Germania
La Commissione europea potrebbe portare la Germania di fronte alla Corte di Giustizia europea entro la primavera del prossimo anno in seguito alla decisione del Governo tedesco di dare il via libera alla cosiddetta ‘vacanza regolatoria‘ per Deutsche Telekom, con un testo di legge che permetterebbe all’operatore ex monopolista di bloccare l’accesso dei concorrenti alla sua rete a banda larga.
A febbraio, Deutsche Telekom aveva avanzato alla Ue una richiesta di esonero parziale dall’applicazione delle regole sulla concorrenza, in pratica una specie di rimborso per l’investimento di 3 miliardi di euro in una rete nazionale in fibra ottica.
Il Commissario europeo ai media e alla società dell’informazione Viviane Reding aveva anticipato nei mesi scorsi che se la Germania avesse attuato unilateralmente iniziative in questo senso, l’esecutivo Ue avrebbe adottato la linea ‘dura’, avviando una procedura d’infrazione.
“Un procedimento duro che serva da monito anche per gli altri Paesi”, aveva detto allora la Reding, che è tornata di recente sull’argomento, definendo ‘abberrante’ la proposta di Berlino.
“Semplicemente – ha spiegato la Reding – non condivido la tesi secondo cui gli investimenti possono avere luogo soltanto bloccando la regolamentazione dei monopoli. In particolare, nelle economie basate sulle reti, una efficace competizione non impedisce ma guida gli investimenti”.
Le regole della Ue, ha precisato il Commissario, non permettono ‘vacanze’, soprattutto per evitare la ri-monopolizzazione del mercato. “Ogni passo in quella direzione sarebbe un passo indietro e aprirebbe la strada a prezzi più alti e a meno scelta per i consumatori”.
La Reding ha quindi definito inaccettabili le proposte di Berlino, secondo cui i nuovi mercati dovrebbero essere regolamentati solo se si individuassero problemi di concorrenza nel lungo termine.
Il Commissario aveva avvisato allora la Germania dell’incompatibilità di un simile approccio con le regole europee.
“Se la proposta dovesse diventare legge – aveva aggiunto – costituirebbe un pericoloso precedente”, che diventerebbe immediatamente oggetto di una procedura d’infrazione.
Secondo fonti vicine alla Commissione, la Reding avrebbe dunque già dato mandato ai suoi servizi di preparare una procedura d’infrazione contro la Germania che arriverà a destinazione appena la legge verrà pubblicata sulla Bundesgesetzblatt (la Gazzetta ufficiale tedesca) a gennaio o febbraio del prossimo anno.
Sempre secondo la fonte, la procedura d’infrazione, che richiede un iter di diversi mesi, potrebbe essere addirittura accelerata, per portare la Germania davanti alla Corte di Giustizia entro maggio del prossimo anno.
Per tentare di risolvere diversamente la questione, il Commissario Reding ha incontrato nei giorni scorsi il ministro delle finanze tedesco Peer Steinbrueck che però ha difeso fino all’ultimo la posizione del governo, sostenendo che Berlino non vuole ridare a Deutsche Telekom una posizione di monopolio, ma vuole garantire alla società il ritorno che le spetta per i suoi investimenti pionieristici.
Le due parti, insomma, non si sono accordate, andando anzi allo “scontro”, ulteriormente acuito dal silenzio con il quale il governo tedesco avrebbe accolto una lettera inviatagli sulla questione dalla Reding e dal commissario Ue alla Concorrenza Neelie Kroes.
27 novembre 2002 – 27 novembre 2006
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