Italia
Il Codice di Autoregolamentazione Tv e minori del 29 novembre 2002, conosciuto come “Codice Gasparri” è stato sottoscritto dalle principali emittenti a carattere nazionale e non solo – Rai, La7, MTV, Mediaset e le altre Tv commerciali. Si apre con una serie di principi di ordine generale. L’utenza televisiva è costituita – specie in alcune fasce orarie – anche da minori per cui il bisogno del minore a uno sviluppo regolare e compiuto deve essere un diritto riconosciuto dall’ordinamento giuridico tanto nazionale che internazionale. Nasce così la sensibilità politica, oltre che sociale dell’importanza di un organo di monitoraggio e controllo del sistema delle comunicazioni, nel particolare e delicato settore di tutela delle utenze “di minore età“.
Nel 2003, si avvia così l’attività del Comitato tv e minori, incardinato nella struttura del Ministero delle Comunicazioni la cui funzione si concentra sulla valutazione e sull’applicazione di sanzioni per le violazioni al Codice di Autoregolamentazione tv e minori.
Con la Legge n.112 del 5 maggio 2004, nota ai più come legge Gasparri, recante Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della Rai, nonché delega del governo per l’emanazione del testo unico della radiotelevisione” il problema della tutela dei minori in Tv è diventato centrale per il legislatore e ha ottenuto evidenza nelle sue parole sia per quanto riguarda la funzione del Comitato Tv e minori, sia per quanto riguarda il riconoscimento della dignità di legge attribuita al Codice di Autoregolamentazione tv e minori.
La legge delinea un primo quadro di tutela dell’utente radiotelevisivo quando si tratta di minore “essendo, comunque, vietate le trasmissioni che contengono messaggi cifrati o di carattere subliminale, o che contengono incitamenti all’odio comunque motivato o che, anche in relazione all’orario di trasmissione, possono nuocere allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori, o che presentano scene di violenza gratuita o insistita o efferata o pornografiche, salve le norme speciali per le trasmissioni ad accesso condizionato che comunque impongano l’adozione di un sistema di controllo specifico e selettivo” (art. 4). Si parte quindi, dal principio fondamentale che la tutela della dignità umana diventa ancora più intensa quando gli utenti del servizio radiotelevisivo non hanno ancora raggiunto la maggiore età. L’articolo che inquadra tutta la disciplina a tutela del minore è l’art. 10 rubricato Tutela dei minori nella programmazione televisiva. La novità fondamentale sta appunto nella vincolatività del Codice di Autoregolamentazione che ha valore di legge per tutte le emittenti, lo abbiano o meno sottoscritto.
Gli interventi del Comitato Tv e minori in questi tre anni di attività, dal 2003 e a cui io partecipo in qualità di componente dal 2004, si articolano intorno al rispetto del Codice di Autoregolamentazione per tutti quei programmi tv che possono comportare un grave nocumento ai minori e al loro sviluppo fisico, psichico e morale.
Nel corso di questo triennio di attività, le aree di intervento sono aumentate, segno di una maggiore penetrazione del ruolo del Comitato nel contesto sociale e di un’accresciuta sensibilità, pur se ostacolata con un velato ostruzionismo proprio dalle emittenti televisive che difficilmente divulgano notizie e informazioni sull’importanza di questo organo ministeriale di controllo. Tra gli interventi messi in atto, meritano di essere citati:
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Procedimenti instaurati: nel 2003 90, nel 2004 146, sinora nel 2005 98;
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Risoluzioni di violazione: nel 2003 32, nel 2004 53, sinora nel 2005 37 ;
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Raccomandazioni: nel 2003 24, nel 2004 39¸sinora nel 2005 29 ;
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Documenti di indirizzo: nel 2003 9, nel 2004 7, sinora nel 2005 2 (Lettera alle emittenti anche satellitari e digitali per la trasmissione del wrestling e Delibera sulla trattazione effetti della droga);
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Trasmissioni Hard (che vanno segnalate direttamente all’AGCOM): nel 2003 11, nel 2004 48, sinora nel 2005 11;
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Sanzioni e Oblazioni: nel 2003 9, nel 2004 16, sinora nel 2005 34;
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Procedimenti in corso: nel 2003 6, nel 2004 4¸sinora nel 2005 304;
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Esame preliminare: nel 2003 34, nel 2004 25¸sinora nel 2005 72.
Per quanto riguarda il 2006:
Il Comitato si è riunito in 6 sedute plenarie e 16 sezioni istruttorie.
Ha sanzionato ben 16 programmi televisivi, di cui 3 della Rai, 12 di Mediaset e 1 di una televisione locale.
Tra i programmi sanzionati, particolare risonanza ha avuto il procedimento avviato nei confronti della trasmissione di Domenica In, presentata da Mara Venier, che vedeva la lite tra Pappalardo e Zequila del 22 gennaio, sanzionata per la violenza verbale dello scontro diffuso all’interno di una trasmissione di tipico intrattenimento familiare. Su questo programma, è intervenuta anche l’Agcom che ha sanzionato la Rai con pena pecuniaria di 200 mila euro.
Più volte sanzionato, anche il programma trasmesso in prima serata da Italia1, condotto da Teo Mammuccari, Distraction per le modalità cruente di realizzazione de quiz e per la pericolosa possibile imitazione di quei gesti, di quelle prove, molto pericolose fisicamente e di quelle modalità di gioco da parte dei minori.
Tra i programmi sanzionati, vi sono, anche quest’anno, le Iene Show e Lucignolo, che ripropongono spesso in prima serata temi di particolare volgarità o descrizione di fatti particolarmente cruenti e violenti., oltre che sessualmente troppo forti.
Da segnalare, tra i programmi sanzionati anche la puntata di Bivio, condotta da Enrico Ruggeri, in seconda serata su Italia1, per aver trattato il cambiamento sessuale di una persona – da donna a uomo – che adesso si accompagnava ad altra donna, il tutto al cospetto e con un’intervista della figlia minore, visibilmente turbata per l’accaduto. In questo caso, la sanzione irrogata alla trasmissione ha riguardato non solo la trattazione del tema, particolarmente delicato potenzialmente in grado di turbare il minore, ma perché ha violato esplicitamente una norma del Codice Di Autoregolamentazione sull’utilizzazione dei ragazzi in Tv.
Diverse le fiction sanzionate, soprattutto riguardanti temi a sfondo sessuale che coinvolgevano bambini o episodi di pedofilia: era un omicidio della serie CSI (Rete4); due telefilm della serie Delitti Irrisolti (Rai2).
Le raccomandazioni sono state una ventina e hanno colpito i programmi di Mediaset (Verissimo, Amici – Canale 5); Blob (Rai3); e Coming Soon su un’emittente privata locale che trattava impropriamente il caso dell’assassinio di Novi Ligure.
A queste, vanno aggiunte una decina di segnalazioni all’Agcom per la trasmissioni di programmi notturni a luci rosse.
Non è corretto ricorrere ai numeri per esemplificare l’attività del Comitato, ma le cifre ci danno l’idea dell’intensa operatività del Comitato all’inizio della sua vita. Molte significative le sanzioni per le modalità con cui avvengono, consistenti nella prescrizione all’emittente di dare notizia nelle sue stesse trasmissioni della pronuncia intervenuta a proprio carico, soprattutto nei programmi, quali i tg di maggiore ascolto. Si tratta, è vero, di piccoli passi, ma in ogni modo importanti per continuare a far sentire il valore dei nostri interventi per la protezione di interessi di primo rilievo, anche costituzionale.
Il Comitato Tv e minori, nella sua duplice veste di organo deputato al monitoraggio e controllo, e all’intervento sanzionatorio, opera su denunce di privati e/o di operatori del settore, fra i quali si inseriscono sicuramente i Comitati Regionali per le Comunicazioni. Molte le collaborazioni con i Corecom, fra cui la Campania , la Toscana , il Piemonte, l’Abruzzo, la Liguria , sia per il controllo e monitoraggio a livello nazionale, sia per la programmazione dell’emittenza locale. Numerosi i Convegni organizzati sul tema dai Corecom a Firenze (Osservatorio sull’immagine dell’infanzia), Napoli (Regione Campania), Torino (Fondazione Agnelli), Bologna (Fiera del libro per ragazzi), Parma (Provincia), Imperia (Aiart), Lucca, Cuneo, Roma (Commissione bicamerale per l’infanzia), della Rai, di Mediaset. In questo emergere continuo di attività, interventi, richiami, sollecitazioni diventa fondamentale per il Comitato tv e minori, avere anche un momento di raccordo con noi Corecom che possiamo svolgere sul territorio un più intenso e articolato lavoro di coordinamento, segnalazione, oltre che di monitoraggio. Dalla nostra presenza sui territori regionali dobbiamo trarre la forza di sempre maggiori rapporti con le pubbliche istituzioni per rappresentare più efficacemente il nostro lavoro anche di coordinamento con il Comitato Tv e minori.
Il tutto ovviamente nell’ottica dell’attività del Comitato Tv e minori il cui slogan, chiamiamolo così è ‘Il comitato fa sul serio‘, con una convinzione di fondo che la tutela dei minori in Tv è problema di cultura, di responsabilità culturale, di matura libertà e dunque le sono essenziali l’approfondimento conoscitivo, la sensibilizzazione con i suoi percorsi persuasivi – dissuasivi, anche attraverso la concretizzazione della società e delle sue articolazioni.
Utilizzare così le nostre risorse per promuovere sul locale le nostre attività, le nostre importanti competenze, le nostre collaborazioni strette e intense con il Comitato Tv e minori, per rendere pubbliche in modo da giungere alla coscienza della gente comune le nostre attività.
Ed ecco che volendo riprendere il titolo di questo convegno, il triangolo virtuoso tra Comitati regionali per le Comunicazioni, Comitato Tv e minori, incardinato presso il ministero e l’effettività della tutela dei minori nei confronti dei media, prima di tutto, la Tv diviene non più un concetto virtuale ma una concretezza tangibile.
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