Italia
L’Italia fa fatica a raggiungere migliori livelli di produttività ed efficienza, poiché il processo di modernizzazione del sistema economico e della pubblica amministrazione nel nostro Paese “trova seri ostacoli nella rigidità del lavoro, nell’aumento della presenza pubblica nei servizi di mercato, nelle carenze manageriali delle imprese”.
È questo il pensiero di Ennio Lucarelli, vicepresidente della neonata Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e presidente di AITech-Assinform, l’associazione nazionale dell’Information Technology.
Per Lucarelli, per raggiungere i livelli di modernizzazione e competitività dei paesi nostri concorrenti, la via privilegiata è quella dell’outsourcing dei servizi innovativi, ovvero, “l’esternalizzazione di funzioni interne non strategiche e l’acquisizione di servizi avanzati, sempre più specializzati e su misura”, ha spiegato Lucarelli.
Un processo che viene rallentato dalle difficoltà strutturali del nostro Paese, che si potrebbero però superare attuando le giuste politiche “di promozione della concorrenza, di liberalizzazione dei servizi e di sostegno alle Pmi”.
Per guidare le imprese e la pubblica amministrazione in questo processo di innovazione strategico per lo sviluppo e la competitività, il prossimo autunno verrà realizzato il primo “Salone dell’outsourcing“.
Anche se mancano dati omogenei, il mercato dei servizi in outsourcing registra segni di crescita in tutto il mondo. In Europa sono sempre più numerose le amministrazioni pubbliche che delegano la gestione dei servizi informatici a società di servizi esterne specializzate. Tra queste in prima fila, Francia e Germania.
Molte amministrazioni guardano anche ad aziende che si trovano all’estero, come nel caso dell’Olanda, le cui strategie di offshore outsourcing hanno fatto la fortuna di molte società di servizi IT indiane.
Nel panorama europeo, il mercato italiano dell’outsourcing fa registrare uno dei tassi di crescita più modesti, +1,6%, per un valore di circa 2,5 miliardi di euro.
“Nel caso dei servizi IT alla PA – ha sottolineato Lucarelli – più volte abbiamo avuto modo di denunciare la crescita delle società di proprietà pubblica, che vengono alimentate prevalentemente con affidamenti diretti, c.d. “in house”, che oggi sono arrivate a quotare oltre il 50% del mercato IT della PA locale e regionale. E’ questa un’anomalia tutta italiana che costituisce un fattore di freno del processo di sviluppo del mercato dei servizi innovativi”.
Sull’opportunità di società pubbliche nel campo dei servizi innovativi, il parere del vicepresidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici è abbastanza netto: serve maggiore concorrenza nel settore dei servizi specializzati per le imprese e la PA.
Obiettivo strategico per la modernizzazione del paese è dunque la promozione della partecipazione di imprese esterne, attraverso l’apertura di nuove procedure competitive.
Solo in questo modo – ha concluso Lucarelli – si potranno “realizzare sistemi pubblici più moderni ed efficienti, nonchè ridurre i costi di gestione e gli sprechi della spesa pubblica”.
27 novembre 2002 – 27 novembre 2006
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