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Servizio 112: l’Italia riceve parere motivato dalla Ue per il mancato rispetto dei dettami in fatto di localizzazione

Unione Europea


L’Italia, insieme ad altri sei Stati membri, ha ricevuto un parere motivato – seconda tappa della procedura d’infrazione aperta ad aprile – in merito al mancato rispetto dei dettami europei in materia di localizzazione del chiamante, elemento essenziale del servizio di emergenza che permette di velocizzare i soccorsi attraverso una migliore coordinazione delle operazioni.

  

Secondo le motivazioni che hanno spinto la Commissione ad avviare le procedure d’infrazione, in Italia non c’è modo per i servizi di pronto soccorso di localizzare chi chiama il numero unico di emergenza europeo – il 112 – rendendo molto difficile effettuare le relative operazioni di soccorso

  

Il numero unico è finalizzato alla raccolta centralizzata delle chiamate effettuate verso numeri di emergenza – 112, 113, 118 – dei dati relativi all’ubicazione del chiamante, nonché all’identificazione della linea chiamante per agevolare l’individuazione dei soggetti che si rivolgono a servizi d’emergenza e consentirne come previsto per legge anche la localizzazione.   

  

La localizzazione è un elemento molto importante nelle fasi di intervento poiché, attraverso le tecnologie di individuazione, gli operatori del 112 sono messi in grado di ricevere immediatamente le informazioni relative al chiamante (localizzazione comune, via e numero civico nel caso di telefoni fissi) e l’esatta ubicazione sul territorio per i telefoni mobili con un’approssimazione che varia dai 10 metri dei centri urbani, ai 200 metri delle aree rurali o poco abitate. 

  

Il sistema permette inoltre di capire se associato a più chiamate al 112 sia un singolo evento (incidente stradale), o se siano più incidenti che quindi richiedano più mezzi di soccorso, nonché di individuare l’esatta posizione dell’evento qualora il chiamante non abbia la possibilità di fermarsi, attraverso la traiettoria seguita dalla localizzazione del chiamante. 

 

Nel caso poi il chiamante non sappia dove esattamente si trovi o non sia nelle condizioni di fornire informazioni (stato di semincoscenza, dispersi) il servizio di localizzazione permette di inviare comunque i soccorsi.

  

In merito alla mancata osservanza delle disposizioni in materia di ubicazione del chiamante, l’esecutivo Ue ha inviato pareri motivati anche a Grecia, Lituania, Olanda, Slovacchia e Portogallo, mentre sono state chiuse le procedure avviate nei confronti di Irlanda, Cipro, Lussemburgo e Francia.

Sono state inoltre inviate lettere di costituzione in mora alla Danimarca, alla Germania, a Malta e al Portogallo. Nel caso dell’Estonia e del Lussemburgo, che hanno completato rispettivamente soltanto una e quattro analisi (sulle 18 richieste) è stato inviato un parere motivato, mentre è stato chiuso il procedimento nei confronti della Repubblica ceca, che ha completato l’analisi di tutti e 18 i mercati rilevanti.

  

“La Commissione continua a vegliare attentamente alla corretta attuazione del quadro normativo comunitario per le comunicazioni elettroniche. Si tratta di un aspetto cruciale, soprattutto se si tiene conto delle consultazioni attualmente in corso sul futuro di tale quadro normativo”, ha dichiarato Viviane Reding, commissario responsabile della Società dell’informazione e dei media.

  

“È estremamente importante – ha aggiunto – che le autorità nazionali di regolamentazione delle telecomunicazioni completino l’analisi dei mercati, così che vengano apprestati i rimedi eventualmente necessari a garantire un’efficiente concorrenza a beneficio dei consumatori e delle imprese nell’UE. Analogamente, in tutti gli Stati membri urge affrontare il problema della disponibilità delle informazioni sull’ubicazione del chiamante per il Numero di emergenza unico europeo 112. Osservo comunque con piacere che abbiamo potuto chiudere 9 pratiche grazie ai progressi realizzati.”

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