Unione Europea
I cittadini europei considerano ancora troppo elevate le tariffe di roaming, nonostante le iniziative individuali di molti operatori, che hanno deciso di propria volontà di abbassare i costi del servizio nel tentativo di evitare una nuova regolamentazione comunitaria.
Secondo un sondaggio di Eurobarometro, infatti, la stragrande maggioranza degli europei (70%), quando si trova in un Paese diverso dal proprio, preferisce tenere il cellulare spento e chiede quindi un intervento della Commissione per portare i costi delle chiamate effettuate e ricevute all’estero al livello di quelli pagati nel proprio Paese d’origine.
Il 68% è inoltre favorevole a un intervento comunitario che riduca anche il costo degli SMS in roaming, un parere condiviso dal 78% degli utenti di telefonia mobile di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
Secondo i dati di Eurobarometro, che non a caso ha condotto il sondaggio subito dopo le vacanze estive, per una chiamata di 4 minuti in roaming, un utente paga ancora tra i 4 e 6 euro, per superare in alcuni casi i 12 euro.
I più penalizzati da questo stato di cose sono i più giovani, la maggior parte dei quali (il 68% di quelli di età compresa tra i 15 e i 24 anni e il 70% degli studenti) ha dichiarato di usare molto meno il telefono cellulare quando viaggia all’estero a causa dei costi troppo elevati.
Il 15% degli intervistati preferisce addirittura non portare con sé il telefonino, mentre il 21% utilizza esclusivamente i messaggini.
Il mercato del roaming vale all’incirca 8,5 miliardi di euro, per un servizio utilizzato da circa 147 milioni di utenti: secondo i calcoli della Ue gli utenti pagano un prezzo ingiustificatamente alto, pari fino anche al 70% in più rispetto ai costi effettivi del servizio.
Secondo le cifre in mano alla Commissione, da marzo a giugno i costi del roaming sono rimasti invariati nell’80% dei casi, mentre sono addirittura aumentati nel 6% dei casi esaminati.
Il problema delle tariffe elevate di roaming praticate ai clienti che viaggiano in Europa è stato individuato per la prima volta a metà del 1999, quando la Commissione ha deciso di condurre un’indagine sui servizi di roaming nazionale e internazionale. Tale indagine ha indotto la Commissione ad avviare procedimenti nei confronti di determinati operatori mobili nel Regno Unito e in Germania, accusati di abuso di posizione dominante per aver imposto tariffe eccessivamente alte per l’uso in roaming delle loro reti in Gran Bretagna.
Nel 2001, secondo l’allora Commissario alla Concorrenza Mario Monti, le tariffe applicate agli operatori stranieri erano pari a circa un euro al minuto, tanto che a volte, i prezzi di accesso all’ingrosso erano superiori di quelli al dettaglio.
A oggi, la situazione non è molto cambiata e il Commissario Ue per i media e la società dell’informazione Viviane Reding ha ingaggiato una difficile battaglia contro i costi eccessivi del servizio, culminata con una proposta di regolamentazione osteggiata dalla maggior parte degli operatori mobili, molti dei quali hanno proposto l’autoregolamentazione o un’altra forma di regolamentazione.
La proposta della Reding è attualmente è al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri dell’UE e potrebbe entrare in vigore entro l’estate del 2007.
Gli operatori, ovviamente, non si sono dimostrati favorevoli all’imposizione dall’alto di una regolamentazione “superflua e inappropriata” non supportata “da una teoria economica definita” che potrebbe finire per “minare la fiducia degli investitori nell’Unione europea” e per creare una sorta di ‘ritorsione’ degli operatori che, per recuperare i mancati introiti del roaming potrebbero aumentare i costi di altri servizi, con la conseguenza che la proposta blocchi la discesa delle tariffe mobili e si ripercuota sui consumatori che invece tenta di salvaguardare.
Ma la Reding non si è fatta intimorire e, presentando i dati di Eurobarometro, ha dichiarato che ridurre i costi del roaming “non è solo una responsabilità politica della Commissione europea, ma può anche rappresentare un interessante modello commerciale, come dimostra l’iniziativa recente di alcuni operatori che hanno cominciato a offrire pacchetti tariffari speciali per il roaming”.
A ottobre del 2005, la Ue ha anche creato un sito web sui prezzi del roaming. Dai dati presenti sul sito emerge che, di fronte alla minaccia di una normativa comunitaria, alcune compagnie di telefonia mobile hanno iniziato ad offrire speciali pacchetti tariffari a determinati gruppi di clienti. Per la maggior parte dei consumatori che paga tariffe standard, tuttavia, non si è registrato alcun reale progresso.
Una situazione inaccettabile per la Reding che, dopo aver incassato il dietro-front di molti colleghi riguardo la sua iniziativa sul roaming, ha dunque riscosso la solidarietà e il sostegno dei comuni cittadini, quelli su cui grava tutto il peso di questo evidente squilibrio del mercato.