Europa
I new media, internet e cellulari, non sono una minaccia per i canali televisivi che continueranno a essere i principali vettori della trasmissione di contenuti sportivi. E’ quanto emerso dallo Sportel 2006 di Montecarlo, il mercato internazionale dello sport in Tv, dove resta però evidente anche il ruolo centrale dei nuovi dispositivi per la ricezione dei programmi sportivi.
Anche se l’arrivo dei new media, agevolati da banda larga e telefonini 3G, specie nello sport si fa sempre più sentire, come testimonia la recente acquisizione da parte di operatori tlc dei diritti Tv dei campionati di calcio in Belgio e Paesi Bassi, è necessario stabilire tra player rapporti di complementarietà più che rivalità.
A riguardo, Patricia Langrand, direttore esecutivo di France Télécom, ha sottolineato: “Ci si oppone ai canali Tv, ma ciò che proponiamo sui nostri schermi (Tv, computer, cellulari) è sempre realizzato in partnership con le Tv, come è avvenuto per esempio con le Olimpiadi di Torino“.
Nel 2004, France Télécom aveva cercato di acquistare alcuni diritti della Serie A (per il pay-per-view) che sono stati poi monopolizzati da CanalPlus che ha trasmesso quelle partite on demand sulla Tv via Adsl.
Come spiega Alexandre Bompard, direttore per lo Sport della Pay TV francese, “…il nostro obiettivo è di stabilire accordi anche per i supporti di complemento, che adottano nuovi formati“.
Il riferimento di Bompard va a Michaël Boukobza, direttore generale di ILIAD (casa madre dell’Isp Free), che fino a oggi non ha risposto alle diverse offerte avanzate.
“Solitamente – chiarisce il direttore – quando una rete compra i diritti, la si chiama per sapere se è possibile fare accordi“.
Da parte del Comitato olimpico internazionale (Comité International Olympique – CIO), che commercializza per somme notevoli i diritti dei più grandi avvenimenti sportivi del pianeta, i giochi olimpici sono stati il primo grande banco di prova per i new media.
Ma Gerhard Heiberg, presidente della Commissione marketing del CIO, ha dichiarato che “…prima nel 2012 non cambierà niente nella strategia di vendita dei diritti”.
A Monaco, Heiberg ha tuttavia aperto la porta, sempre dopo il 2012, alla commercializzazione a parte per i diritti dei new media, anche se, come ha più volte ribadito Lord Sebastian Coe, il grande organizzatore delle Olimpiadi di Londra 2012, “…il denaro della televisione deve restare il nerbo della guerra”.
L’istanza olimpica, nella propria strategia che mira ad aumentare l’audience, ha ormai deciso di rivolgersi ai giovani, assetati di nuovi media.
“Dobbiamo comprendere le loro motivazioni per riuscire ad attirarli verso le Olimpiadi“, ha commentato Lord Coe.
Una cosa non è sfuggita al CIO: “chi dice pubblico giovane non dice unicamente nuovi media, ma anche nuovi sport.”
Heiberg ha quindi sottolineato: “Il programma olimpico non è forse molto moderno, bisognerebbe aprirsi ad altri sport e speriamo di farlo presto”.
Per quanto riguarda le cifre, dallo Sportel è emerso che Calcio e Formula 1 sono in testa alle offerte sportive delle Tv del mondo. Più precisamente, lo scorso anno 800 milioni di persone in media hanno guardato le 19 gare di Formula 1; mentre in Italia il record di ascolto è andato alla finale dei Mondiali di calcio di Germania, seguita da 23,9 milioni di telespettatori (84% dell’audience nazionale).
Ma, come è stato ricordato a Montecarlo, i risultati record sono tutti della Coppa del Mondo di calcio 2006: 32 miliardi di telespettatori di 206 Paesi per la diffusione delle 64 partite; 40mila ore di copertura da parte delle oltre 500 emittenti, tra radio e televisioni; 100 milioni di euro il costo della produzione delle trasmissioni. E cifre record sono state ottenute anche per i new media: su Internet sono stati 125 milioni i video visionati sul sito ufficiale fifaworldcup.com, mentre le pagine consultate ammontano a 4,2 miliardi; 73 milioni, invece, le pagine lette sui telefonini cellulari.
Prossima tappa per le nuove piattaforme digitali le Olimpiadi di Pechino, nel 2008.