B2C: Yahoo porta la ricerca sponsorizzata sul telefonino

di Alessandra Talarico |

Mondo


Mobile advertising

Yahoo! ha appena lanciato la versione beta di un servizio mobile di ricerca sponsorizzata negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, per permettere agli inserzionisti di raggiungere i consumatori direttamente sul telefonino.

 

Inizialmente le offerte saranno limitate a un gruppo ristretto di advertiser che, attraverso il servizio, avranno un contatto più diretto con gli utenti mobili. Questi ultimi potranno cliccare sui risultati della ricerca e accedere al sito web mobile per avere maggiori informazioni sull’offerta, inclusa la possibilità di chiamare direttamente la società.

 

Il numero di inserzionisti – attualmente 100 – verrà ampliato in un secondo momento, in base ai risultati del periodo di prova.

 

La ricerca pay-per-click – in cui le aziende pagano per comparire in cima alla lista dei risultati quando un utente effettua una ricerca – è un campo in cui Yahoo! opera da anni e su cui ha basato le sue fortune, ma trasferirla sul telefonino è molto più complicato di quanto possa sembrare.

 

Sul web, i ricavi sono legati indissolubilmente alla vendita di spazi pubblicitari correlati alle ricerche effettuate: le società pagano dunque per avere uno spot – in genere di poche righe – che compare accanto ai risultati della ricerca.

 

Il mercato dell’advertising mobile però è ancora tutto da valutare e bisognerà vedere se lo stesso modello potrà essere riproposto in maniera attraente – con i dovuti adattamenti – sui piccolissimi schermi dei cellulari.

 

Negli ultimi anni, tuttavia, la generale riduzione dei costi dei servizi mobili, la crescente disponibilità di dispositivi e servizi multimediali – specialmente la mobile tv e la possibilità di scaricare video direttamente sul cellulare – e la crescita dei servizi e dei contenuti mobili off-portal hanno contribuito a rafforzare la consapevolezza e l’interesse verso il marketing e l’advertising mobile come fonte di guadagno per tutti i player coinvolti.

Tutto questo ha fatto sì che il telefonino diventasse, nel corso degli ultimi anni, il canale di comunicazione business-to-consumer più innovativo e immediato, combinando una portata simile forse solo a quella della televisione alla precisione del marketing diretto, con la possibilità di offrire agli utenti informazioni mirate e tempestive e agli inserzionisti di collezionare informazioni demografiche e comportamentali per perfezionare il loro messaggio.

 

Yahoo! infatti si dice convinto che presto la ricerca sponsorizzata mobile sarà anche più proficua di quella sul web, considerando che il telefonino è molto più diffuso e utilizzato del computer e – come ha chiaramente espresso Steve Boom, Senior Vice President, Broadband Access & Bundled Services di Yahoo! – “gli advertiser vogliono essere dov’è il consumatore”.

 

Yahoo! ha già condotto un programma pilota in Giappone, uno dei mercati mobili più evoluti e sofisticati, per circa due anni e un altro in Gran Bretagna per circa un anno.

Avendo registrato negli ultimi mesi sviluppi interessanti, il servizio verrà quindi riproposto su più larga scala anche negli Usa, col supporto di advertiser non meglio specificati.

 

Secondo Yahoo!, gli utenti mobili sono più ricettivi nei confronti della ricerca sponsorizzata perché tende a migliorare la user experience.

La ricerca mobile come è stata concepita finora lasciava infatti l’utente in balia dello strumento e delle sue limitate capacità: la ricerca sponsorizzata invece assicura che i contenuti proposti siano rilevanti e facilita la navigazione degli utenti, che possono entrare in contatto direttamente con le società – siano esse agenzie di viaggio, ristoranti, alberghi, ecc.

 

Secondo i dati di Interactive Advertising Bureau (IAB) e Forrester Research, il mercato globale della ricerca sponsorizzata toccherà i 10,5 miliardi di dollari entro il 2008, mentre secondo uno studio Shosteck Group l’advertising entrerà con forza nel mercato della telefonia mobile generando profitti per oltre 1 miliardo di dollari nel 2010, contro i 255 milioni del 2005.

 

Lo sviluppo di un mercato robusto e profittevole sarà possibile – spiegano tuttavia gli analisti – soltanto se i maggiori operatori, vendor, content provider e portali internet collaboreranno nelle motivazioni e negli obiettivi, cercando di farli coincidere il più possibile.

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