Europa
I maggiori incumbent della telefonia fissa europea devono migliorare la loro produttività sia in termini di profitti che di linee per dipendente, per poter mantenere la competitività e la profittabilità sul lungo periodo e per realizzare questo obiettivo e “raggiungere livelli di produttività da leader” dovrebbero ridurre la forza lavoro fino anche al 25%.
Lo ha reso noto l’agenzia di rating Fitch, secondo cui gli operatori dominanti dei 5 maggiori mercati europei – Gran Bretagna, Germania, Italia, Francia e Spagna – non riescono a tenere il passo con i concorrenti nazionali e internazionali a causa dei costi eccessivi per mantenere i troppi dipendenti.
Anche il più efficiente tra gli operatori interessati dall’analisi – BT Group, Deutsche Telekom, France Télécom, Telecom Italia e Telefonica – “ha bisogno di fare di più per sviluppare la competitività sul lungo periodo”, ha spiegato Raymond Hill, Senior Director della divisione Fitch TMT (Telecom, Media e Tecnologie).
Il rating della spagnola Telefonica è BBB+ con outlook stabile: gli sforzi per ridimensionare la forza lavoro hanno infatti prodotto il migliore rapporto linee-dipendenti del gruppo di società preso in considerazione.
In linea generale Fitch ritiene inoltre che la produttività dell’incumbent britannico BT in termini di profitti per dipendente abbia beneficiato in maniera significativa del buon posizionamento del gruppo nei segmenti enterprise e corporate.
Deutsche Telekom e France Telecom, invece, sono le due telco messe peggio: insieme raggruppano circa la metà del totale dei profitti da linea fissa e dei dipendenti ed entrambe sono al di sotto della media del gruppo sia in termini di profitti per impiegato (265 mila euro) che di linee per impiegato (429) nel 2005.
Queste due compagnie sono sempre state – secondo Fitch – le più lente in fatto di miglioramenti della produttività e allo stesso tempo devono mantenere i prezzi a livelli abbastanza elevati da supportare i costi per sostenere una forza lavoro sproporzionata, offrendo ai concorrenti la possibilità di sviluppare e offrire servizi di linea fissa competitivi.
La società di rating sostiene, infine, che i Paesi che mantengono leggi sul lavoro estremamente protettive dovrebbero comprendere che le imprese nazionali rischiano di non riuscire a competere con i concorrenti domestici e internazionali che non sono gravati da imposizioni tanto stringenti.
“Queste leggi– spiega Fitch – limitano l’abilità dell’impresa di allineare i costi a quelli dei mercati in cui operano, impedendo di congedare i lavoratori superflui o poco preparati”.