Italia
Sarà la banda larga fissa, assieme ai nuovi servizi di comunicazione home e office, a bilanciare nei prossimi anni le perdite legate alla riduzione dei profitti dei servizi voce su rete mobile.
Ne è convinto Arun Sarin, Chief Executive di Vodafone che ieri, nel corso di un incontro con gli analisti e gli investitori svoltosi a Milano, ha spiegato che questi servizi rappresenteranno nel giro di 3-4 anni il 10% dei profitti totali.
I costi delle telefonate da rete mobile, grazie all’intervento dei regolatori e alla crescente pressione competitiva, stanno scendendo di oltre il 10% l’anno ed è dunque essenziale che l’operatore si concentri su nuove strategie.
Nello specifico, Sarin ha parlato di riduzione della spesa in conto capitale e di nuovi servizi incentrati sulla banda larga fissa.
In Italia, Vodafone ha appena siglato un accordo con Fastweb che permetterà al gruppo di lanciare nuovi prodotti indirizzati alla clientela business e iniziative commerciali finalizzate a offrire vantaggi a chi sceglierà di diventare clienti di entrambi gli operatori.
Tra le nuove offerte, la soluzione Vodafone Casa Fastweb permette di utilizzare da casa il telefonino per tutte le chiamate ai numeri fissi e mobili e di avere l’accesso alla banda larga con una velocità fino a 20 megabit al secondo, utilizzando la rete in fibra ottica di Fastweb.
Un simile accordo è stato siglato anche in Gran Bretagna con BT Group per fornire servizi broadband da linea fissa e ampliare, dunque, la portata delle sue offerte sul mercato consumer.
Nei prossimi mesi, ha aggiunto Sarin, la compagnia annuncerà nuovi accordi di condivisione delle reti e di outsourcing per ridurre le spese.
Con questa strategia, Vodafone potrebbe arrivare a risparmiare anche quest’anno fino a 100 milioni di euro.
Il mercato italiano delle reti fisse in affitto vale 4,4 miliardi di euro – ha dichiarato l’ad di Vodafone Italia, Pietro Guindani e la società non può lasciarsi sfuggire l’occasione di diversificare le proprie offerte, su un mercato improntato sempre più alla convergenza.
Nessuna novità per quanto riguarda invece l’ingresso di Fastweb nel mercato della telefonia mobile in qualità di operatore virtuale di Vodafone.
“Non c’è al momento nessun accordo – ha dichiarato Guindani – ma è probabile che presto il mercato italiano apra ai MVNO. Il gioco è aperto e non c’è nessuna condizione che pregiudichi un eventuale intesa”.
Da qui si sono diffuse indiscrezioni riguardo l’ipotesi di un futura acquisizione di Fastweb da parte di Vodafone.
La notizia è stata definita “priva di ogni fondamento” dalla stessa Vodafone Italia ma i rumors hanno fatto bene al corso di Borsa della società di Silvio Scaglia, che ha chiuso in rialzo del 2% sull’ultimo prezzo di 36,14 euro, dopo essersi mossa sulle montagne russe passando dal minimo di 34,75 euro a 36,33 euro.
Tornando a Vodafone, l’imperativo per i prossimi mesi è di guadagnare nuovi clienti e diversificare le offerte su un mercato, quello italiano, che ha già superato la soglia della saturazione.
Oltre ad aver ingaggiato le stelle del mondiale – Totti e Gattuso – per gli spot pubblicitari, il gruppo ha anche lanciato il primo cellulare 3G low-cost col proprio brand e un servizio per gestire la posta elettronica dal telefonino, in modo da incoraggiare l’uso dei servizi multimediali, che ancora stentano a decollare.
Molto importante, infine, puntare sugli immigrati che – in mercati maturi come l’Italia e la Spagna – possono rappresentare un’importante fonte di crescita.
In entrambi i Paesi, Vodafone ha lanciato già da diverso tempo l’offerta Vodafone My Country, che permette ai clienti di chiamare il proprio Paese a una tariffa domestica.
Nel corso dell’ultimo anno, la società ha attuato molti cambiamenti allo scopo di ottimizzare il proprio portfolio asset, cedendo la filiale mobile giapponese Vodafone KK al provider Internet Softbank per 8,9 miliardi di sterline – 6 dei quali saranno resi agli azionisti – e uscendo dal mercato belga e svedese.
Smentite più volte, invece, le cessioni del 45% nella joint venture Usa Verizon Wireless e nell’operatore mobile francese SFR: quello statunitense e francese sono infatti considerati asset strategici di primaria importanza.