Italia
Grande attesa per l’appuntamento di oggi in Senato dove si discuterà del caso Telecom Italia. Si tratta, ha riferito il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni “…di una discussione su un tema importantissimo che riguarda il futuro del Paese e l’atteggiamento del Governo sul caso Telecom: poi, ovviamente, la discussione si concluderà con l’intervento di Prodi alla Camera“.
E mentre l’opposizione protesta davanti l’Aula, chiedendo la presenza di Prodi, il Ministro per i Rapporti con il parlamento, Vannino Chiti,fa sapere che il premier andrà in Senato in una data successiva, ancora da stabilire.
Intanto da Mediaset arriva la smentita del presidente Fedele Confalonieri che, entrando alla Camera per un’audizione in Commissione Cultura, chiarisce: “Nessuno dei vertici di Mediaset ha mai detto o espresso la volontà di entrare in Telecom“.
“Sette-otto giorni fa – ha precisato Confalonieri – avevo detto che sarebbe stata auspicabile una cordata italiana su Tim. Giulio Adreani poi ha affermato che noi guardiamo con attenzione a Telecom che è uno dei nostri cinque-sei più importanti clienti sia per la pubblicità sia per i contenuti. Ma niente di più. Mai detto che volevamo entrare in Telecom. Il titolo di un giornale su Adreani è stato forzato”.
“Non ci interessa altro – ha sottolineato – ci sarebbero anche incompatibilità di carattere regolamentare”.
Confalonieri ha poi aggiunto “…Pier Silvio Berlusconi ha detto che non se ne parla neppure, né della rete mobile né della rete fissa. Quindi tutto questo polverone – ha concluso – può fare solo l’interesse di qualcuno affinché Berlusconi torni a fare l’imprenditore e non il politico”.
Dall’altro versante continua il duello Prodi-Tronchetti Provera. Il premier ci va giù pesante e, riferendosi al piano di riorganizzazione di Telecom, precisa “…non mi ha detto nulla e gli ho risposto che ero sorpreso e irritato. Se chiedete un incontro con il premier (…) non potete non dirgli niente“. E aggiunge riferendosi al manager, “…ha seri problemi di comportamento: ecco quanto è successo (…) non ci sono state interferenze da parte del Governo“.
“Tronchetti – ha aggiunto Prodi – ha lasciato credere che il Governo sapeva solo perché c’è stato quell’incontro”.
L’ex numero uno di Telecom Italia commenta, invece, “…non entro in polemica con le istituzioni. Non lo ho mai fatto e non lo farò ora“.
“Saranno le carte a parlare – ha aggiunto – quelle depositate presso il Consiglio di amministrazione”.
Da parte loro i consiglieri indipendenti stringono i tempi, hanno in animo di affidare a due advisor una valutazione economico finanziaria e una tecnologica sulle ipotesi di riorganizzazione del gruppo ed “è cosa urgente” commenta una fonte. Ci si attende dunque una convocazione a breve da parte di Guido Ferrarini (lead indipendent coordinator). Parallelamente sono già al lavoro sul riassetto Banca Leonardo, Lehman Brothers, Rotschild, Mc Kinsey e il professor Maurizio Décina (professore ordinario al Politecnico di Milano e membro dell’Advisory board di key4biz).
E intanto vengono allo scoperto alcuni possibili pretendenti e in Borsa la sensazione, riferiscono gli operatori, “è che qualcosa si stia muovendo“.
Qualcuno parla di un ruolo attivo dei Benetton (Benetton +6,72% e Autogrill +2,48%). Ma, davanti ai rumor che ipotizzano un disimpegno per reinvestire la liquidità nelle tlc, arriva subito la smentita: Edizione Holding non ha “in essere alcuna operazione di finanza straordinaria relativa alla sua controllata Benetton Group“.
Fonti vicine al gruppo hanno indicato nei giorni scorsi la volontà di rimanere al fianco di Pirelli in Olimpia, in particolare per realizzare il piano di riassetto che prevede lo scorporo della rete fissa locale e della telefonia mobile.
Ad animare le indiscrezioni è stata la scissione, decisa da Edizione Holding, in una nuova holding, aperta a nuovi soci, delle partecipazioni del settore utility e infrastrutture: Schemaventotto (Autostrade), Olimpia, Eurostazioni (Grandi Stazioni), Sagat e Investimenti Infrastrutture (Gemina). E’ così, spiegano fonti finanziarie, che si è fatta strada l’idea di un eventuale disimpegno dalla Benetton, ancora più che da Autogrill, per concentrarsi su altri business.
Alla finestra intanto, come possibili pretendenti per la rete di linea fissa, gli analisti lasciano ancora Mediaset e le Fondazioni, mentre anche l’appetibilità di TIM Brasil per la quale si era fatta avanti America Movil. A Tim sta invece guardando Carlyle, capofila di una cordata a cui partecipano anche Permira, Apax, Blackstone e Kkr.