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3G: arriva il 710, primo telefonino targato Vodafone

Italia


Sta per arrivare sul mercato consumer il primo telefonino 3G targato Vodafone.

 

Si chiamerà Vodafone 710 ed è prodotto dalla Huawei Technologies, società cinese con cui il gruppo britannico aveva siglato un accordo di collaborazione strategica lo scorso febbraio.

 

Le caratteristiche, il design e le funzioni del telefonino sono state concepite – spiega il gruppo – per “massimizzare l’uso dei servizi Vodafone da parte degli utenti”.

 

Il cellulare rientra nella strategia del gruppo che vuole far leva su nuovi prodotti ODM (Original Design Manufacturers) che soddisfino le esigenze globali di qualità e tecnologia ma a basso costo, partendo dalla enorme base di popolarità di cui gode il marchio Vodafone.

 

Il tutto con la speranza che soluzioni di questo tipo – funzionali ed economiche – sostengano ed accelerino l’adozione del 3G. Per questo Vodafone offrirà l’apparecchio sia con carta prepagata che con contratto.

 

Il cellulare – che arriverà sul mercato italiano all’inizio di ottobre – faciliterà l’accesso ai servizi core del gruppo, inclusi la Mobile Tv , la radio, il download di musica, la videotelefonia e il portale  Vodafone live! with 3G.

Integrati nell’apparecchio, anche un lettore MP3, una fotocamera da 1,3 megapixel e la tecnologia Bluetooth.

 

“Il primo telefonino targato Vodafone rappresenta tutto ciò che i nostri clienti si aspettano da noi e cioè: tecnologia di alto livello ed eccezionale valore”, ha spiegato Jens Schulte-Bockum, Global Director of Terminals di Vodafone.

 

Il Vodafone 710, ha aggiunto, “ci aiuterà a guidare l’adozione del 3G e conferma il nostro impegno volto sia alla riduzione dei costi che alla stimolazione dei profitti, aggiungendo scelta e qualità alla gamma dei dispositivi di terza generazione”.

 

Il 710, presumibilmente, non è che il primo di una serie di cellulari targati Vodafone. Per ribadire la propria intenzione di introdurre sul mercato nuovi apparecchi col proprio brand, Vodafone ha anche deciso di spostare parte della divisione terminali dal Giappone a Hong Kong di modo da negoziare nuovi contratti con i produttori asiatici e di lanciare nuove soluzioni innovative a prezzi quanto più possibile competitivi.

 

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