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I dispositivi mobili rappresentano senza alcun dubbio un nuovo importante canale di distribuzione di contenuti multimediali, ma presentano anche notevoli sfide per le web company che stanno tentando di farsi spazio in questo nuovo e complesso mercato.
Che l’affermazione nel mondo mobile non sia così semplice come si potrebbe credere lo dice anche Google, che pure sta provando da diverso tempo a spostare i suoi celebri servizi nell’arena delle comunicazioni wireless.
Nel suo intervento allo SmartPhone Show di Londra, Alan Eustace – VP of Engineering del gruppo, e responsabile di tutti gli aspetti delle attività di ricerca e sviluppo di prodotti – ha sottolineato il ruolo che le reti mobili possono svolgere per aiutare Google a raggiungere la sua missione, che consiste nell’organizzare e catalogare tutti i tipi di informazioni e nel renderle accessibile attraverso diversi canali di distribuzione.
L’advertising mobile rappresenta ovviamente una “enorme opportunità”, sotto forma, inizialmente di servizi di adword mobile e click-to-call e in seguito di funzioni di click-to-buy. I big di internet, infatti, sembrano tutti convinti che gli utenti mobili siano meglio disposti di quelli di linea fissa a chiamare un inserzionista – sia esso un ristorante, un cinema, un negozio, ecc – per avere maggiori informazioni su un determinato prodotto o un servizio di loro interesse.
Eustace ha sottolineato l’importanza delle partnership con gli operatori mobili, come quelle siglate in Giappone con KDDI e in Europa con Vodafone, che integrerà il motore di ricerca di Google su Vodafone Live!, come esempi di strategie di business vincenti.
Nel frattempo, Google ha preferito non integrare una propria opzione di ricerca sul servizio Mobile Search di Nokia – come hanno fatto invece Yahoo! e Microsoft – poiché, ha spiegato Eustace, “preferiamo uscire con qualcosa che sia unico o col nostro marchio”.
Entrare nell’arena delle comunicazioni mobili, “un ecosistema non facile”, è un’impresa quanto mai ardua per i giganti della ricerca, ha continuato il manager, a causa di diverse questioni – come le tariffe dei servizi, l’usabilità dei telefonini, la durata delle batterie, la capacità di rete e altro ancora – che vanno regolate prima per evitare l’effetto boomerang.
Nel frattempo, Google sta lavorando col World Wide Web Consortium (W3C) allo sviluppo di uno standard per facilitare l’adattamento ai dispositivi wireless dei servizi di mappe, itinerari e foto satellitari come Google Maps.
Lo scorso anno, a giugno, la stessa Google aveva lanciato un servizio di ricerca via sms, trasformatosi poi in un vero e proprio servizio di indicizzazione dei siti ottimizzati per i telefonini, ma bisogna ancora risolvere – ha concluso Eustace – i problemi con gli ‘aggregatori’ e solo allora il servizio potrà veramente decollare.