Italia
Soddisfazione da parte di Fastweb per il pronunciamento del Tar Lazio, sul ricorso proposto da Telecom Italia per l’annullamento della delibera Agcom, relativa alla controversia con l’ex monopolista sulle tariffe di terminazione della società guidata da Stefano Parisi.
Come informa la società, “…Fastweb accoglie con favore il pronunciamento odierno del Tar con il quale i giudici amministrativi hanno riconosciuto la correttezza della strada perseguita da Fastweb per il riconoscimento del proprio prezzo di terminazione”.
Aggiungendo: “…Per quanto riguarda gli aspetti di accessibilità agli atti di Fastweb da parte del concorrente Telecom Italia, va da sé che vi sarà una completa ottemperanza“, della decisione dei giudici del Tar che hanno dato l’assenso a Telecom a poter accedere alla documentazione sui prezzi di terminazione di Fastweb.
Oggetto di contestazione è la delibera con cui l’Authority ha definito una controversia tra Fastweb e Telecom, accogliendo la richiesta della prima in merito alla sussistenza di un diritto a prevedere condizioni economiche per il servizio di terminazione differenti da quelle praticate da Telecom.
L’Autorità, allo scopo, nominò un suo consulente per fissare i possibili valori minimi e massimi del prezzo di terminazione sulla rete Fastweb; tutto ciò al fine di elaborare una proposta d’accordo tra le parti.
Per il Tar del Lazio, come si legge nella sentenza, “…perché sia Fastweb che Telecom possano partecipare attivamente al procedimento paragiurisdizionale ad armi pari, è giusto che siano entrambe poste in condizione di conoscere la documentazione che sarà autorizzata dal consulente tecnico d’ufficio per giungere alla determinazione finale”.
Anche perché i giudici hanno ritenuto opportuno evidenziare che, “…a fronte della pur comprensibile esigenza di Fastweb di mantenere segreti i propri dati contabili per evitare un indebolimento della posizione economica nel mercato delle comunicazioni, si contrappone l’altrettanto comprensibile necessità per Telecom Italia di tutelare i propri interessi economici, che potrebbero essere compromessi ove si determinasse il prezzo di terminazione proposto dalla contro-interessata, ritenuto abnorme (stimato dalla ricorrente pari al 500% in più rispetto a quanto previsto nel contratto stipulato il 28 gennaio 2000) e proporzionato rispetto alla reale presenza di Fastweb sul mercato”.
Intanto si apprende che va a Fastweb la palma di miglior azienda italiana per livello di soddisfazione dei clienti di servizi a banda larga.
E’ quanto stabilisce una Ricerca condotta da J.D. Power and Associates attraverso una serie di domande a 820 utenti. Con un risultato complessivo di 709 punti su un massimo di 1.000, Fastweb ottiene i risultati migliori per due dei fattori che hanno la maggiore influenza: immagine e servizio clienti/supporto tecnico.
Tiscali segue Fastweb con 663 punti, ottenendo il miglior risultato in termini di costo del servizio. Wind consegue il terzo posto, con 661 punti, con risultati particolarmente positivi nelle aree del costo del servizio e della fatturazione.
Lo Studio ha anche analizzato i comportamenti di un mercato che si e dimostrato fortemente fluido: quasi un quarto (24%) dei clienti ha cambiato, infatti, il proprio provider internet nel corso dell’ultimo anno, mentre il 23% ha dichiarato che probabilmente lo farà nei prossimi 12 mesi. Gli utenti spendono in media 33,71 euro al mese per i servizi e il prezzo viene identificato dalle persone potenzialmente interessate a cambiare fornitore come il fattore più importante per tale decisione.
I dati hanno, inoltre, evidenziato come gli utilizzatori della banda larga in Italia navighino in rete a casa propria per circa 30 ore alla settimana e i clienti di Fastweb, con 32 ore, sono quelli che passano più tempo in rete.
Le attività più frequenti in rete sono la consultazione di mappe/indicazioni di percorso, l’acquisto di prodotti o servizi, l’ascolto di radio/musica e il contatto con altre persone tramite i servizi di messaggistica su internet.
Il 7% dei clienti, inoltre, e ormai utilizzatore abituale dei servizi VoIP (Voice Over Internet Protocol), mentre il 78% ha dichiarato di essere attirato da queste offerte. L’interesse ad avere un unico fornitore per servizi telefonici diversi vale per l’84% degli intervistati, ma ci riesce soltanto il 2% del campione.