Italia
Continuano le verifiche del Garante Privacy per accertare che i gestori telefonici rispettino gli obblighi relativi alla messa in sicurezza dei dati di traffico del traffico telefonico e dei relativi tabulati.
Prima della pausa estiva, l’Authority ha infatti avviato un programma di verifica che continuerà fino a dicembre per quanto riguarda, in particolare, “la raccolta, l’uso e la conservazione dei dati di traffico da parte delle compagnie telefoniche”.
Il Garante privacy non vuole soltanto appurare l’effettivo rispetto, da parte degli operatori telefonici, delle norme relative alla sicurezza dei dati degli utenti delle reti fisse e mobili, ma vuole anche acquisire elementi utili “in vista della adozione del provvedimento, previsto dal Codice della privacy, (art.132, comma 5) sulla conservazione dei dati di traffico da parte dei gestori telefonici”.
Le ispezioni non riguardano solo il settore delle telecomunicazioni, ma anche altri settori, sia in ambito pubblico che privato.
In particolare, in ambito sanitario, il Garante avvierà degli accertamenti in merito al trattamento dei dati raccolti in vista della somministrazione di farmaci e alla fornitura di prestazioni sanitarie e alle “informazioni rese agli assistiti sull’uso dei loro dati per sponsorizzare attività di cura o di ricerca”.
Il problema del trattamento dei dati telefonici non riguarda solo l’Italia, ma tutto il mondo ‘globalizzato’.
L’analisi dei flussi di dati va infatti condotta a tutto campo e merita l’attenzione delle Autorità di tutto il mondo.
Su questo tema – comunica il garante – la Commissione europea, insieme al Gruppo che riunisce le autorità europee per la protezione dei dati e al Dipartimento del Commercio degli USA, ha organizzato una conferenza a Bruxelles il 23 e il 24 ottobre.
All’incontro interverranno anche studiosi universitari, rappresentanti della società civile, imprese, giuristi, studi legali e all’Authority italiana è stato affidato il compito di moderare il primo workshop e quello di chiusura, in cui si tenterà di stilare un primo bilancio e di fornire alcune prospettive concrete e condivise da tutti i soggetti interessati.
Il dibattito avrà come punto di partenza i dati emersi nel corso di un seminario organizzato nel 2005 a Washington per valutare lo stato dell’arte del sistema ‘Approdo Sicuro’ (Safe Harbor), utilizzato ormai da qualche anno per i trasferimenti di dati fra Europa e Stati Uniti.
Il sistema, secondo la Commissione europea, “garantisce una protezione adeguata ai sensi della direttiva 95/46 sulla protezione dei dati”, presenta anche alcune lacune per quanto riguarda, ad esempio, il trasferimento di dati relativi a servizi finanziari e, “più in generale, la necessità di potenziare i meccanismi di garanzia soprattutto relativamente alla presentazione di eventuali ricorsi da parte degli interessati”.
La Conferenza di Bruxelles vaglierà dunque diverse questioni, attinenti agli strumenti previsti dalla Direttiva o comunque utilizzati per garantire che il trasferimento dei dati al di fuori dell’Unione europea non comporti un affievolimento delle garanzie previste dalla direttiva. (a.t)