Riforma radioTv: Gentiloni auspica un terzo polo Tv, ma sarà il mercato a decidere

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

Paolo Gentiloni si augura la nascita di un nuovo polo televisivo e spiega che la sua riforma apre al mercato ma “…i poli li fanno le imprese e non le leggi”. E’ così che il Ministro delle Comunicazioni risponde ai giornalisti a margine del convegno ANIE “Dalla teoria alla realtà della convergenza: presente e futuro dell’ICT“, che gli chiedevano chiarimenti sulla possibilità della creazione di nuovi soggetti con la riforma dei tetti per la raccolta pubblicitaria, prevista dal suo Ddl.

 

Il Ministro ha poi aggiunto di non essere informato sulle indiscrezioni che parlano della creazione una newco con gli impianti di trasmissione dei maggiori operatori. Un piano che coinvolgerebbe Rai, Mediaset e Telecom Italia e che indica in 2 miliardi di euro il valore della società.

“Certamente però – ha precisato Gentiloni – uno degli obiettivi della riforma del sistema è arrivare alla separazione societaria tra editori e operatori di rete, che il Ddl rende obbligatoria dal  2012″.

“Non ha più molto senso mantenere la proprietà della rete per gli editori. Come è capitato per i quotidiani, per cui essere proprietari delle tipografie non aveva più senso per gli editori dei giornali, così anche per l’industria televisiva che va verso la Tv digitale gli operatori delle reti si renderanno autonomi e la legge li obbliga a farlo”.

“Se poi questi operatori di rete arrivano tra loro a una collaborazione è una questione che riguarda le imprese“.

Un po’ come è successo ai quotidiani, per i quali essere proprietari anche delle tipografie non aveva più molto senso.

 

A riguardo, il presidente di Telecom Italia Media, Riccardo Perissich, ha chiarito: “Il piano di creazione di un operatore unico delle reti televisive viene portato avanti in primo luogo dalla Rai ma è ‘scettica’”. Perissich ha aggiunto: “Sono idee di altri, in modo diverso di Rai e Mediaset ma in primo luogo di Rai. Vedremo cosa verrà fuori – ha concluso – quando il programma sarà definito ma personalmente sono abbastanza scettico sul nostro interesse“.

 

Gentiloni nel suo intervento al Convegno ha anche annunciato che tra poche settimane si darà il via a un Decreto interministeriale per la costituzione di una cabina di regia per la diffusione della banda larga, che coinvolgerà anche gli altri ministeri interessati e avrà il compito di premere l’acceleratore sulle connessioni broadband.

 

Il Ministro si sofferma anche a parlare di intercettazioni, tema abbastanza hot negli ultimi tempi e riferisce che l’obiettivo dell’indagine amministrativa sui gestori telefonici scaturita dalla vicenda delle intercettazioni è “…arrivare nei rapporti tra Stato e aziende di telefonia a clausole più stringenti perché quelle esistenti hanno dimostrato di non essere sufficientemente severe”.

Gentiloni ha spiegato che si è trovata una “grande disponibilità a collaborare. Di questa materia ci occuperemo anche in sede europea: l’11 e 12 dicembre a Bruxelles ci sarà un Consiglio dei ministri in cui ci si occuperà anche di sicurezza delle reti e il governo italiano proporrà un rafforzamento delle clausole di garanzia sulla protezione dei dati e la sicurezza delle reti, anche sulla base di un’esperienza certamente non positiva”.

 

Ieri il Ministro, ascoltato in Commissione parlamentare di Vigilanza, è entrato nel merito dei contributi straordinari per la transizione al digitale, sostenendo che non si “…debbano trasformare in drammatici aumenti del canone, che sarà adeguato al tasso medio di inflazione“.

Gentiloni risponde così a una domanda del presidente Mario Landolfi, in riferimento al conto del 2005 varato dal Cda Rai, che dimostrerebbe uno sbilancio di 221 milioni di euro di introiti pubblicitari che hanno finanziato programmi di servizio pubblico e che quindi necessiterebbero di un aumento del canone di 15 euro.

“Non provo stupore – ha spiegato Gentiloni – per il fatto che l’azienda Rai, passata l’estate avvicinandosi verso il periodo della determinazione del canone, produca conteggi secondo i quali la pubblicità finanzia il servizio pubblico. Sono questioni su cui bisognerebbe procedere con cautela, perché i conteggi vengono fatti sulla base dei generi stabiliti dal contratto di servizio. Ma nel prossimo contratto di servizio tra ministero e Rai – ha detto ancora – ci saranno parametri aggiuntivi, perché i generi non sono più così facilmente definibili“.

 

Credo che il nuovo contratto di servizio dovrà dare nuove indicazioni per superare l’attuale sistema dei criteri perché è sempre più difficile individuare un programma di servizio pubblico, e sono molti gli ibridi. “Io non credo che ci saranno gli incrementi drammatici del canone ma piuttosto degli adeguamenti all’inflazione”.

Quindi, secondo il Ministro, per la transizione al digitale “…il Governo potrà dare contributi straordinari, come in minima parte è stato già fatto nella Finanziaria”.

 

Secondo il Ministro, altra questione è quella che riguarda il sostegno che lo Stato dovrà dare alla Rai per il passaggio al digitale.

La Finanziaria prevede 40 milioni di euro l’anno di fondi, ma il Governo dovrà fare di più in futuro affinché sia permesso alla Rai di espletare la sua funzione di servizio pubblico coprendo tutto il territorio nazionale con la nuova tecnologia digitale. Questi fondi però non potranno essere inseriti nel canone, ma dovranno essere finanziamenti finalizzati al passaggio al digitale.

 

E a proposito di contratto di servizio tra Stato e Rai che deve essere rinnovato entro novembre, Gentiloni ha preannunciato che dovranno essere inseriti criteri di generi televisivi aggiuntivi agli attuali inseriti tra quelli di servizio pubblico.

 

Si apprende inoltre che al governo italiano, e in particolare al ministero delle Comunicazioni, è pervenuta una richiesta di chiarimenti da parte della Commissione Ue circa progetti Rai di sviluppo del servizio a dimensione regionale.

“La Commissione – ha spiegato Gentiloni – vuole appurare se questo progetto Rai in realtà non finisca con l’avere ‘effetti distorsivi’ di concorrenza nei confronti dell’emittenza locale”.

 

L’annuncio del Ministro è arrivato a proposito delle sollecitazioni del presidente della Vigilanza e da alcuni commissari a proposito appunto dell’emittenza locale e di come questa venga tenuta in considerazione nel Ddl Gentiloni.

Il Ministro ha riconosciuto che l’emittenza locale “ha un problema specifico nella transizione verso il digitale“, e il governo a questo proposito ha inserito nella Finanziaria un pacchetto di risorse di sostegno, anche se non in misura che lo stesso Gentiloni ha ammesso corposo ma limitato da quella che è la disponibilità.

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