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Mentre in Europa il 3G fa ancora fatica ad affermarsi sul mercato, nei Paesi asiatici si punta già con forza al 4G, la tecnologia che promette di rivoluzionare l’accesso mobile a internet e nella quale il governo giapponese investe già dal 2001.
Il mese scorso, Samsung ha dato dimostrazione della sua versione del network che in un futuro non troppo remoto dovrebbe permettere agli utenti di aprire un portatile e, senza bisogno di cavi o hotspot Wi-Fi, navigare in internet o scaricare musica o film alla stessa velocità della banda larga fissa.
Player tlc, come Samsung e NTT DoCoMo, e grandi nomi dell’industria informatica come Intel, stanno investendo massicciamente per arrivare primi a controllare gli aspetti cruciali di questa nuova tecnologia e la promuovono come la prossima rivoluzione dell’accesso a internet, ma sono anche in molti a chiedersi se è già veramente tempo per una tecnologia di nuova generazione quando ancora la maggior parte delle persone usa il telefonino soprattutto per telefonare.
Molti, insomma, credono che si stia facendo molto rumore per nulla: la costruzione delle reti – dicono gli scettici – implica spese molto elevate, che con ogni probabilità gli operatori vorranno recuperare sotto forma di tariffe proibitive per gli utenti che, di conseguenza, preferiranno ancora per molto tempo le tecnologie di accesso fisse.
Alcuni analisti, poi, ritengono che a penalizzare la tecnologia è la mancanza di un adeguato modello di business, dal momento che l’unica cosa su cui tutti sembrano concordi è la velocità di trasmissione della prossima generazione: per essere considerata 4G, una rete deve permettere il trasferimento dati alla velocità di 100 Mbits/s in movimento e di 1 Gbits/s in posizione statica. Un salto di prestazioni decisamente notevole se si pensa alle attuali velocità del 3G che arrivano a 384 Kb/s in download e 129 Kb/s in upload.
Velocità che permetterebbe, ad esempio, di scaricare un film in meno di 6 secondi.
Nonostante lo scetticismo diffuso, la corsa alla quarta generazione – che sarà presentata ufficialmente ad ottobre prossimo dall’ITU (International Telecommunication Union) – coinvolge un po’ tutti i player del mercato tlc, desiderosi di sviluppare e brevettare le tecnologie e gli standard basic e quindi incassare le royalty appena la tecnologia verrà lanciata sul mercato.
Ci si chiede inoltre, quale dei due standard emersi finora avrà la meglio: quello supportato dagli operatori asiatici, da Qualcomm e da gruppi europei come Ericsson, oppure il WiMax mobile, fortemente caldeggiato da Intel e anche da Samsung.
Nel primo caso, l’operatore nipponico DoCoMo ha testato già lo scorso settembre lo streaming video di ben 32 filmati ad alta definizione su un terminale connesso a una mini-rete 4G.
Per quanto riguarda il WiMax, Intel cerca di incoraggiare il maggior numero possibile di aziende a investire nella tecnologia stabilendo delle royalty pari al 2-3% del prezzo delle apparecchiature, circa la metà rispetto a quanto chiede Qualcomm per l’utilizzo delle sue tecnologie proprietarie.
Abbassare il prezzo delle royalty permette di abbassare i costi dei dispositivi, rendendoli più attraenti agli occhi dei consumatori.
Intel smentisce poi chi dice che i consumatori non adotteranno la tecnologia perchè dispongono già delle tecnologie fisse.
“Sarebbe come dire – ha spiegato Siavash Alamouti – che il telefonino non serve perché si può chiamare da casa o dall’ufficio”.
Secondo Kitae Lee, presidente di Telecommunication Network Business di Samsung Electronics, “implementare Mobile WiMax come tecnologia di rete 4G contribuirà a ulteriori progressi nella tecnologia wireless. Mobile WiMax offre la più elevata velocità di trasferimento dati tra le tecnologie wireless esistenti e si basa sulla tecnologia IP. I servizi basati su Mobile WiMax creeranno un nuovo mutamento paradigmatico nei servizi wireless e miglioreranno gli stili di vita degli utenti”.
Intanto, Sprint Nextel con Intel, Motorola e Samsung prevede di investire 1 miliardo di dollari nel 2007 e tra 1,5 e 2 miliardi di dollari nel 2008 nella costruzione di una rete 4G attraverso la tecnologia WiMax mobile, attualmente disponibile solo in Corea col nome di WiBro.
La rete dovrebbe raggiungere 100 milioni di americani entro la fine del 2008 e servirà – ha spiegato il gruppo americano – “a rendere internet come l’aria: qualcosa di cui si ha bisogno sempre e dovunque”.