Stati Uniti
I servizi di tracking prendono sempre più piede sui telefonini.
Boost Mobile, un operatore mobile virtuale americano di proprietà di Sprint Nextel è l’ultimo operatore ad adottare la tecnologia di monitoraggio per consentire ai suoi clienti di localizzare con precisione la posizione degli amici.
Il sistema, prodotto dalla start up Loopt, non è certo una novità: da oltre un decennio, ormai, si parla di telefonini in grado di indicare la strada da percorrere, monitorare i figli che vanno a scuola o semplicemente trovare la pizzeria più vicina e segnalare l’indirizzo.
Ora questi servizi stanno approdando sul mercato, adottati inizialmente dalle aziende per migliorare l’efficienza operativa e, perchè no, scoprire se i dipendenti tardano perché sono rimasti di più al pub piuttosto che imbottigliati nel traffico.
Sono sempre di più, tuttavia, i singoli utenti interessati alle tecnologie di tracking che, quanto meno, ci risparmiano la ‘fatica’ di dover continuamente digitare messaggi tipo ‘dove sei’, mentre le società che offrono simili servizi stanno proliferando e puntano soprattutto ai genitori ansiosi di conoscere sempre la posizione dei loro pargoli, ai capi che vogliono essere in grado di sapere esattamente dove si trovano i dipendenti, a tutte quelle persone che si sentono più sicure al pensiero di essere comunque rintracciabili.
La vera novità sta nell’unione dei servizi cosiddetti location-based con la moda del social networking, per creare un servizio “a vero valore aggiunto”, ha spiegato Mark Jacobstein di Loopt.
Il servizio di tracking di Loopt, infatti, offre la possibilità di condividere non solo la propria posizione, ma anche messaggi, foto, e altre informazioni con gli amici.
Attraverso la tecnologia GPS , l’applicazione aggiorna automaticamente la posizione dei contatti e mostra le informazioni sul display del telefonino, con tanto di alerts per notificare quando un amico è vicino.
Il business, secondo le previsioni, è molto promettente: se gli analisti c’hanno visto giusto, nel 2010 più della metà degli utenti mobili americani userà i servizi location-based, per un giro d’affari di 3,1 miliardi di dollari.
Si tratta di cifre molto interessanti, soprattutto se si pensa che attualmente questi servizi sono utilizzati da meno del 2% dei 219 milioni di utenti americani.
“Siamo ancora a uno stadio prematuro del settore, soprattutto perché nonostante l’apprezzamento del pubblico, l’industria si è dimostrata riluttante a offrire la tecnologia su base commerciale per le preoccupazioni legate alla privacy”, ha spiegato un analista di IDC.
La tecnologia, però, si evolve e nuovi servizi di monitoraggio spuntano a destra e a manca.
Il servizio di Boost, disponibile in via sperimentale da circa sei settimane, è stato sottoscritto già da 40 mila persone.
Attualmente gratuito, dall’anno prossimo costerà 2,99 dollari al mese e includerà anche un’applicazione per il mobile blogging.
Offrire servizi di location sul telefonino non è una novità, ma finora bisognava digitare un indirizzo o un codice postale per permettere la visualizzazione della propria posizione o trovare un locale o un servizio.
L’automazione del servizio offre tuttavia nuove opportunità, soprattutto per conquistare i giovanissimi, per i quali stare insieme agli amici è una necessità essenziale per soddisfare la quale non c’è privacy che tenga.
Le compagnie come Loopt stanno invece lavorando direttamente con gli operatori che, negli Usa, sono obbligati dalla FCC a includere le tecnologie di monitoraggio nei telefonini per favorire l’intervento in caso i emergenza.
Le compagnie telefoniche, per paure di incorrere negli strali delle associazioni a tutela della privacy, ci stanno andando molto piano.
Molte offrono servizi di ricerca locale che forniscono indicazioni stradali e legate a servizi commerciali, ma sono riluttanti a lanciarsi in un servizio di monitoraggio completo del telefonino.
Secondo Loopt, tuttavia, i progressi della tecnologia consentono di salvaguardare sia la privacy che la sicurezza, consentendo agli utenti di essere rintracciati soltanto dalle persone conosciute.
Ad esempio, la prima volta che qualcuno cerca di rintracciare un numero di telefono, a questo numero viene inviato un sms a cui si deve rispondere per abilitare il monitoraggio. La società offre inoltre impostazioni per la privacy personalizzabili per consentire di essere ‘invisibili’ in determinati momenti e per determinate persone.