ICT e occupazione. Capitani: ‘Trend crescente, ma le politiche governative dovranno sostenere e supportare il rilancio IT’

di Raffaella Natale |

Italia


Information Technology

Presentato a Roma, nel corso di un Convegno che si è svolto presso la Confindustria, il Rapporto Federcomin 2006 “Occupazione e professioni nell’ICT“. Il Rapporto, realizzato da Federcomin con la partecipazione delle Associate AITech-Assinform e Asstel e il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie (con la collaborazione scientifica di NetConsulting nonché della Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi di Milano Bicocca) analizza il panorama attuale in Italia delle aziende e lo stato dell’occupazione ICT, sia presso le aziende fornitrici che presso le aziende “utenti”.

 

Giancarlo Capitani, amministratore delegato e partner NetConsulting, ha commentato: “Lo scenario entro il quale è possibile interpretare l’andamento dell’occupazione e delle professioni nell’ICT è quello di un settore che sta attraversando una profonda e lunga fase di trasformazione in tutti i Paesi e anche in Italia“.

Aggiungendo: “Un settore a geometria variabile che si ridisegna giorno per giorno a causa: del basso profilo di crescita del mercato; delle nuove ondate di evoluzione tecnologica; del cambiamento nel profilo della domanda; nel riassetto nel sistema dei fornitori; nella riduzione del ciclo di vita delle competenze“.

 

Secondo Capitani, “…E’ molto probabile che sul breve l’occupazione ICT continuerà a scontare la fase di razionalizzazione e di assessment che il settore sta attraversando. Le traiettorie evolutive del settore lasciano intravedere un processo di concentrazione al vertice della piramide attraverso acquisizioni e fusioni tra le imprese maggiori en una ancora vivace natalità alla base attraverso la creazione di start up innovative“.

Ma l’Ad di NetConsulting precisa che “…se limitiamo la nostra osservazione alle sole imprese IT e TLC, senza canale indiretto e media, vediamo che ¾ delle imprese non assumerà nel 2006. Ma il settore non crescerà in una linea di continuità rispetto al passato. Sarà anzi caratterizzato da un breakthrough strutturale generato e stimolato dall’evoluzione delle tecnologie dell’ICT e della convergenza e messa a fattor comune delle nuove tecnologie emergenti“.

 

Le nuove tecnologie, che stanno facendo il loro ingresso sul mercato sia nell’IT che nelle TLC attraverso la loro convergenza, per Capitani “…ci offrono oggi delle grandi opportunità, poiché sono facilmente accessibili e utilizzabili. Il problema è come trasformare le previsioni in realtà. Ma il problema vero è come trasformare le previsioni e le opportunità in realtà e come trasformare tutto questo in aumento stabile dei livelli e della qualità dell’occupazione nell’ICT”.

 

Capitani ha, quindi, sottolineato che il futuro dell’occupazione dipenderà da fattori di contesto quali in particolare: da quanto le politiche governative saranno in grado di sostenere e supportare il rilancio del comparto IT in particolare e, più nello specifico, di quello di Software e Servizi. Ma anche da quanto potranno indirizzare correttamente lo sviluppo armonico del comparto dei Servizi e apparati di TLC.

 

Per l’Ad di NetConsulting molto dipenderà anche da quanto “…le aziende utenti inizieranno con convinzione a ritenere l’investimento in ICT un asse portante per la propria competitività globale; da quanto le imprese fornitrici sapranno interpretare tutti i segnali evolutivi che, in modo più o meno evidente, si stanno affacciando alla ribalta, e volgerli a proprio vantaggio”.

 

Nel 2005 le imprese con addetti del settore ICT ammontano a 112.600 – in crescita dal 2001 al 2004, pressoché stabili rispetto all’anno precedente – ed occupano 674.000 dipendenti.

Il settore ICT si conferma ancora quello più vivace in termini di “nascite imprenditoriali” con un tasso di iscrizione di nuove imprese pari a +25,3% a fronte di un tasso del settore Industria e Servizi del 20,9%. A proliferare sono, in particolare, le ditte individuali (+61,1%) contro il +32,9% registrato nel settore delle imprese del settore Industria e Servizi.

 

Per quanto riguarda l’occupazione nel periodo 2001-2005 il settore ICT ha registrato una tendenza a una maggiore flessibilità del mercato del lavoro: la differenza tra addetti nominali e addetti Full Time Equivalent (ovvero il numero equivalente di risorse teoriche a tempo pieno) è passata infatti da 28.100 unità a 54.800 (+95%), con un tasso di incremento medio annuo pari a circa il 18%.

 

Le imprese dei comparti Informatica e Telecomunicazioni stimano, per il 2006, 17.920 assunzioni e circa 16.150 uscite, con un saldo positivo di 1.770 dipendenti.

Il più alto tasso d’entrata per le assunzioni previste si registra per le micro imprese sotto i 10 addetti (+7,6%), che evidenziano altresì il saldo più consistente (+3,4%). Le imprese che esportano o che effettuano innovazioni organizzative o di prodotto/servizio dichiarano i livelli di assunzione più elevati (37-39% rispetto alla media del 23,9%).

La modalità di assunzione prevalente dichiarata dalle aziende riguardo alla tipologia di contratto è quella a tempo indeterminato (53,2%). Permane una situazione di difficoltà di reperimento per gli skill più richiesti: circa 4.510 assunzioni previste (pari a circa il 25% del totale) riguarda figure difficili da reperire.

 

Nel 2005 il numero di Power User (gli utilizzatori evoluti delle molteplici soluzioni applicative esistenti) risulta pari a circa 4,2 milioni, ovvero il 27% del totale occupati dipendenti. I Generic User (gli utilizzatori ICT di più basso profilo) risultano invece essere pari a circa 7,1 milioni (il 46% del totale). I restanti 4,2 milioni (27%) sono costituiti dai cosiddetti No User, cioè da lavoratori che non fanno alcun uso di soluzioni ICT.

Le donne rivelano competenze tecnologiche superiori a quelle degli uomini, all’interno del loro genere. I Power User di genere femminile sono, infatti, il 30,3% del totale contro il 25% di genere maschile; inoltre i No User di genere femminile sono il 26,2% contro il 27,6% di genere maschile. Appare interessante notare che tra gli uomini è presente una percentuale di No User superiore a quella dei Power, mentre per le donne accade l’opposto. Le donne che intraprendono un’attività lavorativa tendono, quindi, a dare maggiore rilievo alla propria formazione tecnologica.

 

Le professioni emergenti: +21.000 nuovi professionisti ICT con skill innovativo

Nei prossimi cinque anni l’evoluzione tecnologica e dei modelli di business modificherà profondamente le professionalità richieste dal settore ICT, che dovranno essere sempre più orientate alla multidisciplinarietà, alla tecnologia ma anche alle competenze di processo e di settore. Queste complesse trasformazioni comportano, già da oggi, un approccio “qualitativo” piuttosto che “quantitativo” verso il mercato del lavoro e le risorse umane, con il ricorso da parte delle imprese a nuovi skill nonché a interventi mirati di formazione continua. Una stima proiettata al 2010 prevede che i nuovi professionisti dell’ICT saranno all’incirca 17.500, a cui si aggiungeranno circa 3.800 professionisti delle linee di business.

 

Quali saranno, dunque, le figure emergenti? Qualche esempio:

*Nell’Information Technology: l’IT Architect (o Solution Architect), ovvero uno sviluppatore che abbia conoscenze sui micro-processi aziendali e che sia in grado di sviluppare in ambienti multipiattaforma e multivendor;

*Nelle Telecomunicazioni: i Product Manager, ovvero figure inserite nell’area Marketing e responsabili di linee di offerta;

*Nelle aziende dei Media: Tv satellitare Tv digitale e Mobile Tv avranno un impatto sulle figure impiegate nei servizi all’utenza, area che acquisirà una strategicità crescente.

 

Il tasso di crescita medio annuo per gli occupati ICT è previsto per il periodo 2006-2010 pari a +0,5%, che si tradurrà nel 2010 in un saldo di circa +11.000 nuovi addetti. Il comparto più dinamico, come crescita media nel quinquennio, risulterebbe essere quello dei Media, con una variazione di +0,7%; il segmento più contenuto, invece, ma comunque in crescita, (con una variazione media annua pari allo 0,2%) è quello dei Servizi e apparati di Telecomunicazioni.

 

Alberto Tripi, Presidente di Federcomin, ha dichiarato: “L’avanzata irreversibile della Società della Conoscenza rappresenta una grande opportunità di nuovo lavoro e di nuovi profili professionali. È questa la sfida della rivoluzione tecnologica che attraverso la diffusione di beni immateriali ha cambiato il volto dell’economia e della società”.

 

Rapporto Federcomin 2006 – Occupazione e professioni nell’ICT  

Executive Summary

Presentazione Giancarlo Capitani


Vedi anche i seguenti grafici:  

Imprese con addetti del settore ICT, per segmento  

Andamento degli addetti ICT nel periodo 2006-2010 per segmento  

Le competenze presso gli occupati dipendenti in Italia

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