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Il digitale terrestre continua a essere uno degli argomenti più dibattuti sul mercato audiovisivo. Istituzioni e operatori del mercato sono da tempo ormai alle prese con un confronto serrato che dovrebbe portare all’adozione delle giusta strategia per far decollare il settore.
Al centro della discussione soprattutto gli incentivi ai decoder, specie dopo la recente notizia che la Ue starebbe vagliando una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, colpevole di aver erogato in totale 220 milioni di euro tra il 2004 e il 2005 in sconti digitali.
L’aspetto che crea maggiore dissenso è l’ipotesi che la multa decisa dall’Antitrust Ue vada a ricadere sui broadcaster.
Possibilità che naturalmente non trova d’accordo i player del settore, Mediaset in primis. Gina Nieri, consigliere del gruppo televisivo, ha infatti commentato: “…Non si capisce come sia anche solo ipotizzabile che la restituzione degli aiuti per l’acquisto dei decoder per la Tv digitale sia a carico delle società televisive che non ne hanno beneficiato: a beneficiarne sono stati gli utenti, a cui, ovviamente, non è possibile chiederne la restituzione”.
A giudizio della Nieri è, inoltre, “…assolutamente sbagliato considerare questi aiuti contrari al principio di neutralità tecnologica, poiché l’unica piattaforma discriminata è stata quella terrestre, cui è stato imposto uno standard di trasmissione. Del resto nelle linee guida approvate dalla Direzione europea della società dell’informazione è sollecitata l’ipotesi di incentivi, soprattutto per favorire le fasce più deboli di utenti”.
Altro argomento di interesse è il principio di neutralità tecnologica, introdotto dal Ddl Gentiloni, che riforma il settore radioTv e avvia al passaggio alla Tv digitale terrestre.
Infatti, la scelta che si vuole operare con l’intervento proposto è nel senso di agevolare la migrazione degli acquirenti verso il mercato degli apparecchi televisivi con sintonizzatore digitale integrato, senza discriminare alcuna tecnica trasmissiva esistente, rispettando il principio della “neutralità tecnologica”, affermato dalla Commissione europea con la decisione 9/11/2005 (Berlino/Brandeburgo) e violato dal precedente Governo con le sovvenzioni all’acquisto dei decoder.
A riguardo, il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, prima dell’incontro avuto con il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, nel quale si è discusso della nuova tecnologia, ha dichiarato: “…Il digitale terrestre deve essere l’occasione per integrare i diversi media usati dagli utenti“.
La Sardegna, infatti, è la Regione che per prima, insieme alla Valle d’Aosta, realizzerà lo switch-off, passando definitivamente alla trasmissione digitale.
“…E’ importante – ha detto il presidente – che il digitale arrivi nelle case attraverso un decoder che permetta non solo l’interattività, ma che renda possibile la visione della televisione satellitare, del digitale e anche la rete a internet”.
“Il digitale terrestre – ha sottolineato Soru – non deve essere un modo per chiudere internet: tutti possiamo accedere e tutti possiamo fornire informazione su internet. Questo deve essere possibile anche attraverso la Tv digitale, la quale non deve negare a noi la possibilità di decidere cosa vogliamo vedere o di essere fornitori di contenuti”.
“La Regione è favorevole – ha concluso Soru – a qualsiasi tipo di innovazione tecnologica, purché sia effettivamente innovazione”.
Il presidente del Consorzio Sardegna Digitale, Andrea Ambrogetti, ha fatto sapere che “…La Sardegna oggi può vantare un primato storico: è la prima Regione al mondo per diffusione della televisione digitale”.
Aggiungendo, “…Quattro famiglie su cinque sono in grado oggi di ricevere la Tv digitale e due su tre possiedono il decoder digitale terrestre”.
Un dato veramente significativo, tenendo conto che uno dei problemi della diffusione del digitale terrestre è che le famiglie debbano dotarsi in tempo utile dell’apposito set-top-box.
Piero De Chiara, presidente del Consorzio DGTVi, ha recentemente fornito i dati della diffusione del digitale terrestre nell’isola: “…il nostro era un progetto molto ambizioso, ma oggi possiamo dire di avere raggiunto un risultato di portata europea. Il 78,1% dei sardi si è già dotato del decoder, con punte dell’82,5 nella Provincia del Medio Campidano e dell’81,1% in Provincia di Cagliari. Segue Sassari, con l’80,2%, mentre sono in leggero ritardo le Province di Nuoro e Ogliastra, per le quali contiamo di colmare il gap in breve tempo”.
E la nuova Finanziaria aiuterà questo passaggio, con degli incentivi ai decoder. Basterà dimostrare di essere in regola con il pagamento del canone Rai per detrarre dall’Irpef il 20% delle spese sostenute per l’acquisto, entro il 31 dicembre 2007, di un televisore dotato di sintonizzatore digitale.
Condizione per il riconoscimento dell’incentivo è anche che l’apparecchio sia in grado di decodificare tutte le piattaforme televisive esistenti, rendendo potenzialmente visibili tutti i canali.
Il massimo di spesa che si può portare in detrazione è di 1.000 euro, per una quota percentuale di 200 euro massimi. Per tale misura il Governo ha deciso di stanziare 40 milioni nel 2008.
Il totale dei televisori venduti in Italia nel 2006 è ad oggi pari a circa 5.310.000, di cui quelli dotati anche di sintonizzatore digitale integrato è ad oggi di circa 110.000 pezzi, prevalentemente di gamma alta.
Nel corso dei primi nove mesi dell’anno (Dati Ofcom) nel Regno Unito si sono registrate le seguenti vendite di apparecchiature digitali: 2.500.000 Televisori iDTV (con sintonizzatore digitale integrato) 10.500.000 set-top-box (decoder interattivi esterni ai televisori). Totale: 13.000.000 di apparecchiature digitali.