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Il GPS integrato nel cellulare nuova frontiera dell’industria mobile

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Da prodotto di elite, montato su esclusive vetture di super lusso, i navigatori GPS sono diventati nel giro di pochi anni un gadget molto diffuso, grazie al lancio di dispositivi portatili e dal prezzo sempre più abbordabile.

Un successo che ha destato anche l’interesse dell’industria mobile mondiale.

 

Entro quest’anno – secondo le stime delle società di settore – nella sola Europa occidentale verranno venduti circa 10 milioni di navigatori GPS portatili, contro i 2 milioni di apparecchi montati sulle automobili.

La ragione di questo evidente sorpasso è molto semplice: il GPS integrato nella vettura – apparso per la prima volta nei primi anni ’90 – ha un costo di circa 2 mila euro, contro la media di 250 euro dei dispositivi portatili, comparsi sul mercato poco più di tre anni fa.

 

Logico dunque che il fattore mobilità e il successo dei navigatori portatili abbia destato l’interesse dell’industria mobile che sta cercando di lanciarsi nel settore con telefonini che, ormai sempre più simili a PC, non possono non integrare anche questa interessante e popolare funzione che secondo i ricercatori dell’Università del Maryland sarà presente fra 5 anni sul 26% dei telefonini.

 

I player della telefonia mobile sono dunque in fermento. Nokia, che aveva presentato finora soltanto moduli GPS esterni con collegamento Bluetooth, ha  integrato il GPS nel suo N95, offrendo ai clienti le mappe di oltre 100 Paesi con la possibilità di reperire informazioni su più di 15 milioni di indirizzi, mentre la francese Orange lancerà un modello simile entro novembre.

 

Secondo Orange, le funzioni di posizionamento globale diventeranno entro breve una caratteristica di base dei telefonini, come gli sms, in grado di garantire nuovi flussi di reddito agli operatori.

 

L’industria mobile, del resto, non è la sola a voler sfruttare l’onda della moda del momento, come dimostra il fatto che produttori storici di sistemi GPS integrati – da Pioneer ad Alpine – si sono lanciati nel segmento dei modelli portatili per adattarsi alla domanda, mentre l’industria automobilistica ha siglato accordi con i produttori per dei modelli portatili ma integrabili nell’equipaggiamento della vettura.

Skoda ha lanciato un modello con ViaMichelin, Seat si è alleata con TomTom.

 

“L’idea è di beneficiare dei vantaggi dei due sistemi e di fare in modo che i sistemi di navigazione non siano un’esclusiva delle auto di lusso”, ha spiegato Alain Cuq, direttore generale di ViaMichelin.

 

“La tendenza a utilizzare dispositivi portatili e stand-alone, rispetto a quelli integrati nelle vetture, è stata voluta dagli utenti, che vedono le soluzioni stand-alone più facili da usare, decisamente meno costose di quelle “built-in” e più accessibili”, ha spiegato Harold Goddijn CEO di TomTom, sottolineando come in futuro le potenzialità del sistema Galileo e lo sviluppo di servizi ed applicazioni extra di livello ancora più avanzato, consentiranno di estendere ulteriormente le possibilità di connessione ed interazione con altri dispositivi digitali (cellulare, lettore Mp3) permettendo di ottenere soluzioni di navigazione sempre più integrate.

 

Secondo l’istituto di studi GFK, i dispositivi GPS portatili sono diventati “uno dei prodotti di punta dell’elettronica di consumo” grazie all’arrivo sul mercato di prodotti a basso prezzo, semplici da utilizzare e soprattutto portatili.

 

Al momento, le soluzioni GPS mobili più diffuse sono Microsoft Autoroute Pockets Streets – un modulo che consente di scaricare su PDA e smartphone i dettagli delle mappe di tutta Europa – e ROUTE 66 Mobile, un kit disponibile due versioni entrambe per cellulari Symbian, che permette di ricercare e visualizzare sulla mappa i diversi punti di interesse e telefonare direttamente senza comporre manualmente il numero telefonico, nonché di visualizzare sulla mappa l’indirizzo, di un nominativo selezionato dalla rubrica.

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