Italia
Ma davvero ci stiamo trasformando in un popolo di tecnodipendenti? Le nuove generazioni guardano realmente ai media digitali con un attaccamento compulsivo? Il pericolo in effetti c’è.
E’ quanto viene fuori da un recente studio condotto dall’Università di Palermo sui giovani (la cosiddetta generazione wireless) e la sua tendenza a sviluppare una sorta di rapporto compulsivo con Internet. Il tutto, a pochi giorni dalla diffusione dei dati emersi dall’indagine svolta dall’Osservatorio sui diritti dei minori, anche questa focalizzata sulla relazione adolescenti italiani e web.
Come a dire, tra le nuove paure psicosociali, prendono corpo la ‘tv babysitter’, la ‘dipendenza da cellulare’, la ‘pc-mania’.
Un campanello d’allarme non trascurabile se guardiamo alle cifre diffuse dallo studio siciliano: il 90% dei giovani utilizza i media digitali e soprattutto il web in maniera diffusa e costante (e fin qui poche sorprese) e se è vero che su 250mila giovani siciliani tra 17 e 21 anni soltanto il 5% sembra essere affetto da Internet-dipendenza (navigazione, blog, chat, social network, ecc.), a far preoccupare seriamente gli studiosi è la constatazione che fra questi, 1/5 mostra evidenti segni di tecnodipendenza, una vera e propria patologia, con conseguenti difficoltà di relazionarsi con se stessi e con il prossimo in termini tali da poter addirittura sfociare in vere patologie mentali.
‘”Si parla di dipendenza se il ragazzo ha sintomi di astinenza quando è costretto a stare lontano dal computer o dal telefonino e se ci sono segnali che indicano la perdita del contatto con la realtà – spiega Daniele La Barbera, Direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Palermo e responsabile dello studio.
Le forme di psicodipendenza da web risultano più diffusa fra i giovani di sesso maschile. Tra le conseguenze della patologia, un dato non trascurabile è l’assenteismo scolastico, quando non addirittura l’abbandono. Inoltre, tra i disturbi della personalità che si registrano fra gli ‘intossicati del web’, vi è un forte isolazionismo nei confronti di famiglia e amici, ansia, stress, depressione e fragilità emotiva.
Certamente, non meraviglia che un uso eccessivo dei media digitali e soprattutto di Internet – vera e propria ‘realtà alternativa’ – possa in qualche modo ledere l’equilibrio psicologico di un individuo, ma l’incidenza statistica, confermata da dati scientifici, di disturbi della personalità associati ad un uso compulsivo delle tecnologie sui giovanissimi deve davvero farci riflettere se pensiamo che anche percentuali esigue corrispondono nella realtà a centinaia di ragazzi vittime di una dipendenza subdola, ancora oggi scarsamente classificata come tale. Monitorata senz’altro, ma ancora troppo poco ‘controllata’.
Dati confermati anche dalle rilevazioni dell’Osservatorio sui diritti dei minori, come dicevamo. Secondo le cifre presentate nei giorni scorsi da Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio, il 72% degli adolescenti italiani preferisce il web ai genitori o agli insegnanti quando si tratta di ‘chiedere consiglio’. Una vera e propria ‘agenzia di socializzazione’ (così viene definita dall’indagine) a cui ci si rivolge
per qualunque tipo di consiglio (alimentare, psicologico, sessuale, ecc). E se è vero che i tecno-dipendenti sono in maggioranza ragazzi, a cercare soluzioni e consigli sono in prevalenza ragazze (62%).
E se l’incomunicabilità nei confronti della famiglia fosse una causa e non soltanto una conseguenza? Come sottolinea Marziale, ‘l’inchiesta evidenzia un persistente divario tra adulti di riferimento e adolescenti e ciò dovrebbe indurre i genitori a riflettere sull’impropria delega educativa da loro stessi conferita alla tecnologia’.
Il ricorso massiccio dei giovani al web, quindi, non soltanto conferisce ai media digitali un ruolo privilegiato come luogo di socializzazione, ma impone un’attenta riflessione che dia frutti concreti: accanto al monitoraggio e allo studio dei nuovi fenomeni di web dipendenza, è fondamentale procedere sulla strada di una legislazione sempre più consapevole a tutela degli utenti, e in particolar modo dei più giovani.