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Il valore delle fusioni e acquisizioni (M&A) nel settore tecnologico, è cresciuto del 70% nella prima metà del 2006 rispetto al livello di attività registrato nello stesso periodo dello scorso anno.
La parte del leone spetta alle telecom, con 26 accordi del valore di 115,9 miliardi di dollari.
Il valore delle transazioni effettuate nei primi sei mesi di quest’anno (in tutto 539) si attesta a 199,57 miliardi, contro i 113,6 miliardi totalizzati nel primo semestre 2005 per 507 operazioni.
I numeri provengono da un rapporto Datamonitor che analizza i flussi finanziari di 500 tra i maggiori vendor di software, hardware e infrastrutture di rete, aziende di consulting e servizi professionali, compagnie telefoniche fisse e mobili.
Nella top 5 del settore telecom, spiccano l’acquisizione di BellSouth da parte di AT&T, finalizzata a marzo per un controvalore di 89,4 miliardi di dollari; l’acquisizione della filiale giapponese di Vodafone (Vodafone KK) da parte di Softbank, che ha messo sul piatto 15,5 miliardi di dollari.
Seguono l’acquisizione di Portugal Telecom da parte della private equity Sonae per 12,8 miliardi di dollari; quella di Investcom Holding (operatore wireless di Dubai) da parte MTN per 5,5 miliardi di dollari e quella di VimpelCom su Kyivstar (operatore wireless russo) per 5 miliardi di dollari.
Di contro, i 151 accordi finalizzati nel settore dei software hanno totalizzato un valore di 11,9 miliardi di dollari, mentre i 44 finalizzati nel settore wireless hanno raggiunto i 40 miliardi di dollari.
Nel settore dello storage sono state concluse 15 operazioni per un valore di 1,4 miliardi di dollari e in quello dei servizi 116, per 14,1 miliardi. E ancora si sono registrati 18 accordi nel settore dei semiconduttori, per un valore di 5,2 miliardi di dollari; 35 nel settore della sicurezza (4,5 miliardi di dollari) e 66 nel settore del networking (6 miliardi di dollari).
Il processo di accorpamento è stato accelerato dalla crescente tendenza al ribasso dei margini operativi dei player del settore, generata dalla forte competizione tra i molti vendor che rende reale il rischio che il mercato degeneri in un’aspra battaglia per ottenere alla fine margini di guadagno insignificanti.
Secondo gli analisti, la dimensione influenza direttamente l’abilità dei vendor di investire in Ricerca e Sviluppo, ottimizzare la catena di fornitura e i processi di manifattura, raggiungere una maggiore diversificazione geografica e – infine – produrre profitti
Raggiungere una dimensione più rilevante è diventato quindi un obiettivo chiave dei maggiori player del mercato in particolare nel campo delle infrastrutture, dove nella seconda parte di quest’anno si sono registrate importanti acquisizioni non ancora contabilizzate dal rapporto Datamonitor: la fusione da 21 miliardi di euro tra Alcatel e Lucent Technologies e quella da 25 miliardi di euro tra Nokia e Siemens.