Stati Uniti
La Procura della California ha accusato Patricia Dunn, ex Chairman di HP, George Keyworth, ex consigliere d’amministrazione della società e tre detective di aver spiato “spiato” i dipendenti e il CdA della società, di aver usato metodi illegali per scoprire quale membro del board passasse informazioni riservate – soprattutto sugli scontri ai vertici dell’azienda – ai media. “Alcune persone interne ed esterne a HP hanno violato il diritto alla privacy e pertanto hanno anche violato una legge dello Stato“, ha dichiarato Bill Lockyer, Procuratore generale della California.
Bill Lockyer ha tuttavia aggiunto che al momento la Procura non ha riscontrato nulla che provi con assoluta certezza il comportamento “riprovevole” di Patricia Dunn e pertanto continuerà con la propria indagine consultiva.
Patricia Dunn, che si è dimessa ilo scorso settembre dalla sua carica di Chairman della società, in seguito allo scandalo delle intercettazioni, provocato dalla decisione della stessa Dunn di autorizzarle, l’ex consigliere d’amministrazione George Keyworth e i tre detective dovranno rispondere all’accusa di comunicazione fraudolenta, intercettazioni illegali e violazione della privacy. Il Procuratore Generale della California, inoltre, nel corso della conferenza stampa indetta per fare il punto della situazione, ha reso noto che fra gli indagati ci sono anche Kevin Hunsaker, ex senior counsel e ethics director di HP, e Ronald De Lia, detective privato di Boston. Sulla vicenda sta indagando anche l’FBI.
George Keyworth, che come è noto, in seguito all’indagine interna, è stato individuato essere la talpa dei media, dopo essersi dimesso dalla propria carica e aver confermato di essere la fonte di un articolo pubblicato su Cnet lo scorso gennaio, ha accusato la società di aver violato sua privacy e di quella degli altri membri del board.
Alla Commissione del Congresso Usa Patricia Dunn, difesa da Jim Brosnahan ha dichiarato di non essere mai stata a conoscenza dei metodi illegali usati dai detective, ma che era stata rassicurata più volte da un detective esterno alla società, sul fatto che l’accesso ai tabulati delle conversazioni telefoniche fosse conforme alla legge.
Anche Mark Hurd, Chief Executive Officer e Chairman di HP, dopo un articolo pubblicato dal Washington Post, risulta coinvolto nello scandalo intercettazioni.
Il famoso quotidiano statunitense ha pubblicato il contenuto di una mail datata 23 febbraio dalla quale si evince che Mark Hurd era al corrente dell’indagine condotta sui membri del consiglio d’amministrazione per scoprire chi a passasse le informazioni ai media.
Mark Hurd, interrogato dalla Commissione del Congresso Usa, ha ribadito, come Patricia Dunn, la sua buona fede sostenendo di essere all’oscuro delle pratiche illegali utilizzate dagli investigatori e ha riconosciuto che avrebbe dovuto controllare maggiormente quali metodi stessero utilizzando i detective per individuare la talpa.
Come è noto HP in merito allo scandalo sui metodi illegali utilizzati dai detective, scoppiato lo scorso 6 settembre, ha già ammesso che i detective assunti per scoprire la talpa hanno utilizzato false identità per ottenere i tabulati telefonici di amministratori, dipendenti di HP e giornalisti.
Il titolo di HP a causa dello scandalo intercettazioni sta perdendo in Borsa e alcuni analisti pensano che non è soltanto il posto di Mark Hurd ad essere a rischio ma ritengono che lo scandalo avrà grosse e importanti conseguenze sull’attività della società.