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Il Corecom Lazio conferma il suo forte impegno per migliorare la qualità dei programmi televisivi regionali, con una attenzione particolare alla tutela dei telespettatori più giovani, come spiegato al convegno: “Tv Minori e Corecom. Un triangolo virtuoso“. Nel corso del convegno, tenutosi ieri a Roma, il Corecom Lazio ha presentato l’iniziativa “Bollino Qualità‘, una ‘certificazione’ di qualità per i media regionali.
Angelo Gallippi, Presidente del Corecom Lazio ha annunciato: “Il prossimo anno il Corecom intende avviare il monitoraggio dei programmi televisivi, dando priorità a quelli destinati ai minori nella cosiddetta ‘fascia protetta’, dalle ore 16 alle 19, per poi estenderlo a tutta la giornata. In Italia l’azione di verifica svolta dal Corecom è particolarmente incisiva, in quanto siamo l’unico Paese in cui il controllo viene eseguito a livello regionale, il solo che consenta di esaminare effettivamente i programmi di tutte le centinaia di televisioni locali operanti nel nostro Paese.”
“Io sono convinto che questa azione di controllo dispiegherà la sua efficacia anche perché il Corecom ha preso l’iniziativa di coinvolgere in maniera diretta i cittadini, accogliendone le segnalazioni sui programmi a loro parere irrispettosi di un pubblico minorenne.”
Su iniziativa di Domitilla Baldoni, Presidente Commissione Servizi e Prodotti Corecom, il Corecom Lazio ha lanciato il “Bollino qualità”, un riconoscimento che verrà attribuito a televisioni, radio e testate regionali che si distingueranno per la qualità della programmazione.
“Tra i criteri di valutazione – ha spiegato Domitilla Baldoni – è prevista la suddivisione in settori (politica, cronaca, cultura, sport) e successiva verifica della qualità dei programmi per i minori. La determinazione è affidata a una commissione composta da giornalisti, magistrati, giuristi, psicologi, artisti e dai componenti del Corecom Lazio. L’azione di monitoraggio si concluderà il 31 gennaio 2007 e prevede l’assegnazione dei vari riconoscimenti nel corso di una premiazione che avrà luogo nel successivo mese di aprile”.
“La Tv non va demonizzata – ha continuato Domitilla Baldoni – esistono anche programmi di buona qualità. Dobbiamo responsabilizzare le famiglie, le istituzioni e le emittenti e siamo convinti che il bollino qualità costituisca una iniziativa importante in tale direzione (…) Non esiste un manuale d’uso della televisione, serve solo buon senso. La fascia protetta andrebbe ridisegnata e occorrerebbe una programmazione dei palinsesti più attenta alla sensibilità del minore. Diciamo basta alla Tv spazzatura come quella dei reality; vogliamo una Tv di qualità”.
Dopo i rappresentanti del Corecom Lazio è intervenuto Massimo Pineschi, Presidente Consiglio Regionale del Lazio, che ha voluto puntare l’attenzione sul fatto che: “La Tv può fare violenza psicologica sui minori e occorre coniugare le esigenze del mercato con i valori dell’infanzia. Il Consiglio Regionale opera nell’ambito dell’informazione e della comunicazione per elaborare proposte che vanno da un lato verso la regolamentazione della materia, dall’altro verso la definizione delle competenze del Corecom. In particolare, riguardo la tutela dei minori, tutti quanti dobbiamo dare il nostro contributo per sollecitare una regolamentazione forte, perché i codici di comportamento sono importanti, ma servono regole chiare e precise che creino une vera disciplina: dove non ci sono regole c’è incertezza”.
Giulia Rodano, Assessore Cultura, Spettacolo e Sport Regione Lazio, si è soffermata sul problema dei contenuti televisivi per il pubblico più giovane e della relativa qualità e ha invitato a riflettere sull’evoluzione dei media: “Il problema non è solo la Tv, ma tutti i media perché oggi vi è la convergenza dei mezzi di comunicazione e delle piattaforme video – Internet, cellulari, IPTV, Mobile Tv, satellite. Allora occorre educare i consumatori di televisione e mettere i ragazzi in condizione di gestire il mezzo televisivo, ma occorre anche creare delle alternative alla televisione che deve essere uno dei modi per passare il tempo, ma non l’unico“.
Presente anche Mario Michelangeli, Assessore Tutela Consumatori Regione Lazio, che ha messo l’accento sul fatto che “spesso le televisioni locali che hanno bisogno di finanziamenti si lasciano sopraffare dalla logica di mercato lasciando che prevalga su tutto. I bambini sono visti più come consumatori che come soggetti di diritti ed è difficile riuscire a modificare la logica di mercato. Del resto il problema per i minori non è più rappresentato soltanto dalla televisione, ma anche da tutti gli altri media che inviano informazioni, anche se oggi i giovani hanno una capacità critica più sviluppata che in passato. La Regione metterà a disposizione del Corecom 100.000 euro per avviare il monitoraggio delle trasmissioni delle emittenti locali. Anche i cittadini saranno chiamati a partecipare a questa attività con le loro segnalazioni”.
L’intervento di Maria Pia Caruso, Responsabile Rapporti Agcom-Corecom, ha fatto il punto sul ruolo dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sulla tematica Tv e minori.
“Nel contesto televisivo – ha sottolineato la Caruso – il sistema italiano basa la propria formula di tutela verso i minori, su una verifica ‘ex post’ delle Autorità preposte alla sanzione e le eventuali violazioni sono prese in esame da due organismi pubblici cooperanti (il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione per la tutela dei minori in TV e dall’Agcom (…) A seguito dell’approvazione, nel 2003, dell’Accordo-quadro tra l’Agcom e la Conferenza ‘Regioni’, quattordici Corecom hanno stipulato una convenzione con l’Autorità per l’esercizio delle funzioni delegate in materia di comunicazioni e svolgono direttamente verifiche sull’emittenza locale in materia di tutela dei minori. L’Autorità intende fornire ai Corecom linee guida e criteri operativi al fine di facilitare l’esercizio delle funzioni delegate. Tali linee guida si riferiscono anche alla delicata funzione di vigilanza in materia di tutela dei minori. La vigilanza sugli obblighi previsti a tutela dei minori rappresenta un compito ad elevata problematicità, anche perché suscettibile di investire sensibilità, percezioni e valutazioni qualitative non di rado contrastanti. L’Autorità non ha ritenuto opportuno assumere parametri di valutazione statici, ma ha inteso procedere nella direzione di un costante confronto con le emittenti, il pubblico e gli esperti della materia”.
Maria Luisa Sangiorgio, Presidente Conferenza Nazionale Corecom/Corerat, ha commentato che: “I media sono un’agenzia di socializzazione che si affianca alla scuola e alla famiglia e si trova a svolgere un ruolo chiave nella formazione del comportamento. La televisione, per l’elevato numero di ore passato davanti alla Tv da parte dei minori, prevale su tutti. Il legislatore ha già previsto forme di tutela dei minori nei confronti di questo mezzo, con la Legge Mammì nel 1990, la Legge sulla Privacy e il con il Codice di Autoregolamentazione. I Corecom operano una importante azione di vigilanza sulle emittenze locali e da quest’attività di monitoraggio emerge che la cosiddetta fascia protetta è il regno delle televendite e non propone una programmazione adatta ai bambini. Le Tv locali si giustificano con l’impossibilità di affrontare i costi proibitivi dei programmi per bambini e occorre allora da una parte sensibilizzare le emittenti private al problema del rapporto Tv e minori e dall’altra considerare il minore non solo un oggetto di tutela, ma un soggetto di diritti che può considerare la Tv come uno strumento che gli offre una programmazione adeguata”.
Tra gli organismi più attivi nella tutela dei minori vi è il Comitato ” Minori e Tv” del Ministero delle Comunicazioni, di cui ha parlato Samuele Ciambriello, Membro del Comitato ministeriale: “L’attività del Comitato Tv e minori è stata avviata nel 2003. Il Comitato, incardinato nella struttura del Ministero delle Comunicazioni, svolge una funzione che si concentra sulla valutazione e sull’applicazione di sanzioni per le violazioni al Codice di Autoregolamentazione Tv e minori. Gli interventi del Comitato in questi tre anni di attività si articolano intorno al rispetto del Codice di Autoregolamentazione per tutti quei programmi Tv che possono comportare un grave nocumento ai minori e al loro sviluppo fisico, psichico e morale”.
Ciambriello ha detto ancora che: “Nel corso di questo triennio di attività, le aree di intervento sono aumentate, segno di una maggiore penetrazione del ruolo del Comitato nel contesto sociale e di un’accresciuta sensibilità, pur se ostacolata con un velato ostruzionismo proprio dalle emittenti televisive che difficilmente divulgano notizie e informazioni sull’importanza di questo organo ministeriale di controllo. La tutela dei minori in Tv è problema di cultura, di responsabilità culturale, di matura libertà e dunque le sono essenziali l’approfondimento conoscitivo, la sensibilizzazione con i suoi percorsi persuasivi – dissuasivi, anche attraverso la concretizzazione della società e delle sue articolazioni”.
Le istituzioni confermano il loro impegno a difendere i minori dai pericoli della televisione, ma quali sono i veri rischi di un uso eccessivo o incontrollato della Tv da parte dei bambini? Lo ha spiegato Gianni Biondi, Direttore del Servizio Psicologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù: “Il sovradosaggio da televisione produce fenomeni di ‘affollamento mentale’, la solitudine nel consumo di televisione è uno dei dati più rilevati; la televisione in camera causa difficoltà di sonno perché produce ‘camere adrenaliniche’ con bambini che dormono da due a cinque ore in meno. I bambini hanno bisogno di sperimentare attraverso i giochi la propria fantasia e creatività. Un uso esagerato e non controllato della televisione può ridurre questo processi evolutivo così importante per lo sviluppo e a seconda delle età dei bambini e dei ragazzi si può determinare una disarmonia dei processi di identificazione confondendo i confini tra fantasia e realtà”.
Luca Borgomeo, Presidente Ai@rt ha poi portato l’esperienza dell’Associazione Spettatori Onlus e dell’impegno dedicato a contrastare i modi di fare delle emittenti televisive, che “si confrontano piuttosto che sulla qualità su come attirare più spettatori, il tutto per motivi di audience. I minori sono vittime di questa tendenza e occorre responsabilizzare le istituzioni così come le famiglie, che troppo spesso usano la televisione in un modo eccessivo che incide in negativo sui comportamenti dei minori (…) Riguardo la programmazione, serve una maggiore tutela delle fasce più deboli, bombardate ogni giorno da trasmissioni e messaggi pubblicitari pericolosi e sempre meno al centro dell’attenzione di chi realizza i palinsesti”.
Laura Sturlese, Presidente Centro Studi Minori e Media, ha posto invece l’accento sul rapporto tra minori e videogiochi e sull’influenza esercitata dal videogioco sull’adolescente. “Questo rapporto è stato oggetto di una ricerca condotta dal Centro Studi Minori e Media in collaborazione con l’Università di Firenze il cui obiettivo è stato quello di verificare quanto la vita degli adolescenti sia influenzata dal rapporto con questi strumenti; come cogliere le opportunità di una nuova comunicazione e socializzazione, come tenere lontani i ragazzi dal rischio di confusione tra virtuale e reale”. Anche la Sturlese ha indicato come strada da intraprendere per un rilancio della Tv di qualità, il non utilizzare il criterio dell’auditel come principale elemento di valutazione per chi ha la responsabilità dei palinsesti televisivi.
Mario Morcellini, Preside Scienze delle Comunicazioni Università Sapienza Roma, ha sottolineato come per i giovani siano importanti, nell’ordine, prima le relazioni sociali, poi i media intesi nel senso di “multimedia”, quindi scuola e genitori alla pari. “Non è vero che i media sono protagonisti della scena di socializzazione dei minori. È vero che, osservando i dati delle ricerche negli ultimi anni, nella condizione giovanile il focus che orienta la socializzazione non è la televisione, né i media né i nuovi media, ma le relazioni sociali fra i giovani“. Le ricerche affermano che se la televisione è ancora centrale per gli adulti, per i giovani invece “i media sono intesi come multimedia”.
Vincenzo Zeno-Zencovich, Docente Diritto Comunicazioni e Informazioni Università Roma Tre, ha espresso il punto di vista del giurista sulla problematica Tv e minori: “La Tv è uno specchio spesso deformante della società, è volgare perché la società e volgare, è violenta perché la società è violenta ed è diseducativa. Per migliorare la televisione dovremmo quindi guardare e modificare il nostro comportamento individuale nell’ambito della famiglie e della società. Riguardo la posizione del giurista, oggi l’approccio è diverso da quello si stampo positivistico che ha caratterizzato l’800 per cui ‘una buona norma fa una buona società’. Oggi le cose sono cambiate e ciò che è scritto nel diritto non è sempre seguito dalle azioni quotidiane, allora per migliorare la regolamentazione del settore televisivo occorre stimolare processi di autoplisciplina degli operatori e delle istituzioni con codici di autoregolamentazione”.
La mattinata del convegno è stata molto intensa, con interventi delle istituzioni, associazioni ed esperti del settore e le conclusioni del convegno sono state affidate a Giancarlo Innocenzi, Commissario Agcom, “I Corecom stanno vivendo una nuova stagione. Il triangolo Tv Minori e Corecom è veramente virtuoso, perché cominciamo a cogliere dei risultati concreti dell’attività dei Comitati regionali. Ma ancora tanto si può fare. Dobbiamo restituire al servizio pubblico il suo ruolo: quello di investire su programmi per ragazzi. Se è vero che la Tv è il videogioco degli adulti, allora facciamo in modo di utilizzare la televisione per formarne spirito critico e consapevolezza nell’uso del mezzo televisivo”.
Il Corecom, Comitato regionale per le Comunicazioni, è un organo funzionale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ed è al tempo stesso un organo di consulenza e di gestione della Regione nell’ambito del settore delle telecomunicazioni e del settore radiotelevisivo. Il Corecom Lazio, che ha organizzato il convegno di ieri, è stato costituito con la legge regionale n.19 del 2001. Dal 1° gennaio 2004 esso esercita, oltre numerose funzioni assegnategli dalla legge in maniera di comunicazioni, le seguenti funzioni conferitegli dall’Autorità: tentativi obbligatori di conciliazione in materia di telecomunicazioni; vigilanza sul rispetto dei diritti dei minori nel settore radiotelevisivo; verifica del rispetto delle norme in materia di esercizio del diritto di rettifica; vigilanza sul rispetto dei criteri relativi alla pubblicazione e diffusione dei sondaggi.