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Scandalo stock options: Apple ammette le irregolarità nell’assegnazione ai top manager

Stati Uniti


Apple ancora nell’occhio del ciclone a causa dello scandalo delle stock options che ha colpito il settore tecnologico statunitense.

 

La società di Cupertino, dopo aver concluso l’indagine interna, aperta lo scorso luglio, relativa all’assegnazione di alcune stock options, ha scoperto alcune irregolarità, pertanto ha chiesto a Fred Anderson, ex Chief Financial Officer di Apple, di dimettersi immediatamente dalla carica che ancora ricopre in seno al Consiglio d’Amministrazione della società..

 

Apple ha anche annunciato che Steve Jobs, fondatore e Chief Executive Officer della società, era si a conoscenza dell’assegnazione di alcune stock options ma che ne ignorava le implicazioni contabili e che lui non ne aveva beneficiato. “Presento le mie scuse agli azionisti ed ai dipendenti per questi problemi, verificati sotto la mia direzione“, ha dichiarato Steve Jobs.

 

Inizialmente anche Steve Jobs, figurava fra i top manager denunciati per le stock options ma i suoi diritti di assegnazione sono stati poi cancellati. Jobs, infatti, era stato indagato per l’assegnazione di una stock option assegnatagli nel gennaio del 2000. La linea difensiva di Jobs, che poi ha portato alla cancellazione del suo nome dalla lista dei manager della società indagati, si è basata, secondo una nota interna, “sull’inconsapevolezza all’illecito e sull’assoluta estraneità a quei possibili passaggi illegali che hanno portato all’assegnazione della stock options“.

 

Apple aveva comunicato già a luglio che l’indagine interna aveva messo in luce alcune irregolarità nelle pratiche di concessione di stock options e aveva ritardato poi la pubblicazione dei dati relativi al secondo trimestre 2006, chiuso lo scorso 30 giugno, in moda da poter riformulare i risultati, per iscrivere voci relative ai vecchi diritti di stock options.

 

La decisione di ritardare la pubblicazione dei risultati, relativi al secondo trimestre dell’esercizio in corso, infatti, è stata presa per permettere ai consulenti esterni incaricati da Apple di verificare i bilanci della società degli ultimi nove anni. Il sospetto è che le stock option siano state usate con lo scopo di gonfiare i bilanci dell’azienda degli ultimi anni.

 

L’indagine condotta da Apple ha rilevato che l’emissione di stock options tra il 1997 e il 2001 sono irregolari, in quanto la data d’assegnazione delle stock options era in realtà precedente a quella della loro autorizzazione., pertanto andranno ricalcolati gli utili per i bilanci della società presentati tra il 1997 e il 2001, invece tutte le comunicazioni finanziarie presentate dal 29 settembre 2002 non sono coinvolte.

 

Sempre a luglio gli azionisti di Apple, hanno intentato una causa presso la Corte Superiore dello Stato della California per la Contea di Santa Clara contro gli attuali manager e gli ex dirigenti della società. Gli azionisti accusano i manager di aver manipolato l’assegnazione delle stock options.

 

Apple, come è noto, è fra le molte società tecnologiche, più di 80, sospettate dal Security Exchange Commission (SEC), l’autorità americana per la vigilanza sui mercati finanziari, di avere gonfiato i prezzi dello stock options versate ai propri dirigenti.

 

La società ha fatto che continuerà a fare il possibile per fare luce sulla vicenda e correggere le eventuali irregolarità nei suoi bilanci.

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