Europa
I blog sono ormai diventati strumenti di informazione in grado di influenzare l’opinione pubblica quasi quanto i giornali, e sono molte le persone che li preferiscono perfino alla televisione e alle informazioni precotte e standardizzate che in molti casi essa ci propina.
Secondo una recente indagine condotta Hotwire Ipsos MORI, sono circa 25 milioni le persone tra Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Italia che hanno modificato la loro opinione riguardo un’azienda o un servizio dopo avere letto recensioni postate sui blog.
Secondo le ultime stime di Technorati, vengono creati 100 mila nuovi blog al giorno, con 1,3 milioni di commenti lasciati ogni giorno e su questa sorta di ‘diari’ online, gli utenti cercano informazioni sugli argomenti più disparati: dalla politica alla tecnologia, dalle news al gossip.
La predilezione per l’informazione online rispetto ai media tradizionali è più evidente nella fascia di età degli under 35 che sono “storicamente” meno propensi a seguire l’attualità rispetto ai più grandi.
I blog sono comunque uno strumento trasversale, in grado di influenzare le decisioni di acquisto di chi li consulta a prescindere dall’età: è stato così per il 34% degli europei intervistati, che hanno dichiarato di essere stati in qualche modo persuasi all’acquisto di un determinato bene o servizio dopo aver letto su internet recensioni e pareri dei blogger.
In quanto ad affidabilità, i blog sono secondi soltanto ai giornali, con una percentuale di consensi del 24% contro il 30% della carta stampata.
A sorpresa dall’inchiesta emerge che il parere dei blog ha più potere persino della pubblicità e dell’email marketing, che riscuotono una percentuale di ‘fiducia’ rispettivamente del 17% e del 14%.
I blog, inoltre, hanno innescato una sorta di circolo virtuoso a vantaggio dell’e-commerce, dal momento che gli utenti quelli che hanno più fiducia nei blog sono quelli che utilizzano di più il web per i loro acquisti: secondo i dati dello studio, tra coloro che spendono oltre 145 euro su internet ogni mese, il 30% si fida del contenuto pubblicato nei blog.
Il 61% delle persone coinvolte nell’indagine, condotta su un campione di 2214 persone adulte, ha già sentito parlare di un blog e il 17% ha avuto modo di leggerne uno.
Il popolo più appassionato di blog è quello francese, con il 90% delle persone che dichiara familiarità con i blog. In Italia, la percentuale è del 58%, seguita dalla Germania (55%) e dalla Spagna (51%). In coda alla classica troviamo il Regno Unito dove solo il 50% degli intervistati ne è a conoscenza.
Sempre più, dunque, chi decide di comprare un prodotto o un servizio si rivolge al web per avere un parere che può però convincere definitivamente anche a non procedere all’acquisto: se infatti più della metà (52%) degli europei ha affermato di essere stato più propenso all’acquisto di un prodotto o un servizio dopo avere letto in un blog recensioni positive da parte di clienti, il 40% ha deciso di non acquistare un prodotto dopo aver letto un parere negativo su internet.
La legge che sembra dominare queste tendenze è quella del tam-tam, il passaparola tra gli utenti, che sostituisce quello che un tempo poteva essere un consiglio di un amico ‘esperto’.
Certo, bisogna fare le dovute distinzioni, perché non bisogna dare per scontato tutto quanto viene detto in Rete. Ma è anche vero – e lo confermano diverse indagini – che la gente tende a fidarsi sempre più delle informazioni reperite sul web, che si tratti di shopping, di salute o di politica.
Secondo un’altra indagine di Pew Internet & American Life Project, ad esempio, l’87% degli americani dotati di connessione internet ha utilizzato il web per cercare informazioni su argomenti scientifici, considerando il web come una fonte di informazione di grande valore, seconda solo alla televisione.
I blogger, dunque, stanno diventando un nuovo faro nel mare magnum della comunicazione digitale, tanto che qualcuno parla della nascita di vere e proprie ‘caste’ fatte di blogger che sanno di avere contenuti interessanti e si riuniscono linkandosi l’un l’altro per avere forza di contrattazione nelle trattative con le web company.
Tant’è. Ma la gente evidentemente sa riconoscere un parere disinteressato quando ne incontra uno e, ultimamente, sembra se ne trovino molti di più sul web che in Tv o sulla carta stampata.
Anche per questo, in occasione delle recenti elezioni americane di metà mandato, molti siti sono andati in tilt per l’eccessivo numero di persone che cercava di entrare alla ricerca di notizie e commenti.
27 novembre 2002 – 27 novembre 2006
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