Open source: dal PASS di Seattle, Ballmer ribadisce l’impegno di Microsoft nel software libero

di Raffaella Natale |

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Steve Ballmer - CEO Microsoft

Si torna a parlare di Linux. A riprendere l’argomento è Steve Ballmer, CEO di Microsoft, in occasione della conferenza Professional Association for SQL Server (PASS), che si è tenuta la scorsa settimana a Seattle.

Ballmer si è soffermato a chiarire alcuni controversi aspetti di questo accordo che lega Microsoft all’open source.

Il CEO ha sottolineato che “…Linux usa la proprietà intellettuale di Microsoft…”, spiegando che ogni anno la società di software “…spende 7 miliardi di dollari in R&D tutti gli anni. I nostri azionisti – ha detto ancora Ballmer – si aspettano che proteggiamo i nostri investimenti, firmiamo accordi di licenza o comunque traiamo profitto dai nostri brevetti”.

Ballmer ha, quindi, evidenziato come l’accordo con Novell acquisti importanza se si guarda alle royalties che la società pagherà per la proprietà intellettuale.

 

L’accordo concluso da Microsoft e Novell, che scadrà nel 2012, prevede che Novell paghi a Microsoft almeno 40 milioni di dollari in cinque anni per l’uso dei brevetti della società di Redmond, calcolati sulla base della percentuale del fatturato realizzato grazie ai prodotti open source.

Microsoft ha inoltre accettato di investire 12 milioni di dollari l’anno per promuovere offerte che consentiranno l’installazione virtuale del sistema Linux sulle macchine dotate di Windows e viceversa.

 

Il sistema operativo Windows è adesso interoperabile con il sistema Suse Linux di Novell e consente agli utenti di usare indifferentemente le due soluzioni.

Le due società svilupperanno e commercializzeranno insieme una serie di prodotti e fornire ai clienti accordi di licenze per poter usare i loro rispettivi prodotti.   

Linux, a differenza del sistema con licenza di Windows, è un software con libero accesso, il cui codice sorgente è aperto ai programmatori che possono modificarlo.

 

Per quanto riguarda la questione della proprietà intellettuale, l’accordo prevede che Microsoft versi in due tranche 348 milioni di dollari (272 milioni di euro) per rendere compatibile con Windows il sistema operativo Linux. In un primo momento, Microsoft contribuirà con 240 milioni di dollari come compenso per l’uso dei software di Novell.

La seconda parte di 108 milioni riguarda invece l’uso dei brevetti, come ha precisato Novell nel documento trasmesso alle Autorità di Borsa.

Nell’occasione della firma, Joseph A. LaSala Jr, vicepresidente di Novell, ha spiegato “…Stando all’accordo firmato, i nostri clienti riceveranno direttamente da parte di Microsoft, l’impegno a non essere perseguiti legalmente“.

 

L’accordo con Novell è solo l’inizio, perché Microsoft spera di estenderlo a tutte le distribuzioni Linux del mercato.

“I clienti Linux potranno continuare a usare SuSE Linux, con la consapevolezza che saranno giuridicamente coperti“, ha commentato il CEO di Microsoft.

Aggiungendo, “…Speriamo di chiudere lo stesso accordo con Red Hat o altri produttori Linux”.

 

In questo senso diventa di grande importanza la costituzione dell’Interop Vendor Alliance, composta da 25 membri, player del mercato informatico, tra cui Advanced Micro Devices (AMD), BEA Systems, Business Objects, CA, The Carbon Project, Centeris, Citrix Systems, GXS, IP Commerce, JNBridge LLC, Kernel Networks, Levi, Ray & Shoup, NEC Corp. of America, Network Appliance, Novell, Q4bis, Quest Software, Siemens Enterprise Communications, Software AG, SugarCRM, Sun Microsystems, Symphony Services, Xcalia, XenSource.

Naturalmente le porte sono aperte a nuovi ingressi e altri operatori potranno aggiungersi in un secondo momento.

 

Obiettivo dell’Alleanza, facilitare l’interoperabilità dei differenti sistemi con Windows di Microsoft, ma anche favorire i rapporti tra vendor e la gestione comune delle infrastrutture, la virtualizzazione, l’integrazione dei portali e lo stockage. Un modo per unire le forze e ottenere dalle reciproche offerte risultati migliori che vadano a premiare la fiducia dell’utenza, individuando e risolvendo specifici problemi di compatibilità tra i diversi software prodotti dalle società che aderiscono al progetto.

L’interoperabilità non deve rimanere fine a se stessa, ma bisogna soprattutto valorizzare con i clienti i criteri di scelta determinanti per una soluzione.

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