Mondo
L’evoluzione tecnologica dei telefonini, che somigliano sempre più a mini pc, ha aperto la strada al pericolo dell’incursione di virus mobili, anche se il rischio non è ancora comparabile a quello che si corre accendendo il computer.
I cellulari multi-funzione (con accesso a internet, trasmissione di immagini o connessione senza fili) aprono di fatto la porta agli hacker, che possono penetrare in un apparecchio e farlo diventare tramite per la diffusione di virus.
Come per i virus destinati ai Pc, anche quelli mobili sfruttano le vulnerabilità dei sistemi operativi. Gli hacker infatti, hanno solo due modi per entrare nel sistema di una potenziale vittima: sfruttare il fattore umano (social engineering) o sfruttare gli errori nella codifica del software (vulnerabilità). Questi tipi di attacco sono applicabili anche ai dispositivi mobili.
Le società specializzate lanciano l’allarme da almeno due anni, quando, cioè, venne identificato il virus Cabir, ma sono ancora molto basse le percentuali di diffusione delle infezioni dato che i sistemi mobili hanno caratteristiche diverse dai sistemi informatici: manca infatti un sistema operativo ubiquo – come Windows per i Pc – e le funzioni mobili che potrebbero favorirne la diffusione stentano a decollare sul mercato consumer.
Dal 2004, sono stati 319 i codici maliziosi destinati ai dispositivi mobili intercettati dalle società anti-virus, una cifra del tutto marginale se si pensa che nello stesso periodo i virus destinati ai Pc sono stati oltre 200 mila.
Secondo la società specializzata McAfee, però, il numero di programmi nocivi creati per attaccare i telefonini raggiungerà quota 726 alla fine del 2006 anno, rispetto ai 226 del 2005.
Tra i codici identificati finora, 52 sono classificabili come virus o worm, 261 come “trojan”, tre come spyware e solo tre erano destinati al sistema operativo Windows Mobile. La maggior parte di questi programmi, infatti, prendono di mira il sistema Symbian.
La maggior parte di questi codici viene creata in Europa e Asia, da singoli hacker e non da reti criminali, come avviene invece per le infezioni realizzate per i sistemi informatici.
I rischi, però, per chi si becca un virus mobile, sono pressoché identici a quelli che si corrono quando questi programmi si insinuano nel computer: furto di dati sensibili, blocco del telefono, prosciugamento del credito, monitoraggio di conversazioni orali e scritte.
Questi virus si propagano via mms, bluetooth, download da internet o introducendo memory card esterne, ma non ancora via Wi-Fi o instant messaging.
L’ulteriore diffusione del 3G sul mercato di massa potrebbe però far cambiare le cose.
Pur senza voler creare allarmismo, gli esperti avvertono dunque gli operatori e le società specializzate a essere estremamente attenti alla sicurezza delle reti, per evitare che il problema dei virus intacchi il mondo della telefonia mobile così come ha fatto per quello dei computer.
Ma devono essere anche gli utenti a prestare molta attenzione soprattutto ai messaggi multimediali che ricevono sul telefonino e ai dati e alle applicazioni scaricate dal web.
27 novembre 2002 – 27 novembre 2006
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