Francia
Alcatel punta tutto sull’IPTV (Internet Protocol Television). E’ quanto emerge dal Broadband World Forum di Parigi (9 al 12 ottobre), dove la società francese è presente come sponsor con un’importante partecipazione ai convegni e nell’area espositiva focalizzate sui temi emergenti del settore, dal triple play, alla convergenza, ai servizi di comunicazione gestiti, che hanno nella banda larga il principale fattore abilitante.
La società francese è leader nelle soluzioni di comunicazione che permettono a operatori, Isp e aziende di offrire applicazioni voce, dati e video ai propri clienti e collaboratori. In occasione dell’evento di Parigi, Michel Rahier, presidente delle Attività Fisse di Alcatel, ha dichiarato di attendersi 100 milioni di abbonati all’IPTV entro il 2010, contro i tre milioni di oggi.
Rahier si è anche soffermato sulle difficoltà, alcune di tipo tecnico, che stanno rallentando lo sviluppo di soluzioni IPTV.
“Alcune volte – ha ammesso Rahier – c’è stato un ottimismo esagerato riguardo alla maturità del prodotto e non è stato possibile rispettare i tempi inizialmente previsti…”. E ha spiegato che spesso la ragione è stata nella “…poca considerazione dell’integrazione delle infrastrutture sottogiacenti…”.
Considerazioni altrettanto realistiche da parte di Andreas Schneider, vice presidente esecutivo di Alcatel Italia, che ha voluto sottolineare come nel mondo ci sia un impegno sempre più rilevante per dotarsi di infrastrutture tecnologiche, ma “…in Italia – ha commentato – c’è un rallentamento che rischia di far segnare il passo a un Paese che pure avrebbe le possibilità di essere all’avanguardia”.
Il presidente esecutivo della divisione italiana ritiene che oggi sia possibile portare la banda larga nelle case di tutti gli italiani, ma serve una chiara regolamentazione per il settore.
“…Portare i 20 mega a casa di tutti è fattibile“, dice Schneider, ma restano diversi problemi prima di poter offrire a tutti la Tv su pc.
Il riferimento del presidente va al fatto che “…gli operatori più indebitati d’Europa sono in Italia e ciò porta a minori capacità di investimento. Due anni fa – aggiunge Schneider – eravamo assolutamente all’avanguardia, ora stiamo andando a rilento, quando gli altri in Europa sono stabiliti o aumentano gli investimenti”.
Schneider parla di ottimi rapporti con gli operatori, a cominciare da Telecom Italia, ma aggiunge anche che la realtà che si tocca con mano, quando si tratta di concretizzare, è “diversa” da quella “che viene dichiarata“.
“La nostra intenzione – spiega – è portare la banda larga a tutti, ma ci deve essere dall’altra parte la volontà di investire. Ci sono tanti mercati che avrebbero interesse, ma se l’operatore non ti segue non c’è niente da fare“.
Questo non fa che rallentare la domanda del cliente finale, così si stempera sempre più “la cultura per la nuova tecnologia“.
Schneider porta alcuni esempi: oggi molti bancomat sono connessi a banda stretta, per capire se una carta è clonata ci vuole tempo mentre con
Schneider torna quindi a parlare di IPTV e di un mercato che tende velocemente verso la convergenza, sempre più interattivo.
“…Ma un conto è l’iniziativa dei singoli – siano anche comuni di piccole, medie o grandi dimensioni – un altro è avere un programma di infrastruttura tecnologica globale”.
Andrea Radic, direttore delle relazioni istituzionali di Alcatel Italia, ha sottolineato l’importanza di “…una regia strategica, altrimenti ognuno va per conto suo“. E aggiunge: “…fin che c’è la tecnologia disponibile e quelli come noi pronti a metterla in campo e non c’è una decisione concordata e panoramica, il piccolo Comune, per fare un esempio, agisce da solo. E’ un problema politico“.
Radic chiede quindi al Governo “…una presa di coscienza della possibilità di sviluppare le tecnologie per i servizi al cittadino, facendolo nella maniera più economica e duratura possibile…”.
Da qui l’idea di “…un tavolo tecnico che decida qual è la tecnologia meno costosa e più efficace. Ma il fatto di dire oggi, nel 2006, che è il momento di creare una nuova infrastrutturazione diventa indispensabile“. La proposta dell’azienda è quindi “…una soluzione ibrida tra radio e terrestre, che è la cosa che ha anche il minor impatto di inquinamento elettromagnetico, tema sentitissimo”.
Fortemente presente nel campo delle reti a banda larga fisse e mobili, nelle applicazioni e nei servizi, Alcatel aiuta i suoi clienti e i suoi partner a mettere l’utente al centro di un mondo broadband. Con vendite per 13,1 miliardi di euro e 58.000 dipendenti nel 2005, Alcatel è presente in oltre 130 Paesi.
Alcatel è da sempre in prima linea nella ricerca e nell’innovazione, basta fare solo qualche numero per capirne la portata: 1.500.000.000 euro investiti nella ricerca nel 2005 (pari all’11,5% del fatturato); 10.000 brevetti riconosciuti; 16.000 ricercatori (su circa 58.000 dipendenti); oltre 300 esperti che lavorano stabilmente negli enti di regolamentazione / standardizzazione; 6 Alcatel Innovation & Research Centre, in Europa, Nord America e Cina; oltre 50 università e istituti di ricerca con cui sono in corso collaborazioni; 12 università e istituti di ricerca europei, nordamericani e australiani, membri selezionati dell’Alcatel Partnership Program; 21 centri di ricerca e sviluppo; decine e decine di laboratori sparsi nel mondo. Il gruppo fa ricerca su reti, servizi e applicazioni, in ambito radio e ottico, in modo diretto – attraverso proprie strutture e laboratori – o in collaborazione con partner, clienti, fornitori e con una rete internazionale di collaborazioni con università e istituti di ricerca.