Frequenze: l’Ofcom potrebbe permettere agli operatori 3G di usare le frequenze del GSM

di Alessandra Talarico |

Gran Bretagna


Telefonino

Dopo che Nokia ha dimostrato che si possono effettuare chiamate 3G sulle frequenze 900MHz utilizzate per il 2G, l’Authority britannica per le tlc potrebbe consentire agli operatori di utilizzare questa porzione di banda per i loro servizi di terza generazione.

 

I servizi 3G utilizzano attualmente la banda intorno ai 2GHz e la possibilità di usare le frequenze più basse dedicate al GSM potrebbe rappresentare un modo per estendere la copertura fino a 4 volte gli attuali livelli, oltre che per migliorare la ricezione indoor.

Una decisione in questo senso permetterebbe inoltre agli operatori di effettuare il roll-out delle reti 3G e HSDPA nelle aree rurali, poiché i costi per le infrastrutture sarebbero decisamente più bassi.

 

In Gran Bretagna, Vodafone e O2 già utilizzano la banda 900MHz per i loro servizi GSM. Alla 3GSM Conference a febbraio di quest’anno, il CTO di O2 – Dave Williams – aveva pregato l’Ofcom ad ascoltare le ragioni degli operatori e avviare il processo per permettere loro di riutilizzare le frequenze del 2G per i servizi di nuova generazione.

Allora, l’Ofcom aveva reso noto di star conducendo sulla questione “ulteriori valutazioni economiche e tecniche” con l’assistenza di consulenti esterni.

 

Di recente, anche il Ceo di Vodafone, Arun Sarin, aveva spiegato che la compagnia stava cercando di convincere le Authority di alcuni Paesi a ripensare i criteri di utilizzo dello spettro 900MHz.

 

Un’esigenza, dunque, molto sentita dagli operatori mobili, che potrebbe anche spingere l’Ofcom a rivedere le sue posizioni.

“Se un operatore venisse da noi a chiederci di considerare una variazione nei termini delle licenze – ha spiegato un portavoce dell’Authority – noi pondereremmo la richiesta, ma dovremmo ovviamente condurre un sacco di analisi e ricerche”.

Quelle già iniziate – ha precisato – sono ancora nella fase di “raccolta” di elementi di valutazione.

 

L’uso dello spettro da parte degli operatori è sottoposto a rigidi controlli. L’Ofcom ritiene tuttavia che sia meglio consentire agli operatori utilizzare come meglio credono la porzione di spettro a loro assegnata.

 

Le regole vigenti, di fatto, impongono che sulla frequenza 900Mhz operino solo i servizi 2G.

La Commissione europea, da canto suo, proporrà entro la fine di quest’anno al Parlamento e al Consiglio una serie di misure che potrebbero consentire un uso più flessibile dello spettro, in base ai commenti ricevuti dagli operatori nel corso di una consultazione pubblica conclusa a ottobre.

 

Lo spettro radio è una risorsa pubblica – e un bene economico – sempre più richiesto, poiché fondamentale per tutte le applicazioni basate sulle comunicazioni senza fili, dalla telefonia mobile e la radiodiffusione televisiva, ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa.

È opportuno, dunque, “assegnare sempre più lo spettro in base al principio della domanda di mercato”, ha sottolineato Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’informazione e i media.

 

Ci sono tuttavia diversi dubbi sull’apertura delle frequenze 900MHz per i servizi non GSM, innanzitutto per il fatto che operatori come T-Mobile e Orange che usano la banda 1800MHz per i servizi 2G potrebbero non essere d’accordo.

Gli operatori, inoltre, hanno pagato fior di quattrini per le licenze 3G e l’apertura dello spettro potrebbe tradursi con l’ingresso sul mercato dei promotori di tecnologie completamente diverse come il WiMax.

 

Se, insomma, cambiamento ci sarà, dovranno beneficiarne tutti allo stesso modo, sulla base della neutralità tecnologica.

L’Ofcom ha infatti ribadito di avere come obiettivo quello di “rimuovere ogni inutile restrizione sull’uso dello spettro”. Bisognerà vedere se soltanto nelle parole o anche nei fatti.

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