatizzate con almeno 10 addetti ricorre al lavoro in esterno in connessione con l’impresa. In particolare, la quota aumenta di 10 punti percentuali per le industrie di prodotti chimici (14,4%) e di circa 20 punti percentuali per le imprese del settore delle poste e telecomunicazioni (25,9%). Soltanto il 3,0% delle imprese di minore dimensione (10-49 addetti) utilizza personale collegato dall’esterno della sede ai sistemi informativi dell’impresa, mentre vi ricorre il 31,4% delle imprese con almeno 250 addetti e il 16,1% di quelle con 100-249 addetti.

Continua ad ampliarsi la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese informatizzate. A gennaio 2006, il 94,1% delle imprese informatizzate con almeno 10 addetti utilizza la posta elettronica, il 96,4% dispone di Internet, il 58,8% possiede un proprio sito Web, il 34,6% connette i propri computer con reti Intranet e il 13,4% utilizza Extranet.

 

La diffusione della posta elettronica e della connessione ad Internet ha ormai raggiunto livelli piuttosto elevati in tutti i settori di attività economica, in tutte le dimensioni di impresa e le ripartizioni geografiche, con incidenze che, quasi sempre, superano il 90% del totale delle imprese informatizzate. Tuttavia, emergono tassi di incidenza più contenuti e abbastanza differenziati quando si passa a considerare l’effettiva utilizzazione di questi strumenti da parte delle imprese. In particolare, la diffusione di siti Web indica una marcata disparità fra le imprese con 10-49 addetti (ne dispone il 56,1%) e quelle con 250 addetti e oltre (89,1%), nonché fra le imprese del Nord (63,3%) e quelle del Mezzogiorno (47,3%). Anche fra i diversi settori di attività economica si segnalano utilizzi molto differenti, con una punta massima nel settore alberghiero (92,6%) e un valore minimo in quello delle costruzioni, ove i siti Web sono sviluppati nel 35,9% dei casi.

Anche la presenza di reti Intranet ed Extranet risulta fortemente differenziata in relazione alla dimensione d’impresa: a fronte di una elevata diffusione nelle grandi imprese (rispettivamente 83,9 e 52,8% delle imprese informatizzate) si rileva una presenza contenuta in quelle con 10-49 addetti (rispettivamente 30,5 e 10,7%).

Il divario persiste, anche se meno rilevante, in termini geografici: le imprese informatizzate del Nord e del Centro utilizzano le reti Intranet ed Extranet in misura superiore a quelle del Mezzogiorno.

 

Tra i settori di attività economica, sono i servizi informatici a ricorrere con più frequenza alle reti Intranet (75,0%) ed Extranet (38,9%). Il confronto dei dati sulla connettività delle imprese evidenzia la progressiva espansione della banda larga a scapito delle tecnologie di connessione più tradizionali e ormai obsolete, quali il modem e l’ISDN, mentre cominciano ad affermarsi le connessioni wireless.

In particolare, a gennaio 2006 i collegamenti in banda larga sono presenti nel 72,2% delle imprese informatizzate, i modem analogici nel 22,3% e l’ISDN nel 28,7%. Le connessioni wireless risultano utilizzate dall’11,6% delle imprese informatizzate contro il 7,8% dell’anno precedente. Nonostante la maggiore diffusione tra le imprese con più di 99 addetti e fra quelle localizzate nel Nord, la connessione a banda larga rimane la soluzione prescelta in tutte le macroaree del Paese. Le connessioni wireless, invece, superano quelle effettuate via modem e ISDN nelle imprese informatizzate con almeno 100 addetti.

 

Sempre più frequentemente le imprese utilizzano Internet per fruire dei servizi disponibili on-line. Nel 2006, la rete è stata utilizzata dall’81,1% delle imprese che si connettono ad Internet come strumento per accedere a servizi bancari o finanziari, dal 65,6% per acquisire informazioni sui mercati e dal 51,6% per acquisire dati e informazioni in formato digitale.

Minore è l’utilizzo di Internet per acquisire servizi post-vendita (29,5%) e per formare e istruire il personale (12,3%).

 

Per tutte le tipologie di servizi previste dalla rilevazione, le imprese con almeno 250 addetti utilizzano Internet più intensamente delle altre, fatta eccezione per i servizi bancari di cui usufruiscono prevalentemente le imprese con 50-249 addetti (circa il 90,0% delle imprese connesse ad Internet).

Internet è diventato un effettivo canale di comunicazione nei rapporti fra le  imprese e la Pubblica Amministrazione. Nel corso del 2005, il 93,1% delle imprese connesse ad Internet ha utilizzato la rete per usufruire dei servizi offerti on-line dalla Pubblica Amministrazione.

 

Comincia a ridursi il divario emerso negli anni precedenti fra il ricorso a servizi informativi o di semplice ricezione di modulistica (cui ha fatto ricorso rispettivamente l’81,0% e il 79,3% delle imprese) e quello a servizi più complessi come l’invio di moduli compilati (53,2%) e lo svolgimento on-line di intere procedure amministrative (39,3%). Sebbene a livello nazionale l’offerta on-line per gare d’appalto sia ancora poco utilizzata (7,9%), è da segnalare che, nel corso del 2005, questo servizio è stato utilizzato dal 33,6% delle imprese del settore poste e telecomunicazioni e dal 21,2% di quelle dedite alla fabbricazione di coke e alla raffinazione del petrolio.

 

In generale, la propensione ad avvalersi dei servizi pubblici on-line aumenta al crescere della dimensione aziendale.

Nel 2006, il 95,1% delle imprese utilizzano il web per il marketing dei propri prodotti/servizi e, in misura minore, per favorire la consultazione del proprio catalogo (43,5%); ridotto è invece l’interesse per la trasmissione di informazioni digitali (24,6%), i servizi di  personalizzazione (23,2%), i servizi post-vendita (16,5%) e la compatibilità per l’accesso via telefono cellulare (4,5%).

 

Le attività di commercio elettronico sono caratterizzate da una relazione diretta con la dimensione delle imprese: in quelle più piccole (10-49 addetti) la diffusione del commercio elettronico è piuttosto marginale mentre le grandi imprese (250 addetti e oltre) si avvalgono frequentemente di questa modalità di scambio.

 

Nel complesso, la percentuale di imprese che effettuano acquisti on-line rispetto al totale delle imprese registra un notevole incremento nel corso dell’ultimo anno, passando dal 19,6% del 2004 al 27,9% del 2005: un’impresa su quattro tra quelle con meno di 50 addetti e quasi una su due di quelle con almeno 250 addetti acquista on-line prodotti o servizi.

 

Sono ancora scarsamente diffuse le vendite on-line alle quali, nel 2005, ha ricorso appena il 3,8% delle imprese per un valore complessivo del 2,0% del fatturato totale. Nonostante il dato generale, si distinguono alcuni comparti come le attività alberghiere, ove il 39,3% delle imprese effettua vendite on-line per un valore pari al 5,4% del fatturato, e le imprese con almeno 250 addetti, in cui il 16,0% effettua vendite on-line per un totale del 3,2% del fatturato.

 

La destinazione delle vendite effettuate via Internet rileva una limitata  propensione delle imprese ad esportare verso paesi extra Unione europea (appena il 6,9% del valore delle vendite via Internet) rispetto al mercato interno (82,8%). In generale, le imprese con 10-49 addetti e quelle localizzate nel Nord-est e nel Mezzogiorno registrano un maggiore orientamento ad esportare (proviene dall’estero rispettivamente il 32,8%, il 40,4 e il 38,5% del fatturato su Internet) rispetto alle medie e grandi imprese e a quelle con sede nel resto del Paese.

Le imprese che vendono via Internet hanno come clienti principali le amministrazioni pubbliche e le imprese da cui proviene l’81,5% del fatturato derivante da Internet. Il restante 18,5% proviene dagli individui e dalle famiglie. Tuttavia, in alcuni settori la quota di fatturato via Internet derivante da vendite alle famiglie supera il 60,0% (industrie alimentari, commercio al dettaglio, alberghi, poste e telecomunicazioni, audiovisivi). Inoltre, le imprese con meno di 50 addetti e quelle localizzate dal Centro al Mezzogiorno si rivolgono di più a individui e famiglie come clienti delle vendite via Internet (rispettivamente 44,6 e circa il 26,0%).

 

Nel 2006, il 52,2% delle imprese utilizza sistemi informatizzati per la gestione degli ordini di vendita/acquisto. Mentre le imprese con 250 addetti e oltre registrano la maggiore diffusione di questa tipologia di applicazione (85,2%), nonché dei sistemi di gestione degli ordini collegati automaticamente ad altre funzioni aziendali, quelle con 10-49 addetti e le imprese del Mezzogiorno rilevano una minore capacità di utilizzo e di integrazione dei sistemi informatici. Nel corso del 2005, il 66,5% delle imprese ha incontrato problemi di sicurezza dovuti principalmente alla presenza di virus sui personal computer (65,0%) e, solo in minima parte, ad accessi non autorizzati ai sistemi informatici dell’impresa (3,7%) e a ricatti o minacce contro i dati o il software dell’impresa (0,9%).

 

Coerentemente con il maggiore utilizzo di tecnologie informatiche e di rete, il problema della sicurezza è ampiamente diffuso tra le grandi imprese (80,6%) rispetto a quelle con 10-49 addetti (65,0%).

 

A gennaio 2006, gli strumenti utilizzati per proteggere l’integrità dei sistemi e tutelare la sicurezza consistono prevalentemente in software antivirus (98,7% delle imprese connesse ad Internet), firewall (71,1%) e back up dei dati (65,7%); sono meno diffusi gli altri sistemi basati su tecniche come ID biometrici e codici PIN (19,0%), la crittografia (14,4%), le procedure di autenticazione e codificazione quali la firma digitale (12,3%). Mentre le imprese più piccole (10-49 addetti) possiedono una strumentazione di sicurezza basata principalmente su antivirus, firewall e sistemi di back up, quelle più grandi affiancano a tali strumenti anche i server sicuri e la crittografia. Ciò è confermato anche dalla percentuale di imprese che adottano almeno due strumenti di sicurezza, che nel caso delle imprese di minore dimensione è pari all’86,3%, ovvero 13 punti percentuali in meno rispetto alla quota di imprese delle stesse dimensioni che adotta almeno uno strumento tra quelli indicati. Lo stesso confronto fatto per le imprese di maggiore dimensione non evidenzia alcuna differenza di rilievo tra chi utilizza uno o due strumenti (circa il 99,0% in entrambi i casi).

 

L’uso di Internet ha raggiunto ormai livelli di saturazione in tutta Europa, pur con qualche eccezione. In Italia, la maggiore presenza di piccole imprese (10-49 addetti) ha comportato un livello di utilizzo di Internet di poco inferiore alla media europea (Paesi UE25), comunque superiore al 90% sul totale delle imprese con almeno 10 addetti.

 

Più differenziata la situazione relativa all’accesso ad Internet tramite tecnologie a banda larga: nonostante gli sforzi fatti dalle imprese in questi ultimi anni, l’Italia è in ritardo rispetto alla media europea. Ciò si deve principalmente alla più lenta adozione di ICT da parte delle imprese con 10-49 addetti e al fatto che esse rappresentano circa l’88,0% della popolazione totale delle imprese italiane con almeno 10 addetti.

L’utilizzo dei servizi pubblici on-line e il sito web Le imprese italiane con almeno 10 addetti sono lontane dalla media UE25 per i siti web (57,0% rispetto al valore medio del 65,0%) mentre si collocano al secondo posto, dopo la Finlandia, per quanto riguarda l’eGovernment (87,0%). Ciò è dovuto anche al fatto che alcune operazioni comuni alle imprese, come gli adempimenti fiscali, possono essere effettuati esclusivamente on-line.

Il commercio elettronico stenta a decollare a livello di tutti i Paesi dell’Unione europea e, in generale, le imprese sono più portate ad acquistare che a vendere on-line. L’Italia è penultima sia negli acquisti che nelle vendite on-line.

 

L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese

ISTAT

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