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Per i teenager di tutto il mondo, possedere un telefonino è un requisito essenziale per avere una vita sociale accettabile.
Il passo, da qui a diventare cellulare-dipendente sembra essere brevissimo.
E sì, perché al pari dell’alcol o del gioco d’azzardo, il cellulare crea dipendenza e rende sempre più persone stressate e irritabili.
È quanto dimostra uno studio condotto dal professor David Sheffield dell’Università inglese dello Staffordshire, secondo cui il 16% dei 106 studenti che hanno partecipato all’indagine presenta problemi comportamentali legati all’uso del telefonino.
Molti dei ragazzi coinvolti nella ricerca – basata su un test utilizzato per verificare la dipendenza dal gioco d’azzardo – si sono dimostrati così attaccati al telefonino da diventare irrequieti o irascibili al solo pensiero di doverlo spegnere, molti altri hanno mentito riguardo al tempo reale di utilizzo.
Circa il 90% del campione preso in esame ha dichiarato di non lasciare mai il cellulare e più di un terzo ha affermato di utilizzarlo per sfuggire ai problemi o per migliorare il proprio umore.
Un altro studio, condotto sempre dal prof. Sheffield, ha dimostrato che il telefonino può aumentare notevolmente i livelli individuali di stress.
Gli studenti coinvolti nel test – obbligati a cavarsela per tre giorni senza l’amatissimi gadget – hanno registrato, dopo questo periodo di separazione, una minore pressione sanguigna e un minore livello di stress.
“I telefonini hanno avuto un impatto dirompente su molti aspetti del nostro modo di socializzare”, ha spiegato Sheffield, sottolineando come la dipendenza da telefonino non riguardi solo studenti e giovanissimi ma sia diventata un fenomeno trasversale, così come avviene per la dipendenza da internet.
Certo, è indiscutibile che il telefonino sia ormai diventato parte integrante della nostra vita, così tanto che molti ragazzi – e non solo – ammettono tranquillamente di non poter immaginare la propria vita senza.
Secondo un altro studio condotto in Corea del Sud, dove il livello d’uso del telefonino e di ogni novità hi-tech è molto più alto che da noi, molti ragazzi sono così ossessionati dal cellulare da sentirlo squillare anche quando tutto tace.
In base a un’indagine svolta su 1.100 utenti mobili di età compresa tra i 14 e i 19 dalla Far East University per conto del ministero delle Comunicazioni, il 40% dei ragazzi invia oltre 1.000 messaggi al mese e una simile percentuale ha ammesso di inviare e ricevere messaggi o giochi durante le lezioni.
Secondo la ricerca, inoltre, un quinto dei ragazzi rifiuta di separarsi dal telefonino anche mentre fa il bagno, mentre un terzo ha riferito di aver avuto allucinazioni uditive, ossia di aver sentito squillare il cellulare pur sapendo di aver inserito la vibrazione.
Il comportamento ‘dipendente’ include sentimenti di insicurezza e irritazione quando non si può usare il telefonino e l’impulso a tenere accesso l’apparecchio anche quando non si potrebbe, come al cinema o a scuola.
Simili atteggiamenti sono più comuni nelle donne che negli uomini.
La questione della dipendenza dalle nuove tecnologia è emersa già da parecchio tempo, ma finora era circoscritta a Internet, non ai telefonini.
Già due anni fa, Serge Tisseront, noto studioso della relazione tra i giovani e i media, ha esteso la propria ricerca anche al Web, e a come le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione siano in grado di modificare il carattere dei giovani e il loro modo di relazionarsi.
La cosa più preoccupante, secondo il suo parere, è l’incoraggiamento che i giovani trovano da Internet a celare la propria identità per entrare in rapporto con i propri coetanei.
Fino a oggi, aggiunge l’esperto, “i ragazzi conoscevano gli altri a viso scoperto”. Oggi lo fanno attraverso le chat, i forum, i giochi online. Questo gli permette di celare il proprio status sociale, le reali intenzioni, ma anche l’età, il sesso, il colore della pelle, e quant’altro ancora.
Valutazioni che potrebbero essere ritenute valide anche per i telefonini che, più che essere un sostegno per affrontare le difficoltà insite nel confronto con gli altri, sono diventati per i più giovani uno strumento per gestire abitualmente le relazioni, tanto che la comunicazione telefonica è diventata un sostituto della comunicazione reale.
Il cellulare assume inoltre molto spesso la valenza di “antidepressivo o ansiolitico multimediale” poiché rappresenta un mezzo per gestire la solitudine e l’isolamento nei confronti del quale diviene ben presto facile diventare dipendenti.
Alla luce di tutte queste valutazioni c’è da credere che – oltre ai fiumi di inchiostro già versati – il filone di studi sulle implicazioni sociali del telefonino, strumento che più di tutti ha totalmente cambiato le nostre vite, il modo di rapportarci agli altri, il modo di organizzare i nostri spazi liberi, non è che agli albori.