Italia
Si è tenuta oggi a Pisa la conferenza “TALeP, Tecnologie per l’ePartecipation: freno o opportunità per la partecipazione democratica?“.
Nel suo intervento, il Sottosegretario all’Innovazione, Beatrice Magnolfi, ha sottolineato: “…Di fronte alla crisi della politica e delle forme di rappresentanza tradizionali che stiamo vivendo, è necessario individuare nuove modalità di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica“.
La Magnolfi si è, quindi, soffermata sul ruolo di internet in questo contesto, asserendo che, “…con il proprio potenziale democratico espresso ‘dal basso’, rappresenta al tempo stesso uno strumento e un modello utile per definire e attivare nuove forme di relazione tra i cittadini e i loro rappresentanti”.
Per il Sottosegretario, “…L’eParticipation è, quindi, nella società delle reti, una dimensione necessaria della nuova cittadinanza digitale: come tale deve essere sviluppata e sostenuta dalle amministrazioni pubbliche”.
“Le tecnologie digitali e la rete – ha proseguito la Magnolfi – hanno anche un altro valore: rappresentano, insieme al quadro normativo e alla cultura dell’Innovazione una delle leve strategiche necessarie per il cambiamento della pubblica amministrazione. In particolare la vocazione democratica e inclusiva di internet è un elemento che il settore pubblico non può ignorare: deve invece comprenderlo e utilizzarlo per migliorare, nel complesso, la qualità democratica del Paese”.
Il Sottosegretario ha però sostenuto anche che la rete “…non può essere un nuovo veicolo per i vecchi modi di concepire l’organizzazione e il rapporto con i diversi interlocutori”.
“…Le pubbliche amministrazioni – ha precisato – devono cominciare a ‘pensare con internet’, adottare una ‘sintassi digitale’, immettere in rete contenuti e servizi realmente in grado di coglierne tutte le opportunità e dare maggiore voce ai cittadini. La presenza in rete degli enti pubblici deve avere come criterio guida la centralità dell’utente”.
La Magnolfi non ha però nascosto le difficoltà esistenti: “…questa dimensione democratica e partecipativa della rete è ostacolata da diversi tipi di divario: infrastrutturale innanzitutto, perché esiste un’Italia di serie A – meno di otto milioni di persone che hanno accesso alla banda larga – e un’Italia di serie B, che ne è tagliata fuori. Poi c’è anche quello, ben noto, di carattere sociale e generazionale, che vede escluse tutte quelle fasce della popolazione con bassa scolarizzazione e reddito o coloro che sono fuori dal mondo del lavoro. Ma esiste anche un divario determinato dalla scarsa usabilità dei servizi offerti in rete dalle amministrazioni: occorre anche insegnare alle macchine a dialogare con gli utenti, non solo viceversa”.
“Su questo fronte – ha concluso – si può fare molto, a cominciare, ad esempio, da una maggiore offerta di servizi di migliore qualità; più facili da usare, con informazioni semplici e comprensibili, e magari anche progettati sulla base di indicazioni e feedback costanti da parte degli utenti”.
27 novembre 2002 – 27 novembre 2006
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