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La Motion Picture Association (MPA), associazione che rappresenta gli interessi delle case cinematografiche statunitensi, ha reso noto che 6 major hollywodiane – Walt Disney, Twentieth Century Fox, Paramount Pictures, Vivendi Universal Studios, Time Warner e Columbia TriStar Home Entertainment – hanno chiesto al Governo cinese un risarcimento 1,98 milioni di yen, pari a circa 200 mila euro.
In particolare le case cinematografiche accusano due società cinesi,
“L’azione legale promossa vuole dimostrare come il copyright debba essere rispettato e che c’è un prezzo da pagare per chi lo viola“, ha dichiarato Mike Ellis, Senior Vice President and Regional Director della MPA per l’Asia Pacifico. Ellis ha aggiunto che la MPA è disponibile ad aiutare il Governo cinese nella lotta contro la pirateria.
Lo scorso giugno da uno studio pubblicato dalla MPA è emerso che in Cina a causa della pirateria le case cinematografiche nel corso del 2005 hanno perso in termini di ricavi circa 2,7 miliardi di dollari. Quasi il 93% dei film venduti in Cina, infatti, sono copie pirata. Lo studio mostra anche come il fenomeno della pirateria negli ultimi due anni sia aumentato con Internet, anche se la pirateria su CD è ancora la causa maggiore del mancato profitto delle vendite.
Secondo i dati dello studio, le perdite nette registrate dall’industria cinematografica cinese nel 2005 sono pari a 1,5 miliardi di dollari contro i 565 milioni di dollari riportati dagli studios americani. Tuttavia, occorre precisare, che in due anni, le major statunitensi hanno considerevolmente aumentato le loro perdite sul mercato cinese. Nel 2003 le case cinematografiche hollywodiane hanno registrato di 178 milioni di dollari di perdite nette sul mercato cinese.