Mondo
Non mostra segni di cedimento la passione globale per i blog, i popolari diari in rete ormai sinonimo di informazione indipendente, lontana dagli schemi e dalle costrizioni dei media tradizionali, con curatori spesso molto più attenti ai fatti dei giornalisti “tradizionali”.
Secondo l’ultimo report di Technorati ne vengono creati 100 mila al giorno, con 1,3 milioni di commenti lasciati ogni giorno.
L’analisi di Technorati delinea gli aspetti più indicativi dell’evoluzione di questo rivoluzionario strumento di comunicazione (come lo ha definito Nientemeno che Bill Gates) che ormai ha conquistato veramente tutto il mondo, nonostante le difficoltà che i blogger incontrano in alcuni Paesi – Cina, Iran ed Egitto per citarne qualcuno – che mantengono uno stretto controllo su tutto quanto avviene in Rete.
Sottolineando la natura giornalistica del fenomeno blog, Technorati spiega ad esempio che il numero di post aumenta significativamente in occasione di avvenimenti particolarmente rilevanti, come ad esempio il conflitto tra israeliani ed Hezbollah la scorsa estate.
L’inglese resta ovviamente la lingua più utilizzata nella blogosfera, seguita da giapponese e cinese.
Una delle rivelazioni più sorprendenti del report trimestrale di Technorati è però l’ingresso del Farsi – una lingua persiana parlata prevalentemente in Iran e Afghanistan – nella top ten delle lingue più utilizzate, a conferma che i blog, come nessun medium prima, danno voce e risonanza mondiale anche alle persone che vivono in zone repressive o segnate da annosi conflitti.
Secondo David Sifry, fondatore di Technorati.com, aumenta anche il numero di persone che riescono a guadagnare abbastanza da poter vivere, anche se senza troppo pretese, di blogging.
“Siamo ancora nell’ordine delle centinaia di persone – ha spiegato Sifry – la maggior parte dei blogger non guadagna assolutamente niente o al massimo i soldi per pagare la bolletta del telefono”.
I modi per monetizzare la propria passione per il blog crescono però rapidamente, grazie all’interesse mediatico che alcuni blogger riescono a suscitare con le loro voci fuori dal coro.
Si sta creando – ha spiegato ancora Sifry – una vera e propria corporazione, fatta di blogger che sanno di avere contenuti interessanti e si riuniscono linkandosi l’un l’altro per avere forza di contrattazione nelle trattative con le web company.
Google a Amazon, ma anche networks come Federated Media e Pajamas Media, hanno già fiutato il business e cominciano a dirottare gli investimenti pubblicitari sui blog di maggior successo.
Questa ‘elite‘ della blogosfera – i siti cioè che sono linkati da almeno altri 500 blog – conta circa 4 mila nomi.
Technorati controlla circa 57 milioni di blog, il 55% dei quali è attivo, cioè aggiornato almeno una volta ogni tre mesi, stessa percentuale registrata sei mesi.
Ma cosa cerca esattamente la gente sui blog?
“Siamo rimasti stupefatti dall’enorme numero di persone che ha cercato nei blog notizie e commenti sulle elezioni di metà mandato negli Usa”, ha spiegato Sifry. Così tante, ha concluso, che il sito è andato in tilt.