ICT, dalla Ue 9 mld di euro per la Ricerca. Reding: ‘Stati membri, industria e università uniti per un’Europa più competitiva’

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Unione Europea


Viviane Reding

Nove miliardi di euro per la ricerca nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).

Riconoscendo l’importanza dell’ICT per la crescita e la competitività dell’Europa, i fondi destinati al settore rappresentano il 18% dello stanziamento di bilancio comunitario totale previsto dal 7° programma quadro di ricerca che durerà fino al 2013.

 

Del nuovo programma quadro e delle priorità strateghe della Ue nella ricerca di base e nella ricerca applicata al settore dell’ICT si discute oggi a Helsinki, dove oltre 3.500 ricercatori sono arrivati per il convegno sulle “Tecnologie della società dell’informazione 2006”.

 

Il 7° PQ si pone come obiettivo di rafforzare le prestazioni di ricerca dell’Europa e di contribuire al mantenimento di un settore ICT all’avanguardia, creando  una nuova generazione di progetti che accelerino lo sviluppo tecnologico e l’uso avanzato di queste tecnologie.

 

A Helsinki i ricercatori conosceranno i dettagli del primo invito a presentare proposte (1140 milioni di euro) e la procedura di selezione per l’assegnazione dei finanziamenti del 7° programma quadro.

 

“L’Europa sta cominciando a recuperare il ritardo nel settore della ricerca sull’ICT” ha dichiarato Viviane Reding, Commissario Ue responsabile della Società dell’informazione e dei media. “Realizzando ingenti investimenti nei progetti di ricerca in collaborazione nel settore ICT, la Commissione sta imprimendo l’impulso indispensabile alla ricerca europea in questo campo. Con 9 miliardi di euro invitiamo gli Stati membri, l’industria e le università ad unirsi a noi nella lotta per un’Europa più competitiva. Non abbiamo bisogno solo di ricerca, dobbiamo anche orientarla meglio. Per stabilire adeguatamente le nostre priorità ci siamo in gran parte basati sulle consulenze di 9 piattaforme tecnologiche europee nel settore delle ICT. In alcuni ambiti porteremo avanti questi partenariati concentrando le risorse nell’ambito di Iniziative tecnologiche congiunte.”

 

L’Europa, seppure con molta fatica, sta recuperando il gap tecnologico con gli Usa, ma deve guardarsi dall’Asia, competitor sempre più agguerrito in campo ICT.

Il Vecchio Continente vanta comunque punte di eccellenza in diversi campi: dalle comunicazioni all’elettronica, dalla fotonica ai sistemi e architetture software.

Ed è proprio in questi campi che si concentrerà il programma di lavoro che mirerà anche a garantire che la ricerca non vada a vantaggio solo dell’economia europea ma anche della società, migliorando la qualità dei servizi in settori quali i trasporti, l’energia e le cure sanitarie.

 

A Helsinki, la Commissione farà anche il punto sulla cooperazione con le Piattaforme tecnologiche europee (PTE) attive nel campo ICT che, grazie alle loro agende strategiche di ricerca ispirate dall’industria, hanno contribuito notevolmente alla definizione del nuovo programma di lavoro.

 

Obiettivo delle PTE – che sono poli in grado di attirare grandi investimenti di ricerca e di contribuire al trasferimento delle nuove tecnologie sul mercato – è quello di accelerare l’innovazione raggiungendo ampie intese sulle strategie di sviluppo tecnologico.

 

In particolare, ha spiegato la Commissione, due PTE saranno alla base di iniziative tecnologiche congiunte e assorbiranno – per la prima volta in assoluto – i finanziamenti della Ue, degli Stati membri e dell’industria che confluiranno in partnership pubblico-privato volte a incentivare la ricerca di punta nei settori fondamentali della nanoelettronica e dei sistemi integrati (i cosiddetti embedded systems), un campo fondamentale, tra l’altro, per la competitività del settore automobilistico. (a.t.)

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